Il sindaco Rosa Piermattei taglia il nastro. Al suo fianco il governatore Francesco Acquaroli, a sinistra, e il commissario alla ricostruzione Guido Castelli
A San Severino la mostra itinerante “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”. Aperta ieri, proseguirà sino al 19 ottobre. La mostra arriva alla sua ultima tappa dopo Roma, Ascoli e Ancona. Si potrà visitare al palazzo comunale di San Severino, in piazza Del Popolo. In esposizione capolavori rinascimentali strappati alle macerie del sisma del 2016 e tornati a risplendere grazie a importanti interventi di restauro.
Tra i capolavori esposti, si possono ammirare il trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli, di cui è stata recuperata la preziosità degli smalti e la delicatezza dei dettagli, il Cristo sul sepolcro di Pietro Alamanno e il polittico di Funti di Nicola Filotesio detto “Cola dell’Amatrice”. Spiccano anche il San Rocco del palazzo comunale di Caldarola, oltre a dipinti seicenteschi di Giuseppe Puglia e Ludovico Trasi, e una monumentale pala d’altare del fiorentino Cesare Dandini.
Ieri il sindaco Rosa Piermattei e il governatore Francesco Acquaroli hanno tagliato il nastro entrando poi a visitare la mostra. Con loro anche il commissario alla ricostruzione Guido Castelli. Secondo il sindaco la mostra «rappresenta un simbolo tangibile della resilienza e della determinazione delle nostre comunità nel preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale colpito dal sisma. Le opere esposte, tra cui importanti capolavori, testimoniano non solo la ricchezza artistica delle Marche, ma anche l’impegno profuso nel loro restauro e nella loro restituzione alla collettività».
Curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, l’esposizione si inserisce in un dibattito più ampio sulla “restanza”, un concetto evocato dal commissario alla ricostruzione Castelli: «non è sinonimo di restare – spiega Castelli, citando Vito Teti – Non si resta o si fugge: si resta e si fugge. Nella restanza c’è un movimento e una radice, c’è un viaggio dentro e un viaggio fuori». Il presidente della Regione Acquaroli ha descritto la mostra come «molto più di un evento espositivo, ma l’occasione per scoprire attraverso le opere d’arte i meravigliosi territori del nostro entroterra, duramente colpito dal sisma del 2016. Questo progetto – prosegue Acquaroli – rappresenta un segno concreto e tangibile della volontà collettiva di recuperare, proteggere e soprattutto valorizzare il patrimonio culturale che è stato danneggiato. Ogni opera restaurata porta con sé non solo una bellezza artistica inestimabile, ma anche il racconto delle storie e delle tradizioni che legano indissolubilmente le comunità marchigiane ai loro luoghi d’origine, rafforzando il legame tra l’arte e i Cammini della Fede, itinerari spirituali che attraggono migliaia di visitatori».
Anche Marco Fioravanti, presidente di Anci Marche, nel catalogo che accompagna l’esposizione ha ribadito l’importanza di non disperdere l’enorme patrimonio artistico danneggiato dal sisma: «Grazie al grande impegno di Anci Marche e del Pio Sodalizio dei Piceni non solo si sono recuperate tante opere che rappresentano la storia e la cultura della nostra comunità ma si sono realizzati eventi espositivi che hanno prodotto una significativa valorizzazione e promozione del territorio».
La mostra sarà visitabile nella Galleria d’arte moderna “Filippo Bigioli” del Palazzo comunale martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 e la domenica e festivi dalle 11 alle 19.
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