Ladri nella casa terremotata,
la proprietaria: «Esausti e amareggiati»

CAMERINO - Nel mirino un'abitazione di via Favorino dove non era stato possibile effettuare il trasloco. Lo sfogo di Nancy Biraschi: «Anche altri immobili presentano segni di scasso»

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I danni al portone dell’abitazione

di Monia Orazi

Ladri in azione nel centro storico di Camerino, in via Favorino. Nel mirino dei malviventi una abitazione inagibile a causa del terremoto del 2016 che è stata svaligiata dai ladri che hanno sottratto oggetti di valore e mobili antichi.
«Mi hanno avvisato che il portone di casa di mia madre in via Favorino era aperto. Sono andata a controllare. Il peggio si è avverato: sono entrati e hanno rubato», ha denunciato sui social Nancy Biraschi, proprietaria dell’immobile.
Secondo quanto riferito dalla stessa Biraschi, i malviventi hanno portato via «sedie, specchi antichi, opere d’arte, oggetti ingombranti e di valore». La casa, rimasta arredata a causa delle difficoltà logistiche seguite al sisma, conteneva ancora effetti personali. «Come se non bastasse la distruzione lasciata dal terremoto. Come se non fosse già abbastanza vivere da erranti, tra pendolarismo e sacrifici, trascinando il peso di 9 anni difficili, estenuanti, logoranti», ha aggiunto Biraschi.
Il furto non sarebbe un caso isolato. Secondo la testimonianza della vittima, anche altre abitazioni nella stessa via presenterebbero segni di effrazione: «Anche altre nella stessa via presentano segni di scasso, secondo me almeno tre».
Il fenomeno dei furti nelle zone terremotate non è nuovo. I centri storici di Camerino, Visso e Ussita, rimasti a lungo zone rosse e ora interessati dai primi cantieri di ricostruzione, sono particolarmente vulnerabili. Le aree, disabitate al di fuori degli orari di lavoro delle maestranze, risultano difficili da sorvegliare nonostante la presenza di telecamere.
La situazione è particolarmente dolorosa per gli anziani proprietari, come sottolineato da Biraschi: «Mia madre ha 85 anni: non auguro a nessuno di vedere un genitore anziano smarrito, deluso, spezzato. Dopo una vita di lavoro ha perso tutto: la casa, i ricordi, ogni cosa realizzata con amore e sacrificio. Sono esausta, indignata, amareggiata. Cerco di sorridere, cerco di resistere, di essere sempre disponibile, propositiva, ma oggi no. Oggi vorrei solo urlare. Io non ne posso più, questa è la verità. Tutti coloro che si riempiono la bocca con la frase “impegno verso la ricostruzione”, ma sono solo menzogne. La mia situazione è la stessa di quella vissuta da mia madre, ma a quasi 50anni voglio ancora sperare che qualcosa cambi in positivo. Mia madre ha gettato la spugna, stasera si è arresa. Ho visto i suoi occhi senza luce, per la prima volta».


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