Il centrosinistra verso le comunali,
Pd spaccato sui nomi,
Avs contro tutti: «Una faccia nuova»

MACERATA - Ancora difficile trovare una sintesi su un nome: da Romano Mari corteggiato da due anni da parte dei dem alle varie proposte civiche (Corradini, Tittarelli, Del Balzo Ruiti) fino a chi ha riproposto l'ex sindaco Carancini. La sinistra chiede una vera discontinuità col passato

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Un momento dell’assemblea cittadina del Pd

di Luca Patrassi

Cercasi disperatamente candidato sindaco “da impallinare”: in questo avvio di ottobre sembra il nuovo gioco del centrosinistra maceratese . Pensare che addirittura aveva messo le vesti unitarie l’ex assessore alla cultura Massimiliano Bianchini dicendo che l’obiettivo era quello della coalizione aperta e senza veti sui nomi. Poi però al pacificare di Bianchini si sono affiancate le altre anime del centrosinistra e del Pd in particolare dove le divisioni sembrano congenite e irrecuperabili. Oramai da un biennio il Pd corteggia il presidente dell’Ordine dei medici Romano Mari per avere la sua disponibilità a candidarsi come sindaco ma nei giorni scorsi la segretaria cittadina dei Democrat Ninfa Contigiani ha bollato come “vecchio” il partito espresso da Mari e da Carancini. Il quale Carancini, peraltro, nulla aveva detto quanto a una sua possibile candidatura a primo cittadino.

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Ninfa Contigiani, segretaria cittadina del Pd

Se nel Pd del capoluogo il clima non è esattamente dei migliori in questi giorni, tra i civici c’è pure qualche elemento di confusione. Bianchini chiede unità sulla piattaforma programmatica prima di passare ai nomi e il suo dirimpettaio comunale, il consigliere di Macerata David Miliozzi fa invece alcuni nomi e tra questi l’ex rettore di Unicam Flavio Corradini, il direttore del centro Valdichienti Gianluca Tittarelli e la presidente regionale della Croce Rossa Rosaria del Balzo Ruiti.

Se Miliozzi fa tre nomi, Alleanza Verdi Sinistra li boccia, seppur indirettamente, tutti. «Come Alleanza Verdi e Sinistra – scrive Andrea Maurilli per Avs – siamo convinti che il nuovo sindaco o la nuova sindaca di Macerata debba essere emblema del rinnovamento politico, giovanile, culturale e sociale che la città di Macerata aspetta da troppo tempo. La nostra idea è di una figura che venga dalla società civile e dalla militanza apartitica. Senza cariche pregresse. Il ragionamento deve partire da un programma progressista, ambientalista e che tenga in forte considerazione l’aspetto sociale e culturale».

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Leonardo Piergentili (Avs)

Poi le bocciature senza appello di Avs: « La scelta del candidato – dice il co-coordinatore Leonardo Piergentili – non può essere fatta né a mezzo stampa, né con nomi che non rappresentano per storia personale e politica questo rinnovamento per cui vogliamo lavorare. Infatti, le elezioni regionali dovrebbero aprire riflessioni in tutto il campo progressista su quale sia il corretto modus operandi. Bisogna ripensare ad un’idea di futuro che possa scuotere Macerata. Una faccia nuova, una giunta completamente nuova che possa essere davvero discontinua con il passato».

Questa invece la nota del Pd dopo l’assemblea cittadina: «Il Partito Democratico di Macerata si è riunito per fare il punto sull’esito elettorale delle regionali e confrontarsi sulle strategie per le prossime competizioni amministrative. Durante l’ assemblea tenutasi nella sede di via Spalato (presenti la segretaria cittadina Ninfa Contigiani, il candidato Romano Carancini, i consiglieri comunali Narciso Ricotta e Andrea Perticarari, l’onorevole Irene Manzi, dirigenti e giovani democratici), sono emerse alcune importanti riflessioni sul voto, con lo sguardo sulle future amministrative. Si è discusso del rapporto fra politica e società contemporanea: la segretaria Contigiani ha evidenziato che la società è cambiata, è più «stanca e chiusa in sé», con sentimenti di rabbia e sfiducia che sono una reazione alla perdita di benessere, ma di fatto allontanano anche dalla politica. Spazio anche alla riflessione di Romano Carancini che ha espresso dispiacere per la perdita di rappresentanza della città in Regione, attribuendola a molti fattori, non ultimo il sovrapporsi delle candidature. Certo, le difficoltà a contenere l’astensionismo sono state indicate da tutti come fattore critico. Il Pd cittadino ha confermato la fiducia verso la figura di Matteo Ricci con il valore del coinvolgimento che la sua candidatura ha saputo suscitare nelle Marche, con un risultato che seppure insufficiente ha stretto molto la forbice di partenza, un vero «patrimonio da non disperdere. Per quanto riguarda le comunali 2026, è stato ribadito che la sfida a Macerata sarà differente rispetto a quella regionale: il centro-destra ha segnato un passo indietro nella città, e la responsabilità di ciò è attribuibile all’Amministrazione Parcaroli. Si è colta l’occasione per evidenziare uno scontento crescente, che può — combinato con l’energia rinnovata dell’alleanza di centro-sinistra — offrire opportunità positive nel prossimo voto comunale. L’analisi dei seggi ha mostrato che Ricci ha prevalso in zone centrali e in parti tradizionalmente più vicine ma ha perso terreno in altre aree: degna di una riflessione ulteriore Piediripa, dove il risultato è stato negativo nonostante il risultato del centrosinistra nel contrastare la costruzione di un nuovo centro commerciale».

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