Dietrofront, o meglio tutto rimandato. Forse a quando le acque saranno più calme e non ci sarà la spada di Damocle della campagna elettorale a pesare come un macigno. Ma la volontà a quanto pare resta.
E’ durata 24 ore la nuova richiesta della Link Univerisity di istituire altri sei corsi di Fisioterapia e Osteopatia a Macerata, Ascoli e Fano, dopo il via libera già ricevuto dalla Regione per aprire corsi di Medicina-Chirurgia e Odontoiatria nelle tre città. Venerdì il dg dell’ateneo aveva inviato una lettera in cui si palesava la volontà di aprire altri sei corsi, appunto, nell’anno accademico 2025/2026, oltre a quelli che già hanno ottenuto un primo ok da Palazzo Raffaello e sono in attesa della pronuncia vincolante del Miur. Nelle missiva si invitavano sindaci, sindacati, ordini professionali e parti sociali a un incontro online per martedì, in cui avrebbero dovuto esprimere un parere preventivo sulla richiesta. Propedeutico, ovviamente, a ottenere un nuovo lascia passare dalla Regione.
Palazzo Raffaello, sede della Regione
Ieri sera però è arrivata un’altra lettera firmata dal dg della Link University in cui è stato comunicato l’annullamento dell’incontro di martedì, da fissare prossimamente, ed è stato specificato anche che la proposta resta in piedi, ma per l’anno accademico 2026/2027. Ora, cosa è successo in queste 24 ore non è dato sapere. Di certo, appare quantomeno improbabile che l’ateneo abbia cambiato idea così rapidamente. Molto più probabile è che tra venerdì e sabato sia intervenuta la Regione, per “bloccare” sul nascere questa nuova patata bollente. Di sicuro il presidente Acquaroli e la sua giunta sono stati travolti dalle polemiche dopo il primo sì rilasciato da Palazzo Raffaello all’ateneo privato: i rettori delle quattro università pubbliche marchigiane, sindacati, forze di opposizione e studenti hanno puntato il dito con forza contro la decisione. A maggior ragione dopo la ricostruzione di Cronache Maceratesi in cui si è dato conto del fatto che la famiglia del fondatore della Link, Francesco Polidori, sia stata una delle maggiori finanziatrici della campagna elettorale della Lega per le politiche del 2022. Quindi è possibile che siano intervenuti direttamente i vertici della Regione per cercare di tamponare subito l’eventuale ulteriore falla che si sarebbe potuta creare a livello di opinione pubblica e non solo. E così la richiesta ora resta sospesa, in attesa che passino “la nottata” e soprattutto le prossime elezioni regionali.
Romano Carancini e Sandro Parcaroli
«Tutto questo – attacca il consigliere regionale dem Romano Carancini – dà la misura di ciò che sta accadendo: il centrodestra è in totale confusione. E’ evidente che ci siano dei malumori nella maggioranza». L’esponente del Pd sposta poi il mirino sul sindaco di Macerata Sandro Parcaroli che, seppur sollecitato e contattato, sulla questione ha preferito fare il pesce in barile: «Ancora una volta Parcaroli non pervenuto, il fatto che il sindaco della città con uno degli atenei più antichi di Italia non dica una parola è inconcepibile. L’amministrazione comunale dovrebbe muoversi per quanto in suo potere per tutelare Unimc».
(Redazione Cm)
Mi sa che a Palazzo hanno paura dello scontento dei marchigiani e devono essersi promessi che potranno tornare alla carica qualora gli elettori non li obblighino a lasciare la Regione. Mi sbaglio? Chissà?!
Certo, quest'anno ci sono le elezioni, ma ci stanno prendendo per scemi.
Svegliatevi tutti...in poco tempo si torna all'università dell'800. Solo i ricchi potranno accedere. E con le private si laureeranno i ricchi e somari!!! I bravi senza soldi la laurea se la scorderanno
Cosa vorranno distogliere con questa mossa?
Un bel Flop per Acquaroli e combriccola
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Ma si, meglio far passare le elezioni. Facile governare così alla Ponzio Pilato.
La forza della politica…bleh…
«………. quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainc..o e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.
E ancora più giù: i pigliainc..o, che vanno diventando un esercito.
E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.
(LEONARDO SCIASCIA, Il giorno della civetta )