Katiuscia Cassetta, assessore alla Cultura
di Luca Patrassi
«Leggo con un certo stupore che un ex assessore alla Cultura di questa città fa una certa confusione tra un reale arricchimento dell’offerta culturale e turistica della città parlando di una duplicazione dei musei e loro gestione ma soprattutto pensi che sia compito del Comune costituire società o una coop con gli istituti formativi della città. La critica sembra più rivolta al sistema imprenditoriale e cooperativo locale che pare, a detta dell’ex assessore, faccia fatica a sviluppare imprese di qualità».
A scrivere è l’assessora comunale alla cultura Katiuscia Cassetta che replica alle dichiarazioni di Massimiliano Bianchini (leggi l’articolo). «Vorrei pertanto – aggiunge l’amministratrice – fare chiarezza su come vengono usate le risorse pubbliche destinate alla cultura. La gara a cui fa riferimento era pubblica, aperta a tutti e nessuno ha escluso cooperative locali. La governance del servizio è chiara e volutamente a regia comunale con esecuzione mista, in parte con dipendenti pubblici e in parte tramite ditta individuata con appalto. I requisiti richiesti della gara, non al massimo ribasso, erano la qualità e garanzia di un servizio serio e costante ad un prezzo equo».
La questione occupazionale nel pensiero dell’assessora Cassetta: «Un requisito importante era l’obbligo di riassorbimento del personale attualmente in servizio a Palazzo Buonaccorsi e la biblioteca Mozzi Borgetti, che si è formato e cresciuto negli anni, sempre preparato e pronto ad una maggiore fruizione dei contenitori culturali che negli ultimi anni è crescita notevolmente, proprio a garanzia di una qualità costante e continua del servizio offerto agli utenti.
La provenienza del personale è locale, dovendo vivere e lavorare sul posto e spendendo in città, ed è scelto dalla ditta ma il capitolato prescrive il livello di qualificazione ma soprattutto sono giovani formati anche presso le nostre università e che magari hanno fatto esperienze formative fuori Macerata, esperienze che li hanno arricchiti e ora sono pronti a mettersi al servizio di una rete museale che, come ho più volte detto non ha nulla da invidiare a nessuno, che è ben distribuita e non ha bisogno di ulteriori strutture ma deve puntare sempre a migliorarsi. Non ci sono duplicazioni ma arricchimenti dell’offerta culturale e turistica attraverso la musealizzazione dello Sferisterio, della Torre civica, del museo di Storia naturale e presto del sito archeologico di Helvia Ricina».
L’incursione politica: «Vorrei infine fare i complimenti all’opposizione che non ha cavalcato questa sterile polemica ma soprattutto alla mia maggioranza che ha appoggiato una visione della cultura seria, con investimenti costanti sia nella modernizzazione e mantenimento delle strutture attraverso importanti fondi nazionali ed europei che siamo riusciti ad intercettare che attraverso un costante aggiornamento e confronto con altre realtà dalle quali ci sentiamo arricchiti e mai ci siamo chiusi in uno sterile provincialismo che sicuramente non aiuta nessuno. Questa la più grande dimostrazione che anche la “destra” si può occupare di cultura, senza tante parole ma con fatti concreti».
La rete museale cittadina: «I nostri musei sono presi ad esempio da altre realtà, sono studiati, veniamo chiamati per raccontare il nostro percorso e siamo all’interno di una rete di relazioni importanti che permettono una reale valorizzazione del nostro patrimonio, anche attraverso la collaborazione seria con l’Università e l’Accademia con le quali collaboriamo costantemente, come facciamo con tutti gli Istituti di scuola superiore del territorio. Mai ci siamo tirati indietro difronte a collaborazioni e proprio ora stiamo lavorando su più progetti di rete nazionali ed internazionali».
L’auspicio finale: «Forse bisognerebbe smetterla di guardare al passato, capire che la città ha un grande potenziale e solo se di questo ne avremo la reale e onestà e consapevolezza riusciremo a capire quali sono le giuste scelte per la valorizzazione di un patrimonio unico che non può chiudersi ma anzi deve aprirsi alle migliore competenze e stimolare nei giovani un reale interesse verso il mondo della cultura, delle sue potenzialità innanzitutto per una crescita personale e più economica e sociale di tutto un territorio».
Musei maceratesi “poco maceratesi”. «Nessun progetto di governance locale»
Vorrei confortare Massimiliano Sport Bianchini con un ricordo: lassessore in questione non ha un problema di consenso nelle urne perché non è stata eletta. Si trova lì perché è stata prediletta- nel senso di scelta - direttamente dal Sindaco. Quindi non credo che ci sarà una campagna elettorale per misurare le opinioni. Lassessore da quel che è accaduto alla competizione preferisce la cooptazione!
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Non mi interessa minimamente fare polemica con l’assessore Casetta…per quello ci rivedremo in campagna elettorale delle comunali….ma intanto talmente sterile la polemica che sono stato contattato da diverse cooperative territoriali non proprie tenere con l’amministrazione comunale e operatori museali,il ribasso del 12 e 16 per cento lo pagheranno i lavoratori che verranno ancora più sfruttati ,inoltre il personale del museo del comune di Macerata è ridotto all’osso e infine dovrebbe sapere che il codice degli appalti è un tantino cambiato da quello che fa capire e perciò si possono inserire accorgimenti e contesti che valorizzano le cooperative del territorio…se L’assessore di destra pensa che abbiamo bisogno di cooperative di Pontassieve per gestire i nostri musei me ne farò una ragione io ma anche il suo elettorato..
Le Coop rosse non le vogliamo !!!!
io penso che la persona più adatta a gestire tutti i musei della città è lui, l’unico, il solo, il mitologico Bartoloni.
Dopo il MAGA make america great again, è l’ora del MMGA make macerata granne again. e i sinistrossi muti devono stare!
e comunque a me piace essere provinciale, piace vivere in provincia o meglio piaceva prima che mi deturpassero l’area dove abito. non capisco perchè una città sotto i 50.000 abitanti debba fare la metropoli.