«Tolentino territorio di nessuno,
è il momento della tolleranza zero»
L’attacco del centrodestra a Sclavi

SICUREZZA - Dopo l’episodio del 25enne egiziano armato di spranga in centro storico, l’opposizione accusa l’amministrazione: «La cittadinanza è stanca di risposte evasive e dell’assenza di prese di posizione chiare, la sicurezza è un diritto, non un favore»

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Da sinistra: Francesco Pio Colosi, Silvia Luconi, Silvia Tatò e Monia Prioretti

di Francesca Marsili

«Quanto accaduto, l’ennesima serata di paura, è la conferma più evidente di ciò che denunciamo da tempo: Tolentino non è più una città tranquilla. La cittadinanza è stanca di risposte evasive e dell’assenza di prese di posizione chiare. Ancor più grave, che un amministratore arrivi a sostenere che la sicurezza non sia compito del Comune, ma dello Stato. La sicurezza è un diritto, non un favore. I cittadini devono poter uscire di casa senza paura». Inizia cosi la critica dell’opposizione di centrodestra all’amministrazione Sclavi dopo l’episodio di lunedì sera in cui un 25enne egiziano armato di spranga ha seminato il panico in centro storico danneggiando auto, rovesciando i tavoli di un bar e lanciando una bottiglia di birra ad un passante (leggi l’articolo). 

«E mentre tutto questo accade – sostengono i consiglieri di minoranza Francesco Colosi, Silvia Luconi e Silvia Tatò, di FdI, e Monia Prioretti, Tolentino nel cuore – c’è chi si vanta di una variazione di bilancio da tre milioni di euro. I consiglieri di Tolentino Popolare, anziché affrontare il nodo sicurezza, si congratulano con sé stessi per aver “liberato risorse”, ma di quel denaro, lo diciamo con chiarezza, neanche un euro è stato destinato alla sicurezza urbana». Il gruppo di opposizione è compatto su quello che a loro avviso è il dato politico evidente: «Questa amministrazione ha sottovalutato il tema sicurezza, lo ha ridotto a un problema tecnico, e ha scelto di non investire in videosorveglianza, controlli notturni, presidio del territorio. Le poche risorse disponibili sono state accantonate senza un piano alternativo».

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L’uomo in giro con la spranga

Il centrodestra si ricollega all’interrogazione sulla sicurezza in città presentata dalla Luconi in Consiglio nei giorni scorsi, in cui si chiedeva al sindaco Mauro Sclavi quante telecamere sono in funzione, quali le zone scoperte, perché è stato sospeso l’utilizzo del cane antidroga e se esiste un presidio del territorio soprattutto nelle ore serali. «Domande rimaste senza risposte concrete -evidenziano -. Sappiamo bene che la sicurezza non dipende solo dalla Polizia locale, ma richiede una rete di collaborazione con tutte le forze dell’ordine. Tuttavia, non si può governare una città semplicemente spiegando perché non si riesce a intervenire. Servono risposte, decisioni, volontà politica». La consigliera Silvia Tatò aggiunge: «La sicurezza urbana non è un aspetto secondario né una scelta facoltativa: è un dovere primario per chi governa. Fingere che non sia una priorità o addirittura liquidarla come un problema altrui significa venir meno alla fiducia dei cittadini e al proprio ruolo istituzionale». L’ex candidato sindaco Silvia Luconi solleva un’altra questione: «Quanti cantieri ci sono in città? Quali ditte lavorano? Da dove provengono gli operai? Abbiamo una mappatura aggiornata? C’è tanta gente per bene, sia chiaro, italiana e straniera – dice -, ma se qualcuno pensa che Tolentino sia diventato un territorio di nessuno, noi diciamo con forza che servono regole, rispetto e responsabilità. È arrivato il momento della tolleranza zero».

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Per il gruppo di minoranza la città è cambiata in peggio: «Ogni amministrazione locale ha responsabilità dirette. Chi governa un territorio ha il dovere di conoscerlo, presidiarlo e proteggerlo. Nel frattempo, mentre si rincorrono giustificazioni su telecamere rotte e carenza di personale, si moltiplicano episodi che generano insicurezza diffusa: segnalazioni di spaccio, vandalismi, presenze sospette nelle ore serali, disagio tra commercianti e famiglie». La consigliera Prioretti osserva: «Se il sindaco ammette che la città sta cambiando allora deve intervenire.
Se il cambiamento genera paura e degrado, serve agire subito. Come? Intanto, finché non si organizza un nuovo piano, ripristinare le telecamere, aumentare i controlli nelle ore serali, rafforzare la presenza della Polizia Locale e rimettere in servizio strumenti operativi come il cane antidroga. I problemi non si spiegano, si affrontano».

Il capogruppo in Consiglio di Fratelli d’Italia Francesco Colosi invoca un Consiglio comunale aperto sul tema, e aggiunge: «Abbiamo già chiesto l’apertura di un tavolo congiunto con le forze dell’ordine, ma tutto si è infranto contro il solito muro di giustificazioni e inerzia. Ricordo la mozione approvata all’unanimità che ho presentatolo scorso 27 febbraio dove si impegnava il sindaco e la giunta ad intensificare l’impegno, nell’ambito delle proprie competenze, a favore della sicurezza urbana e della legalità, tenendo altresì aperto il confronto ed il dibattito tra tutte le forze politiche consiliari sulle iniziative e gli interventi da realizzare per soddisfare la domanda di sicurezza dei cittadini e mettendo in atto ogni forma di collaborazione e coordinamento con le Autorità statali competenti e con le Forze dell’ordine nel costante monitoraggio dei fenomeni criminosi, nel miglioramento dei servizi di controllo del territorio e nello sviluppo di adeguate azioni di comunicazione alla cittadinanza, atte ad accrescere la fiducia nelle istituzioni pubbliche».

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