I saluti iniziali
di Marco Ribechi
Prima giornata di opera allo Sferisterio, primo aperitivo culturale Agli Antichi Forni. Anche per il 2025 ritorna il ciclo di appuntamenti curati da Cinzia Maroni per approfondire i titoli in programma nell’estate del Mof. Tantissimi spettatori per ascoltare gli ospiti della giornata: il giornalista Enrico Girardi, il regista Arnaud Bernard e il direttore Marco Alibrando che, attraverso una piacevole quanto istruttiva conversazione, hanno gettato luce su alcuni punti importanti dove focalizzare parte dell’attenzione durante le rappresentazioni.
Il pubblico agli Antichi Forni
Bisogna dire che in oltre 100 anni di opera maceratese mai era stata proposta La Vedova Allegra, operetta in tre parti di Franz Lehár, su libretto di Victor Léon e Leo Stein. Quella che si ammirerà allo Sferisterio sarà la versione tradotta in italiano che si preannuncia con un allestimento tradizionale che punta molto all’eleganza. «Credo che nell’operetta sia importante comprendere il testo poiché si fa musica e teatro – spiega il regista Bernard – sarebbe stato strano farla in tedesco. Trattandosi del debutto assoluto non ho sentito la necessità di fare una trasposizione, ho preferito mantenere una linea poetica per cancellare la routine di certi spettacoli che si basano su gag a volte anche volgari. Grandi meriti vanno a Gianni Santucci, coreografo e assistente alla regia che ha tradotto e adattato il testo. Il tentativo è quello di renderla appariscente, leggera, fresca, non intellettuale e edonistica».
Arnaud Bernard con Enrico Girardi
Senza sbottonarsi troppo per non svelare in anticipo le caratteristiche dell’allestimento il regista concede però qualche indizio: «C’è un leitmotiv – prosegue – in ogni atto c’è un oggetto che viene moltiplicato». Altre indiscrezioni raccontano di costumi meravigliosi e grandi scende coreografiche di danza dove gli attori danno sfoggio di tutta la loro abilità. Ad occuparsi dell’introduzione sulla genesi e sulla fortuna dello spettacolo è Enrico Girardi: «Come era immaginabile al debutto, avvenuto il 30 dicembre 1905, fu un vero fiasco, tanto che alcuni riportavano la celebre frase “Questa non è musica”. Nel giro di pochi anni però spopolò letteralmente e in meno di 10 anni raggiunse le 18mila repliche e un posto d’eccezione nella cultura popolare anche grazie ad un merchandising spinto. Per capirne il successo non basta darne una lettura sociologica».
Il direttore Marco Alibrando
Infatti La Vedova Allegra, considerato l’ultimo valzer prima della catastrofe, spartiacque tra la tradizione etica e quella estetica, possiede una grande innovazione anche da un punto di vista musicale: «Si tratta di una partitura eccelsa che io stesso per molti anni ho sottovalutato – spiega il direttore Alibrando – ci sono dei veri tesori di melodia, armonia e orchestrazione combinati con molte tipologie musicali, considerando le danze e le parti più folkloriche». Per la versione dello Sferisterio anche un omaggio a Gustav Mahler citato anche nella lettera letta da Gabriela Lampa: «Nel terzo atto durante il numero di magia – spiega il direttore – sentirete le prime note della 4a Sinfonia mentre ci saranno anche 9 minuti di musiche di Jacques Offenbach e il suo can-can».
L’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta
La Vedova Allegra, espressione della cultura della Belle Epoque è un vero e proprio valzer sull’abisso della Prima Guerra Mondiale e per questo capace di parlare anche alla nostra epoca contemporanea che, forse, non capisce o non ha gli strumenti per capire il mondo attuale. All’inizio dell’aperitivo i saluti dell’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta, di Federica Frontini presidente dell’associazione Sferisterio Cultura, del vice presidente Giuseppe Rivetti e della soprintendente Lucia Chiatti. A chiudere l’appuntamento invece il consueto momento dedicato alla gastronomia con il rinfresco del Dumpling Bar di Corso della Repubblica con il titolare Fabio Salvi che ha deliziato i presenti con ottimi ravioli cinesi apprezzati da tutti.
Fabio Salvi di Dumpling Bar
Lucia Chiatti
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