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Marco Vinco presenta il Mof che verrà:
«Le voci saranno il punto di forza,
giovani talenti e opera nelle strade»

L'INTERVISTA - Il nuovo direttore artistico in carica fino al 2027 ha già le idee chiare sul futuro per un festival che deve aprirsi all'Europa: «Attesa per la prima assoluta de La Vedova allegra. Pronti i titoli delle prossime stagioni. Ho amato il Falstaff dei bambini». Promossa l'intesa con Lucia Chiatti

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Il nuovo direttore del Mof Marco Vinco durante le prove de La Vedova Allegra

di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni)

Marco Vinco pronto per i debutti del Macerata Opera Festival, emozione per la prima assoluta de La vedova allegra. Ѐ in fermento la nuova direzione artistica del Mof, festival che prenderà il via tra meno di un mese con l’operetta di Franz Lehár che rappresenta la vera, grande sfida dell’estate. Gli altri due titoli in cartellone infatti, Rigoletto e Macbeth, sono già stati ampiamente collaudati e apprezzati dal pubblico negli anni passati mentre La vedova esordirà per la prima assoluta in oltre 100 anni di Sferisterio. Una stagione che sarà in linea con ciò che era stato impostato dalla scorsa estate dal predecessore Paolo Gavazzeni con uno sguardo già acceso sul futuro, almeno secondo i piani del nuovo direttore artistico Marco Vinco, presentato per la prima volta lo scorso 23 dicembre e arrivato per salvare in corner, o meglio “in zona Parcaroli”, una nomina che per la dilatazione delle tempistiche stava assumendo le caratteristiche del grottesco. Passata la tempesta è però tornata la bonaccia e la stagione lirica è pronta a navigare in acque tranquille in attesa che le tre opere soffino via i malumori, con un timone saldamente guidato dalla coppia Marco Vinco – Lucia Chiatti, nuova sovrintendente, tra cui sembra sia nata immediatamente un’intesa totale.

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Marco Vinco ha già una visione per le prossime stagioni

A dicembre lo stesso Vinco aveva utilizzato due parole d’ordine per definire il suo impegno a Macerata: entusiasmo e responsabilità (leggi l’articolo). «Le sottoscrivo di nuovo – spiega Vinco – l’entusiasmo è quello di un festival che cresce ogni giorno e che ormai è alle porte, mentre la responsabilità è quella verso le stagioni future di cui ho già in mente i titoli e per cui sto già contattando gli artisti. C’è grande attesa per Vedova mentre Rigoletto è un titolo che ha avuto grande successo qui a Macerata. Il Macbeth con la regia di Emma Dante, pur essendo un titolo inusuale, ha fatto molto parlare in tutti gli ambienti operistici. La macchina quindi è pronta a partire, ringrazio Lucia Chiatti per il magnifico rapporto che si è creato, quest’anno non ho voluto fare grandi cambiamenti ma ho cercato di confermare la strada già tracciata. Per il futuro però sarà più forte la mia impronta». Marco Vinco, tra le altre cose specializzato anche in Management dello Spettacolo, ha le idee piuttosto chiare sul futuro del Mof: «Non ci sono formule perfette – prosegue il direttore artistico – bisogna capire prima di tutto il pubblico e il territorio. Studiare le situazioni, raccogliere dati, entrare in sintonia con la realtà del luogo per rendere contemporaneo il messaggio del teatro. Il teatro deve sapersi adeguare senza snaturare il proprio linguaggio. A Macerata servono titoli da grande repertorio, lo chiedono il pubblico e lo spazio stesso. Bisogna puntare su nuovi allestimenti e, soprattutto, su cantanti che possano proseguire la grande tradizione per cui è conosciuto lo Sferisterio. Le voci devono essere il punto di forza».

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L’intervista esclusiva per Cronache Maceratesi

Un altro punto saldo saranno le coproduzioni: «Le ritengo fondamentali – prosegue Vinco – non solo per ridurre i costi ma anche per ampliare le relazioni e uscire dal locale, per entrare in una dimensione europea. Inoltre un mio impegno certo sarà la valorizzazione dei giovani under 35. Sicuramente servono cantanti esperti per alcuni ruoli ma il mio desiderio è affiancare giovani talentuosi che possano essere uno stimolo verso una continua rinascita del teatro». Un teatro che, quasi sicuramente, uscirà dalle mura dello Sferisterio per riversarsi nelle anche nelle strade e nelle piazze: «Negli anni passati avete avuto una splendida iniziativa nata sotto la direzione Micheli, La Notte dell’Opera – dice Vinco – ritengo però che le cose vadano costruite nel tempo e non bisogna cercare di replicare qualcosa sempre allo stesso modo. Con lo stesso spirito, ma senza imitare, cercherò di far vivere anche la città di opera, ho già varie idee per i prossimi anni». Una battuta anche sulla piccola polemica che ha già anticipato l’apertura della stagione 2025, con le tre prime che saranno spalmate in due settimane: «Purtroppo non abbiamo potuto fare modifiche – spiega Vinco – l’anno prossimo torneremo sicuramente alla formula delle tre prime nella stessa settimana».

Marco-Vinco_Sferisterio_MOF_FF-3-650x434Intanto il primo successo è già stato registrato con un Falstaff dei bambini che ha richiesto anche una rappresentazione extra (leggi l’articolo): «Si tratta di un’opera complessa – commenta il direttore – sembra a prima vista non adatta ai bambini eppure, per come è stata rappresentata, è stata davvero amata dai più piccoli che cantavano a tempo e riconoscevano immediatamente i personaggi. Un momento molto emozionante e commovente. Ho apprezzato anche il vedere tanti bambini composti e vestiti bene per l’occasione, anche questo fa parte dell’educazione e della cultura che può trasmettere l’opera alle nuove generazioni». Confermata anche la danza, almeno per quest’anno, con la Carmen Flamenco del 29 luglio, attesissimo balletto della Compañía Antonio Gades in collaborazione con Carlos Saura annullato nel 2023, all’epoca di Pinamonti, a causa di un diluvio improvviso (leggi l’articolo). «L’ho scelto più che altro per celebrare i 150 anni della Carmen di cui, la prima rappresentazione risale al 1875 – conclude Marco Vinco – attualmente siamo concentrati sulla stagione lirica piuttosto che sulla danza dei prossimi anni ma possiamo comunque ipotizzare nuovi frutti. Non mi pongo il problema di mantenere lo status quo né sento la necessità di cambiarlo a tutti i costi. Vivo in maniera pacifica il legame con chi mi ha preceduto e allo stesso modo mi rapporto con il futuro».

 

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