25 aprile, il Comune copia e incolla:
«Manifesto privo di partecipazione»
Ma l’opposizione aveva fatto lo stesso

CORRIDONIA - L'amministrazione Giampaoli ha usato per il terzo anno di fila il medesimo messaggio da condividere via social e sui manifesti per la Festa della Liberazione. L'opposizione ha scatenato la polemica, sorvolando sul fatto però che la giunta Cartechini aveva fatto la stessa cosa

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Gli ultimi tre manifesti per il 25 aprile

di Marco Pagliariccio

Una scivolata evitabile, ma decisamente indicativa. Per il terzo anno consecutivo, il comune di Corridonia ha pensato bene di copiare, incollare e pubblicare sul profilo ufficiale Facebook dell’ente il medesimo messaggio (cambiando solo le date) in occasione del 25 aprile.

Tante belle parole, un ricordo carico di passione e di buoni propositi quello sottoscritto dal sindaco Giuliana Giampaoli e pubblicato di buon’ora stamattina. Internet, però, nasconde ma non dimentica e la cosa non è sfuggita all’ex presidente del consiglio comunale Riccardo Vecchi, che prontamente ha tirato fuori il post pubblicato dall’ente il 25 aprile del 2024, perfettamente identico all’attuale. E da lì la risalita a ritroso ha portato a quello del 2023, prima Festa della Liberazione dell’attuale giunta di centrodestra, anche questo con le medesime parole scritte in quello odierno. E che, evidentemente, risulta quindi “l’originale”.

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I manifesti per il 25 aprile degli ultimi tre anni della giunta Cartechini

Ricevuto l’assist, l’opposizione è andata subito all’attacco. «In molti stamattina ci avete raggiunti, risentiti, addolorati, delusi e arrabbiati, in molti ci avete chiesto: ma come si fa? – scrivono Pensare Corridonia e Corridonia Insieme, le due liste con dentro buona parte degli esponenti della precedente amministrazione Cartechini – il manifesto a firma del sindaco e della sua amministrazione, pur commemorando ufficialmente il 25 aprile, risulta decisamente neutro e svuotato di elementi storici fondamentali. L’assenza delle parole “partigiani” e “antifascismo”, in un testo che dovrebbe celebrare la Liberazione dal nazifascismo, è una scelta politica evidente, che snatura il significato autentico della ricorrenza.

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Manuele Pierantoni

Il fatto che sia stato copiato e incollato dal testo dell’anno precedente rafforza l’idea di una commemorazione formale, priva di partecipazione e consapevolezza storica. In un momento storico come l’attuale, segnato da ritorni preoccupanti di intolleranza, diseguaglianze e revisionismi, un’amministrazione dovrebbe farsi carico di ribadire con forza i valori dell’antifascismo, fondamento della nostra Costituzione e della Repubblica. Scegliere invece di adottare un linguaggio vago e “pacificato”, che evita di nominare il nemico da cui ci si è liberati , non è una dimenticanza, è una presa di posizione. Così facendo si contribuisce a una narrazione ambigua, che rende indistinta la memoria e mina le radici civili e democratiche della comunità. Oggi, a 80 anni da quel giorno, nell’assenza totale di iniziative nel nostro Comune, non possiamo accettare il silenzio e la rimozione. Chi celebra il 25 aprile evitando parole come partigiani, resistenza, antifascismo, non sta facendo memoria: sta riscrivendo la storia. Ricordare vuol dire dare nome alle cose. E oggi più che mai dobbiamo farlo, perché la democrazia si difende anche così: chiamando per nome chi ha combattuto, chi ha taciuto, chi ha resistito e chi ha oppresso. Il 25 aprile è di tutti, ma non è neutro. È una scelta di campo. E noi la rifacciamo, ogni anno».

In realtà, però, neanche quella della oggi opposizione è una scelta fatta davvero ogni anno. Sempre per il principio per cui internet nasconde ma non cancella, risalendo ulteriormente la corrente dei post degli ultimi tre 25 aprile celebrati dalla giunta (di centrosinistra) del sindaco Cartechini ecco la “sorpresa”: ebbene il post pubblicato nel 2022 (diverso da quelli successivi utilizzati da Giampaoli & co., almeno quello) riprende praticamente le stesse parole di quello del 2021 e quest’ultimo è identico a quello precedente del 2020. Insomma una prassi consolidata quella del copia-incolla a Corridonia, segno di un disinteresse verso le celebrazioni della festa che dovrebbe rappresentare il fondamento della nostra nazione che a parole tutti rifuggono ma che all’atto pratico si è risolta in un impiccio da togliersi il prima possibile. Una decina di righe formalmente ineccepibili, fatte una volta, buone per 3-4 anni. Cosa resta della memoria della lotta per la libertà riconquistata 80 anni fa se viene ridotta a un cumulo di caratteri da riproporre stancamente anno dopo anno? Niente, è l’amara risposta.

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