I giovani “Ci stanno affare fatica”
e aggiustano Appignano

I RAGAZZI tra i i 14 e i 21 anni hanno dato nuova vita ad angoli del centro storico

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Giovani a lavoro

Giovanissimi a lavoro per rendere Appignano più bella. Si è svolta la quarta edizione del progetto “Ci sto affare fatica” finanziato dalla Regione Marche Politiche giovanili e dalla presidenza del consiglio dei ministri dipartimento per le Politiche giovanili e il servizio civile universale con il Fnpg 2024/2026 e coordinato dal Csv Marche Ets.

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Anche quest’anno il progetto ha visto la partecipazione di 20 giovani appignanesi, dai 14 ai 21 anni, che si sono messi in gioco per rendere il proprio territorio un posto migliore. Divisi in due gruppi, i ragazzi hanno dato nuova vita ad angoli del centro storico, accompagnati dagli handyman del paese, Franco, Giuliano, Giorgio, Marziano e Silvana che hanno trasmesso le competenze tecniche e artigianali del lavoro sul campo e guidati da due giovani tutor attente e creative.

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I partecipanti al progetto

Sono stati riqualificati numerosi giardini, il parco lungo il fiume Monocchia denominato Coppo e ridipinto tutto il corrimano della scuola primaria. In ogni giardino i ragazzi hanno dipinto di rosso una panchina, scrivendo il numero di emergenza 1522 e lasciato una frase di incoraggiamento e vicinanza. Nel giardino più frequentato è stata anche dipinta la panchina simbolo contro il bullismo. Tanti piccoli messaggi che i ragazzi hanno voluto lasciare non solo ai loro coetanei, ma al paese intero.

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«Il messaggio più grande sicuramente è stato vedere giovani e adulti, lavorare fianco a fianco, ridere, scherzare, sudare sotto il sole, schizzarsi con la vernice, correggersi, decidere insieme –commentano Silvia Persichini assessora alle Politiche Sociali e Francesco Raffelli consigliere con delega alle Politiche giovanili – un clima davvero bello in cui il rispetto, la cura e il piacere di stare insieme sono stati gli elementi principali di un rapporto che siamo certi sia stato costruito e rimarrà impresso nella memoria di tutti coloro che hanno partecipato e hanno vissuto questo esperienza».

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«Un ringraziamento particolare va ai nostri handymen – sottolinea il sindaco Mariano Calamita – questo progetto ha richiesto loro impiego di tempo e forze, che hanno sempre messo a disposizione con grande senso altruistico e collaborativo. Sicuramente hanno rappresentato un esempio anche per i giovani, mostrando l’importanza del volontariato come alta forma di partecipazione attiva e solidale alla crescita della nostra comunità. Un doveroso grazie anche all’ufficio tecnico, che ha supportato in modo generoso tutta l’iniziativa».

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Al paese rimarranno non solo i bellissimi lavori fatti, con tanta precisione e tanta fantasia dai ragazzi con la maglietta rossa, ma anche la certezza che ciascuno si sentirà ancora più parte di Appignano, sentirà più suo ogni angolo del borgo, che ha contribuito a rendere più bello e che questa bellezza resterà condivisa con tutti gli abitanti e i visitatori. Come scrisse Cesare Pavese “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

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