Ussita (foto d’archivio)
Ricostruzioni delle case ancora ferme a 9 anni dal sisma. E’ quanto lamentano in una lettera Antonella Dominici, Patrizia Goia, Claudio Bruni e Romina Cecola che hanno le abitazioni nelle località di Pratolungo e Calcara: «La ricostruzione delle nostre abitazioni è diventata un vero e proprio miraggio. Dal finanziamento dell’opera sono passati 8 anni per avere solamente una bozza del progetto dei lavori sull’area di Valruscio, classificata a rischio idrogeologico (R4). Il nostro timore è che ne passeranno altrettanti prima di riavere le nostre case ricostruite».
A scrivere sono sia residenti sia possessori di una seconda casa. «Gli immobili di nostra proprietà – continuano – ricadono nella zona R4 Valruscio del Pai (Piano stralcio di assetto idrogeologico), zona classificata a rischio idrogeologico nell’anno 2002, molti anni prima degli infausti eventi sismici del 2016. In seguito, con un’ordinanza del commissario straordinario per la Ricostruzione, venivano finanziati i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico per quell’area per l’importo di 3,8 milioni di euro. Un finanziamento poi confermato. La progettazione e l’esecuzione dei lavori dovevano essere svolte dal Consorzio di bonifica delle Marche, su incarico del commissario straordinario per la Ricostruzione».
Così alcuni residenti hanno presentato i progetti per sistemare le proprie case danneggiate dal sisma, «progetti rimasti però fermi o sospesi dall’ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione, per la problematica inerente alla zona classificata a rischio idrogeologico – proseguono -. Dopo alcuni solleciti inviati agli enti competenti (Regione Marche, commissario straordinario, Consorzio di bonifica delle Marche), a novembre 2023 una nostra rappresentante è andata al Consorzio di bonifica delle Marche, dove è stata ricevuta dall’allora presidente e dai suoi collaboratori. Tutti avevano rassicurato che entro gennaio 2024 il progetto definitivo sarebbe stato portato a compimento». Ma, a loro detta, così non è stato: «Sono ormai trascorsi quasi due anni da quell’incontro, 8 anni dalla prima ordinanza emanata dalla struttura commissariale per il finanziamento delle opere di mitigazione in parola e 9 anni dagli eventi sismici, la ricostruzione delle nostre abitazioni è diventata un vero e proprio miraggio. Inoltre, l’utilizzo e l’agibilità degli immobili, una volta ricostruiti, saranno comunque interdetti sino al collaudo delle opere di mitigazione relative alla specifica area di rischio».
E poi ancora: «Abbiamo appreso che dal 2021 ad oggi, l’importo del finanziamento è salito ad oltre 30 milioni di euro e che sono state convocate tre conferenze dei servizi tra gli organi deputati ad esprimere un parere per l’esame dello studio di fattibilità del progetto dei lavori da realizzarsi sull’area di Valruscio. Tutte e tre le riunioni hanno avuto esito negativo».
Secondo chi scrive ci sono dei paradossi evidenti: «In quella zona, prima delle ultime modifiche normative intervenute, sono stati già autorizzati i lavori di ricostruzione di immobili che hanno ottenuto il contributo pubblico ed alcuni nuclei familiari, che avevano subito danni lievi. Ci domandiamo allora se il rischio idraulico non esista per queste famiglie, che, giustamente, in alcuni casi e nel rispetto delle norme al tempo vigenti, avendo avuto danni lievi, hanno potuto in breve tempo effettuare i lavori di riparazione delle loro case».
I timori di chi ha le abitazioni ancora da ristrutturare è che «se il passo continua ad essere questo passeranno altri 10 anni prima di poter rientrare nelle nostre case che diventeranno 19 dagli eventi sismici del 2016. Le persone più anziane sono nel frattempo morte, alcuni giovani hanno deciso di trasferirsi altrove ed altri ancora, non avendo più la casa ad Ussita, trascorrono i loro periodi di riposo in altri lidi, perdendo quel legame affettivo che si protraeva da generazioni, con il rischio concreto che molte case rimarranno così dei ruderi e con l’inevitabile abbandono di intere frazioni». E concludono: «Chiediamo che gli enti si impegnino a svolgere il proprio lavoro prima di tutto per mettere in sicurezza l’area, anche per quelle persone che ad oggi ci vivono, ed in secondo luogo per noi che vogliamo vedere ricostruite le nostre case».
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Approfittate subito per mettervi in contatto con Castelli. In questi giorni, sarà anche per il vostro caso, vi prometterà anzi rinnoverà la promessa di riempirvi di milioni che sta promettendo non a pioggia tipo acquazzone estivo ma seguendo il particolare andazzo di una pioggia ciclonica che magari passa e poi torna indietro inzuppandovi nuovamente.. pardon, ricoprendovi di dolci biglietti, sì ma di auguri.
Il buon Castelli sbloccherà sicuramente dei fondi anche per le abitazioni di Pratolungo e Calcara.
Viene però da domandarsi chi è sto strunzu che blocca tutti sti fondi che ogni volta al poro Castelli, specie in periodo pre elettorale, glie tocca di sbloccarli?
E poi, come mai per la “ricostruzione immateriale”, cene e cenette con gli amici di merende, per circa un milione e mezzo di euro, nessuno ha bloccato una lira?
Misteri che solo un altro commissario, forse Maigret, potrà risolvere !!