Fedrigoni, continua il confronto.
Al via la formazione per il personale

LAVORO - Vertice in Regione con sindacati e azienda. Restano 63 lavoratori da ricollocare in via definitiva, tutti i siti italiani del gruppo sono attualmente interessati da cassa integrazione ordinaria fino al 31 dicembre. L'assessore Aguzzi: «Impegno per un tavolo nazionale»

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Cartiera Fabriano del gruppo Fedrigoni

Continua il confronto per il Gruppo Fedrigoni e che riguarda gli stabilimenti di Fabriano, Rocchetta, Pioraco e Castelraimondo. Incontro, ieri, in Regione tra sindacati, istituzioni e vertici dell’azienda che – a sei mesi dalla sottoscrizione dell’accordo quadro relativo al sito di Giano – conta ancora 63 lavoratori da ricollocare in via definitiva. Intanto le sigle sindacali chiedono un piano industriale, l’implementazione del business security e investimenti concreti a garanzia dell’occupazione.

Al vertice hanno partecipato l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi, i rappresentanti della giunta regionale, del Gruppo Fedrigoni e delle segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Carta e Stampa. 

A sei mesi dalla sottoscrizione dell’accordo quadro relativo al sito di Giano, l’azienda ha fornito degli aggiornamenti sullo stato dei 173 lavoratori coinvolti nel ricollocamento: 100 sono già stati ricollocati, 10 si sono dimessi, 15 si sono distaccati, 43 risultano in cassa integrazione straordinaria, 5 in congedo o altre casistiche e 63 lavoratori devono essere ancora ricollocati in via definitiva.

«L’azienda – scrivono i sindacati -, nonostante le criticità relative al comparto, ha evidenziato che i risultati raggiunti finora sono significativi, ha ribadito l’obbiettivo di raggiungere l’impatto sociale zero entro la fine del 2025. In tal senso un contributo decisivo potrebbe arrivare dallo sviluppo delle business della carta di sicurezza, la cui riattivazione è prevista indicativamente dopo la pausa estiva. È stato comunicato – spiegano i sindacati – che tutti i siti italiani del gruppo sono attualmente interessati da cassa integrazione ordinaria fino al 31 dicembre. L’azienda ha inoltre confermato l’avvio, da metà settembre, dei corsi di formazione previsti dall’accordo sottoscritto nei mesi scorsi». Tuttavia, le organizzazioni sindacali hanno richiesto una tempistica chiara sull’implementazione della carta security, evidenziando che ogni addetto coinvolto dovrà affrontare un percorso specifico. 

Tra le altre richieste delle organizzazioni sindacali sono emerse la definizione di un piano industriale chiaro, credibile con prospettive a medio termine. La sospensione della vendita della linea F3 e delle macchine da taglio di Rocchetta fino a vertenza conclusa, investimenti concreti a garanzia dell’occupazione e dello sviluppo del comparto, convocazione di un tavolo ministeriale presso il Mimit per attivare tutti gli strumenti disponibili al fine di azzerare ogni eventuale esubero. 

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L’assessore regionale Stefano Aguzzi

Il prossimo aggiornamento tra le parti è previsto per meta settembre, al ritorno della pausa estiva, salvo sviluppo che renderanno necessario un altro incontro.

«Nel frattempo – spiega l’assessore Aguzzi – è in via di conclusione il processo per l’attivazione di un’attività di formazione e riqualificazione del personale, finanziata dalla Regione Marche con il fondo Assist. L’azienda ci ha comunicato di aver predisposto un progetto e di averlo condiviso con le organizzazioni sindacali con un accordo siglato e che tale documentazione verrà a breve inviata formalmente alla Regione Marche per dar seguito all’iter di competenza. Secondo i programmi le prime ‘aule formative’ dovranno partire a settembre. Rispondendo alla richiesta delle parti sociali – conclude Aguzzi – la Regione si impegnerà a farsi parte attiva nei confronti del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per l’attivazione di un tavolo nazionale per continuare a monitorare la situazione e valutare in autunno, con l’approssimarsi della scadenza della cassa integrazione, la possibilità di attivare ulteriori strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori».



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