Cosmari, via libera al bilancio 2025
ma scoppia la polemica:
«Sarà una stangata sui cittadini»

RIFIUTI - Approvato a maggioranza il rendiconto di previsione, rinnovato l’incarico al direttore generale Brigitte Pellei. Il presidente Paolo Gattafoni: «Percorso già tracciato, nessuna privatizzazione». Il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, avverte: «Tariffe su del 65%, impianti fermi, fondi Pnrr persi. Serve un cambio di rotta»

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Paolo Gattafoni e Brigitte Pellei

Approvato il bilancio di previsione per il 2025 del Cosmari. È tornata a riunirsi l’Assemblea dei comuni soci della società. Due gli argomenti inseriti nell’ordine del giorno e su cui si sono confrontati i zindaci o loro delegati e che che sono stati votati: il bilancio e la proposta – approvata all’unanimità –  di rinnovo incarico dell’attuale direttore generale in scadenza, Brigitte Pellei.

«Il bilancio 2025 – ha precisato in apertura di seduta il presidente Paolo Gattafoni – si inserisce in un contesto economico e normativo complesso. Non è un bilancio “ordinario”, ma uno strumento che cerca di tenere insieme sostenibilità economica, obblighi normativi e continuità del servizio. Alcuni punti chiave: il Pef 2025 è coerente con il triennale 2024–2026 già approvato e con il Pefa validato in sede Ata3 lo scorso 20 febbraio. I maggiori costi, circa 3 milioni di euro, derivano da fattori noti e documentati: indisponibilità della terza vasca di Cingoli prima del 2027; necessità di esternalizzare circa il 60% della Forsu (la raccolta differenziata dell’umido, ndr) durante il revamping dell’impianto di compostaggio; aumento dei costi di gestione del percolato. Certamente le tariffe aumenteranno. Ma è altrettanto vero che questo andamento era già previsto e approvato. Non si tratta di una sorpresa, ma di un percorso già tracciato, che prevede un recupero graduale nei prossimi anni. Infine, per il cittadino l’anno 2025 avrà esattamente lo stesso impatto tariffario di quanto già approvato precedentemente».

«Per quanto riguarda la riunione della precedente Assemblea, mi preme sottolineare – ha continuato il presidente – come non si evince che sia stata presentata una situazione di forte difficoltà finanziaria e insolvenza: le criticità presentate riguardavano lo stato di alcuni impianti aziendali e la non sostenibilità di investimenti quali l’Impianto pannolini. Risulta altresì che le proposte siano state avvallate dai soci a conferma del buon operato. Vorremmo anche chiarire che le linee guida illustrate sono state formalmente definite e condivise in sede assembleare. I punti chiave – individuazione di un nuovo sito per la discarica, miglioramento dei servizi di raccolta, contenimento dei costi, esplorazione di nuove tecnologie e tutela della governance pubblica – sono tuttora al centro della nostra azione. La progettazione dell’ampliamento della discarica è in corso, il revamping dell’impianto di compostaggio è stato avviato per garantire continuità e sicurezza, e il Piano industriale è stato elaborato per dare una visione strategica di lungo periodo. Non si tratta di una deviazione dal mandato ricevuto, ma di un adattamento responsabile alle condizioni reali in cui ci troviamo a operare».

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La discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli

«Dal 2027 – ha comunicato il presidente – è previsto il rientro progressivo dei “crediti oltre Pef”, secondo una programmazione pluriennale sostenibile per la finanza aziendale e che al contempo permetta un continuo e progressivo rientro della tariffa applicata ai Comuni soci, grazie a costi di esercizio che diminuiranno in maniera significativa a seguito delle azioni e degli investimenti pianificati in questi anni».

«È bene precisare che il Piano industriale – ha detto Gattafoni – non è un documento chiuso, ma un punto di partenza. Non è stato chiesto di approvarlo, ma di condividerlo per avviare un confronto in quanto è una base di lavoro, una visione strategica da costruire insieme. Come previsto dalla disciplina vigente, il Piano Industriale è uno strumento propedeutico alla richiesta di rinnovo dell’affidamento in-house. Sull’ampliamento della discarica di Cingoli e gli abbancamenti è importante chiarire che le tempistiche sono state influenzate da normative sopravvenute e da atti amministrativi necessari e dovuti. Si prevede l’avvio della gara per la progettazione esecutiva e realizzazione nelle more dell’autorizzazione a novembre 2025 al fine di essere pronti al momento dell’autorizzazione a iniziare i lavori. Sul tema degli abbancamenti fuori ambito, sono pienamente inseriti nella pianificazione attuale, come previsto da specifici accordi interprovinciali».

«Sulla governance – ha infine chiarito il presidente Gattafoni – non c’è alcuna intenzione di privatizzare Cosmari. La società è e resterà pubblica. In ogni caso ogni scelta è condivisa con l’Assemblea dei soci che nei loro poteri, anche in virtù della loro partecipazione all’assemblea territoriale d’ambito, deliberano anche in tema di affidamento della gestione. La trasparenza è un dovere, non un favore. In conclusione – ha affermato terminando il suo intervento – siamo qui per lavorare insieme. Le critiche, se costruttive, sono un valore. Ma è altrettanto importante riconoscere la complessità delle sfide che affrontiamo ogni giorno. Rinnoviamo la nostra disponibilità a un tavolo tecnico con tutti i Comuni interessati, per approfondire ogni punto e costruire insieme un percorso sostenibile, trasparente e condiviso».

Il bilancio di previsione 2025, dopo alcuni interventi è stato approvato a maggioranza (66,32%) con il voto contrario dei Comuni di Treia, Montecassiano, Monte San Giusto (7,40%) e l’astensione dei Comuni di Montelupone, Montecosaro, Cingoli, Porto Recanati (7,77%). Presenti sindaci o loro delegati in rappresentanza dell’81,50% delle quote societarie. L’Assemblea dei Comuni soci ha anche deliberato all’unanimità di rinnovare il contratto al direttore generale Brigitte Pellei per i prossimi tre anni, fino al 2028, affiancando l’attuale Consiglio di amministrazione.

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Leonardo Catena

A farsi sentire, tra i contrari, è ancora Leonardo Catena (leggi l’articolo), sindaco di Montecassiano e candidato consigliere regionale (Pd). «Il bilancio è stato approvato, ma porta con sé una sola certezza: i cittadini pagheranno il conto. E – avverte il primo cittadino – sarà salato. Nei prossimi tre anni la Tari, la tassa sui rifiuti, aumenterà anche del 65%. Una cifra enorme, che ricadrà sulle famiglie, sulle imprese e sui bilanci dei Comuni, già messi alla prova da anni difficili. Questo si va ad aggiungere all’aumento del 20% sui rifiuti che c’è già stato. Non un piccolo ritocco: una stangata che peserà ogni mese sulle tasche di tutti e i servizi non miglioreranno. Inoltre, i costi del servizio solo nell’ultimo anno sono saliti di quasi 3 milioni di euro perché gli impianti promessi non sono mai partiti, i nuovi mezzi sono in ritardo e l’organizzazione non esiste: tutto questo ha fatto lievitare l’intera gestione creando un buco che ora si cerca di coprire con i soldi dei cittadini. Alcuni comuni (Montecassiano, Treia e Monte San Giusto) hanno votato contro questo bilancio, altri Comuni si sono astenuti. È il segnale che non si può continuare così, dopo anche diversi appelli al confronto, al trovare soluzioni condivise, rispetto alla chiusura dimostrata in questi anni».

«Nel frattempo, anche uno dei nodi più urgenti – continua Catena – come l’ampliamento della discarica di Cingoli, è ancora fermo. Nessun accordo serio con il Comune, nessun confronto vero con il territorio. E intanto i costi salgono e il problema resta lì, senza una soluzione. Come se non bastasse, sono andati persi anche 10 milioni di euro di fondi Pnrr per realizzare nuovi impianti moderni e sostenibili. Soldi pubblici che avrebbero potuto dare una svolta alla gestione dei rifiuti nella nostra provincia e che invece sono svaniti nel nulla. Una responsabilità gravissima, frutto di decisioni prese all’ultimo minuto, senza confronto, o non prese proprio Oggi si parla di un “piano industriale”, ma di piano non ha nulla – conclude – perché non ci sono dati concreti. Insomma, parole vuote. Serve un cambio di rotta vero, non propaganda. Competenza, ascolto e una gestione che metta al centro le persone, non gli equilibri interni. Perché la gestione dei rifiuti riguarda tutti. E non può essere solo un problema in più da scaricare sulle spalle di chi già fatica ad arrivare a fine mese».

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