Mattatoio, Marcolini incontra gli operatori
Obiettivo la riapertura da lunedì
La Regione stanzia duecentomila euro

MACERATA - Dopo decenni di sofferenza economica, il punto di svolta grazie alla lettera di intenti sottoscritta dall'imprenditore che ha assicurato la sua partecipazione alla prossima asta. La riunione di oggi pomeriggio promossa dal sindaco Parcaroli. Insoddisfatto il consigliere dem Romano Carancini che ha presentato una interrogazione: «La struttura deve rimanere pubblica»

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L’imprenditore Ilario Marcolini

di Luca Patrassi

Un paio di ore di riunione tecnica oggi pomeriggio negli spazi del mattatoio di Villa Potenza, gestito dalla Cozoma. Tra i presenti c’erano tra gli altri l’imprenditore Ilario Marcolini dell’azienda agricola di Pollenza, il sindaco Sandro Parcaroli, rappresentanti della società di gestione. Riunione positiva, è fissato un altro incontro entro la settimana con l’obiettivo di riaprire la struttura già lunedì prossimo. Nessun commento ufficiale in attesa della firma dell’intesa, anche se – secondo fonti ufficiose – ci sarebbe un accordo di massima sui contenuti dell’atto. Marcolini ha assicurato il proprio sostegno alla Cozoma fino all’asta per poi procedere con una ristrutturazione dell’impianto che ha finora “macellato” milioni pubblici grazie a un business-plan basato su numeri mai visti nella zootecnica non solo marchigiana ma probabilmente del Centro Italia.

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Il mattatoio

Ora, dopo decenni di sofferenza economica, il punto di svolta grazie alle lettera di intenti sottoscritta da Marcolini che ha assicurato la sua partecipazione alla prossima asta. In Consiglio regionale l’assessore Andrea Antonini ha rivelato che la Regione ha pronti duecentomila euro per un progetto di riqualificazione del mattatoio di Villa Potenza e che è pronta ad intervenire con ulteriori finanziamenti nel caso le circostanze lo dovessero richiedere.

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Romano Carancini, consigliere regionale del Pd

L’assessore Antonini ha risposto in aula ad una interrogazione del consigliere regionale dem Romano Carancini che però si è detto insoddisfatto. «Non mi sembra che la giunta Acquaroli stia facendo tutto il necessario per far ripartire l’attività di lavorazione delle carni nel mattatoio di Macerata. C’è il rischio che oltre ai posti di lavoro della struttura, questo atteggiamento totalmente passivo metta a rischio il futuro delle imprese locali del settore zootecnico, che saranno costrette a recarsi fuori regione accollandosi quindi maggiori costi, e indebolisca la sicurezza alimentare dell’intera filiera marchigiana a causa dell’allontanamento dei controlli. Purtroppo – spiega Carancini – l’asta per rilevare il sito dopo l’annuncio di interruzione dell’attività da parte del Consorzio Cozoma è andata deserta e se non si decide di agire immediatamente, per il mattatoio non ci sarà futuro. La situazione è nota da mesi e credo che sarebbe stato auspicabile un intervento della Regione Marche per acquisire la struttura, dando finalmente una risposta seria al sistema agricolo marchigiano. Anzi, ritengo che la giunta Acquaroli avrebbe dovuto sentirlo come un dovere, considerato anche il carattere strategico del mattatoio di Villa Potenza, posizionato vicino al nuovo centro fiere che sarà inaugurato a breve. Invece – conclude Carancini – tramite l’assessore Andrea Antonini veniamo incredibilmente a sapere che la Regione ha deciso di lavarsene le mani, lasciando tutto in mano al sindaco Parcaroli, sul cui operato è meglio stendere un velo pietoso. Infatti, se Parcaroli avesse davvero lavorato bene, e quindi in sinergia con la Regione, oggi la struttura sarebbe stata acquisita e non sarebbe andata deserta l’ennesima asta. Ciò che il sindaco di Macerata non comprende, o che fa finta di non comprendere, è che la chiave per risolvere il problema non è parlare con imprenditori che di fatto hanno finora palesato solo delle intenzioni, le quali potrebbero anche non concretizzarsi se, legittimamente, gli stessi non valutassero favorevoli le condizioni per rilevare la struttura. Il punto è che quella struttura è pubblica e pubblica deve restare, e la Regione, che ha competenze specifiche e fondamentali in materia agricola e zootecnica, non può continuare a far finta di niente, ma deve interessarsi direttamente come parte attiva».

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