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Studiò un progetto per il futuro del porto:
bocciato dal Comune, premiato alla Biennale

CIVITANOVA - L'ha realizzato Nicoletta Centioni, dopo la laurea in Architettura. Ora è esposto a Venezia come esempio di eccellenza architettonica italiana. «L'ipotesi progettuale nasceva per riconnettere lo spazio del borgo marinaro con l'area del porto, creando una continuità fra il centro ed il mare. Ho scritto diverse mail, ho provato a chiedere un appuntamento ma nessuno mi ha mai richiamata». E lo avrebbe ceduto gratis

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di Laura Boccanera

«Nemo propheta in patria», ammonivano i latini. Ma più che una consolazione, suona come una condanna. Una di quelle frasi da manuale per archiviare con un’alzata di spalle il talento inascoltato, l’intuizione ignorata, la visione respinta.

Ed è così che un’idea nata tra le aule universitarie, frutto di un lavoro certosino per la propria tesi di laurea, creato in collaborazione anche con l’allora comandante della Capitaneria di porto Angelo De Tommasi, snobbato dalla politica locale, trova oggi una ribalta internazionale nella Biennale di Architettura di Venezia, la più importante mostra sui progetti di tutti gli architetti del mondo.

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L’architetto Nicoletta Centioni

È la parabola del progetto di laurea dell’architetta Nicoletta Centioni, 37 anni, civitanovese. Nel 2017, neolaureata in Architettura dopo un percorso di studi all’università di Roma e Firenze, Centioni – «nessuna parentela coi politici locali omonimi», ci tiene a precisare – è stata selezionata tra migliaia di architetti che hanno risposto alla call indetta dalla curatrice del Padiglione Italia Guendalina Salimei. Il suo progetto urbanistico per la riconnessione del tessuto urbano con quello del porto è stato scelto come uno dei più coerenti con il tema “Terrae acquae, Italia e intelligenza del mare”.

Una soddisfazione, certo, ma velata dall’amarezza: quel progetto giace dal 2017 inascoltato nella casella mail del sindaco Fabrizio Ciarapica.

«Il mio progetto era un’idea sul futuro di quell’area, ancora non erano stati presentati progetti per il Varco o per l’area portuale (il famoso progetto Dubai è del 2021 ndr) e l’ipotesi progettuale nasceva per riconnettere lo spazio del borgo marinaro con l’area del porto, creando una continuità fra il centro ed il mare – spiega Nicoletta Centioni -. Nel mio progetto il Varco era parte di un asse che partiva dal comune e arrivava al mare, così come altre aree in cui le direttrici conducono a est. Attualmente il water front è uno spazio ibrido, un luogo non più urbano e un non luogo urbano e il progetto cercava di ricostruire questo dialogo spezzato. Gli elementi costitutivi principali sono 4: gli assi connettivi, i nuovi cantieri navali, le attività di supporto e la green way, una vasta area di impianto boschivo e tessere verdi parte integranti nel ridisegno dell’interfaccia porto città».

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Un progetto che Centioni avrebbe voluto donare al Comune, insieme al modello 3D costruito per la tesi, che ricostruisce il centro di Civitanova dalla ferrovia al mare.

«Ho scritto diverse mail, ho provato a chiedere un appuntamento in comune – prosegue – nell’interlocuzione c’era anche l’allora comandante della capitaneria di porto col quale mi ero confrontata spesso proprio per rendere più accurata la progettazione di quell’area, ma nessuno mi ha mai richiamata». Poca cosa, in confronto alla risposta arrivata da Venezia, dove fino a ottobre il progetto di Nicoletta Centioni sarà in mostra quale esempio dell’eccellenza architettonica italiana.

 



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