L’istituto Stella Maris
di Laura Boccanera
Mobilitazione contro la variante residenziale per lo Stella Maris, il 30 marzo cittadini in flash mob per dire no alla conversione in appartamenti dell’ex convento delle suore della Riparazione. L’addio alle tre ultime suore rimaste nel convento e trasferite a Milano (leggi l’articolo) in questi giorni ha ridestato un’ondata di affetto e di attenzione da parte dell’opinione pubblica sul futuro della grande struttura edilizia che si trova fra via Vela, via Piave e corso Garibaldi. Lo stabile infatti ha ospitato dal Dopoguerra le Suore della Riparazione, e sia in passato, che attualmente, trovano alloggio negli spazi su tre piani anche scuole e enti formativi.
Il preliminare di vendita firmato tra le suore e una cordata di imprenditori (in realtà la vendita non è ancora stata finalizzata e l’accordo è stato rinnovato di anno in anno) ha però allarmato la cittadinanza che oggi torna ad interrogarsi sul perché del naufragio di alcune operazioni che potevano riqualificare la struttura, dando anche una risposta rispetto a servizi esistenti come quello di una casa di riposo per anziani.
A destra l’ala sud che da variante verrà abbattuta e ricostruita
La scorsa settimana si è tenuta una riunione di cittadini proprio per discutere di iniziative e per contrastare una speculazione edilizia sullo Stello Maris in un’area cittadina già densamente congestionata per la ristrutturazione e edificazione di nuove palazzine che hanno limato ulteriori parcheggi e limitato lo skyline con innalzamento di piani e livelli rispetto all’esistente.
Ad organizzare il flash mob i residenti del centro: è prevista una mobilitazione domenica 30 marzo dalle 11 davanti all’ingresso storico di via della Vela. «Il futuro dell’istituto Stella Maris sembra essere stato già deciso dall’amministrazione comunale senza tenere conto dei reali bisogni della città e della volontà dei residenti – spiegano i promotori – Lo Stella Maris è un pezzo di storia di ognuno di noi e vogliamo proteggerla da altre speculazioni edilizie. Diciamo no ad ulteriori colate di cemento, irrazionali costruzioni e incremento di densità abitativa. Vogliamo una destinazione utile alle reali necessità della collettività come scolastico, culturale, socio-assistenziale e tutto quanto possa rispondere alle esigenze dei cittadini».
L’ipotesi di variante per lo Stella Maris prevede la demolizione e ricostruzione della sola area a sud (quella dove era presente la cooperativa 13 maggio) mentre il resto dell’edificio, 8.914 metri quadrati, ha un vincolo e pertanto è soggetto a ristrutturazione vincolata senza aumento di cubatura. La richiesta di variante riguarda la destinazione abitativa residenziale, mentre verrà mantenuta una parte di destinazione riservata alla formazione per la prosecuzione delle attività attualmente contenute nella struttura.
L’ultima messa allo Stella Maris, l’istituto chiude dopo oltre un secolo «Che dispiacere andare via»
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Bene,quello che sbalordisce è che l’opposizione politica non si mobiliti.
sono da applaudire solidarizzare sostenere i cittadini che si mobilitano.Sbalordisce l’inerzia delle opposizioni.
l’unica soluzione è offrire di più (se capite cosa voglio dire) alla giunta. facciamo una colletta