Marco Vinco, direttore del Mof
di Marco Ribechi
Si apre con un piccolo scoop il secondo appuntamento degli Aperitivi Culturali del Macerata Opera Festival. Il nuovo Rigoletto sarà Damiano Salerno, che avrebbe comunque dovuto interpretare il ruolo per la rappresentazione dell’8 agosto. A quanto pare infatti Nikoloz Lagvilava ha accusato un mancamento durante l’anteprima generale ed è stato costretto a dare forfait. A dare la notizia agli Antichi Forni è lo stesso direttore artistico Marco Vinco che così ha salutato il pubblico presente nel salotto curato da Cinzia Maroni.
Roberta Pedrotti
In occasione della prima del Rigoletto “Pulp”, che debuttò allo Sferisterio ben 10 anni fa con un notevole successo, all’Aperitivo culturale un trio d’ospiti d’eccezione: il regista Federico Grazzini, il direttore Jordi Bernacer (conosciuto dal pubblico maceratese per la direzione della “Lucia di Lammermoor” del 2023) e Roberta Pedrotti, direttrice dell’Ape Musicale, una delle realtà editoriali più importanti del settore. Insieme hanno affrontato il tema della maschera che nell’opera verdiana è insita tanto nella drammaturgia dei personaggi quanto nelle innovazioni tecniche e musicali.
L’incipit della discussione è dato come spesso accade dalla lettura della fine dicitrice Gabriela Lampa che ha interpretato una lettera con cui Giuseppe Verdi esprimeva le sue lamentele a Carlo Marzari, presidente del teatro La Fenice di Venezia. «Il tema della maschera ben si allinea con il Rigoletto – spiega Pedrotti – di cui la prima maschera da affrontare è proprio quella della censura. Si tratta di un’opera dove tutti indossano maschere, il Duca di Mantova, Rigoletto, Gilda. Forse l’unico che ha un’etica ferrea è Sparafucile che comunque cederà anche lui». Ambiguità che si ritrova anche nella partitura musicale: «Possiamo dire che anche la musica maschera i veri significati – spiega Bernacer – Viene considerata l’opera del Do che esprime il dramma, il destino. La maschera è espressa non solo con le vocalità ma anche nella composizione, nei colori e nelle tonalità. Ad esempio il quartetto del terzo atto non è un vero quartetto, così come l’uso del coro che è quasi un personaggio che esprime la decadenza della corte, in parte anche volgare».
Jordi Bernacer
Sugli aspetti dei significati invece si sofferma il regista Grazzini: «Ho voluto sottolineare soprattutto la deformazione morale di Rigoletto piuttosto che quella fisica, infatti non troverete la gobba. Nella mia interpretazione c’è molta attenzione sul rapporto maschera pubblica e vita intima in cui si coltivano gli affetti. Anche il pagliaccio gigante che abbiamo ricostruito è un doppio, non diverte ma incute timore». Il tema più importante dell’opera è però quello della maledizione come destino, considerando che il titolo pensato inizialmente ma poi scartato doveva appunto essere “La maledizione”. «Il duca vive di emozioni, non di sentimenti – conclude il regista – è una dimensione molto attuale fatta di cose che infiammano ma poi passano immediatamente».
Gabriella Lampa
A preparare l’aperitivo spagnolo in onore delle origini del direttore Bernacer è il ristorante il Villino di Treia che ha deliziato tutti con degli ottimi spuntini. Stasera sarà la volta del debutto del “Rigoletto”, mentre gli aperitivi ritornano la prossima settimana, dal 25 al 27 luglio, per la seconda trance di rappresentazioni.
La titolare del ristorante Il Villino
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