Mosciolo di Portonovo a rischio:
l’Ente Parco del Conero
chiede lo stop alla pesca

SIROLO - L'habitat delle scogliere sommerse in sofferenza, allarme per l'eccessivo prelievo del presidio Slow Food: si attende la decisione della Consulta della Pesca

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Marco Zannini e Luigi Conte

L’Ente parco è incaricato della Regione Marche a garantire la conservazione e, laddove possibile, il miglioramento dell’Habitat 1170 delle scogliere sommerse che fa capo alla normativa comunitaria denominata Rete Natura 2000.
Ambiente che «è minacciato – sottolinea l’Ente – dalle attività connesse alla fruizione incontrollata delle aree costiere, dalle alterazioni della spiaggia e dei fondali, dall’intorbidimento dell’acqua e, come dimostrato dagli studi effettuati, ciò indurrebbe a consigliare la sospensione totale del prelievo del mosciolo selvatico di Portonovo, presidio Slow Food».
L’Habitat 1170 del Conero ha come base strutturale sia il Mitile “mosciolo” che l’alga bruna Cystoseira e quest’anno entrambi gli organismi strutturali sono in grande sofferenza come testimoniato dai monitoraggi eseguiti dai Comuni di Numana, Sirolo e Ancona sulle scogliere del Conero nelle prime settimane di giugno.

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Il mosciolo di Portonovo

«Per questo – spiega Marco Zannini, direttore del Parco del Conero – l’auspicio sarebbe che la pesca del mosciolo venisse fermata in attesa di risultati confortanti per una più efficace protezione e ipoteca per il futuro, scegliendo come ottimo surrogato le cozze allevate al largo nelle acque del Conero che hanno comunque una qualità eccellente».
«Laddove fosse impossibile azzerare la pesca del mosciolo per le motivazioni emerse negli ultimi giorni dal dibattito in corso – aggiunge il presidente Luigi Conte – è auspicabile una pesca regolamentata in nome della sostenibilità e un controllo da parte delle autorità preposte di quanto stabilito da accordi che definiscano non solo dove ma anche la quantità del prodotto prelevabile, a cura dei titolari delle concessioni».
In attesa che la Consulta Regionale delle Pesca si riunisca il prossimo 16 luglio e decida il da farsi resta la convinzione che «la pesca incontrollata è un problema serio e va combattuto – conclude Conte – per evitare che l’habitat già degradato risulti irrimediabilmente compromesso, già messo in crisi dai cambiamenti climatici con apporto in mare di grandi quantità di nutrienti, riscaldamento della temperatura del mare e pressione di pesca».



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