Marco Bisconti e Mafalda Minnozzi
di Maria Cristina Pasquali
Nata a Pavia da genitori marchigiani, Mafalda Minnozzi è cresciuta a San Severino, dove i suoi genitori avevano una tavola calda. L’abbiamo incontrata a bordo della nave Diadema della Costa Crociere, dove si stava svolgendo un programma denominato “Cruzeiro das Raizes” organizzato per celebrare i 150 anni dell’approdo della prima nave di emigranti da Genova a Santos nel 1874. In questa crociera, partita il 30 novembre da Genova, si teneva un programma di attività giornaliere (convegni lezioni d’italiano, concerti di musica italo brasiliana) nella sala conferenze e nel teatro della nave. Minnozzi era a buon diritto fra gli ospiti invitati.
Un momento dell’esibizione dell’artista settempedana
Come è cominciata la sua carriera artistica, Minnozzi?
«Ho studiato a Macerata e in particolare mi sono diplomata alla scuola di recitazione di Saverio Marconi, la Compagnia della Rancia, il debutto musicale col musicista Mencoboni è stato a Macerata. Successivamente mi sono trasferita a Roma per lanciare la mia carriera. A Roma stava anche Jimmy Fontana che addirittura era andato a scuola con mio padre a Camerino nella stessa classe».
Come si è trovata a Roma?
«Roma è una città che mi ha offerto molto e dove sono riuscita a fare i miei primi contratti discografici, poi i primi concorsi importanti per Sanremo e Castrocaro poi sono arrivata alla Rai dove ho lavorato per anni al programma “Unomattina” estendendo il mio repertorio dalla musica francese, americana alle canzoni cantautorali. Stando a Roma mi si sono presentate altre opportunità per lavorare in Europa soprattutto in Francia, Malta, Grecia. Ho anche io avuto le mie prime esperienze in mare lavorando proprio sulla Costa Crociere. Queste esperienze mi hanno regalato tanti contatti».
Quando si è trasferita poi in Brasile?
«Nel gennaio del 1996 ho avuto due opportunità: una di lavorare a Rio de Janeiro, un’altra di andare a New York. Subito ho scelto Rio, la città carioca, in cui pensavo di trovarmi più a mio agio. Pensavo mi somigliasse di più. Mi piaceva molto la bossanova. Ho seguito questa onda musicale di grandissimo contenuto. Arrivata in Brasile mi sono resa conto della grande forza della musica italiana, ma anche che potevo collaborare coi grandi musicisti brasiliani, mi piaceva il messaggio e la ricchezza di questa musica che si sposava con la mia. E la cosa più importante è stata che loro condividevano il mio messaggio musicale e lo hanno supportato. Da allora ad oggi sono passati quasi 30 anni».
Poi però è andata anche a New York…
«Successivamente ho avuto la opportunità di incontrare il musicista Paul Ricci, newyorkese di origini italiane ed ho cominciato a lavorare con lui e facendo molte serate, parecchi album, oltre 30, e 3-4mila concerti, tantissime musiche per colonne sonore per film e dopo sono andata a vivere a New York».
E le Marche le ha lasciate definitivamente?
«No, io vivo anche a San Severino perché sia io che mio marito abbiamo le mamme (lui a Macerata ) e soprattutto d’estate facciamo bellissimi concerti in Italia e nella provincia di Macerata ed abbiamo anche partecipato ad un festival meraviglioso, il festival del Jazz ad Ancona. L’ Italia è sempre nel mio cuore. Per Radio 1 Rai sono corrispondente da 22 anni di un programma musicale che si occupa di musica italo-brasiliana, un ponte che allinea cultura italiana e cultura brasiliana. Ho sempre cantato in italiano, un ruolo che ho sempre avuto e che ci tengo a mantenere. Per questo sono pienamente in linea con il programma “Cruzeiro das Raices” che è stato organizzato qui sulla Costa Diadema in cui ci troviamo con grande soddisfazione».
La Costa Diadema
Per questo motivo, quindi, è stata chiamata ad esibirsi in questo programma sulla Costa Diadema?
«Nel mondo ho fatto anche tanta bossanova. Ma poiché ho cantato sempre in italiano mi posso considerare a tutti gli effetti una artista ambasciatrice della cultura italiana. Ho partecipato anche a molti film festival e per questo sono stata chiamata qui dal Ministero degli esteri a prender parte a questo programma. L’esperienza in nave è stata straordinaria ed ha arricchito tutti noi. Mi Hanno dato la possibilità di intervenire ai convegni ma soprattutto di cantare a teatro e quindi di poter coinvolgere tutti quelli che si trovavano in nave e che hanno potuto beneficiare di questi straordinari concerti e racconti. Sono esperienze meravigliose che penso si ripeteranno anzi ne sono sicura. Nei due turni a teatro ho incontrato più di 2400 persone. Bello! Chissà quante cose avranno da raccontare quando tornano a casa».
***
Marco Bisconti è il marito e impresario di Mafalda Minnozzi ed è originario di Macerata.
«Sì, sono maceratese – dice Bisconti – Orgogliosamente maceratese nel mondo, perché da tanti anni non vivo in Italia. Lavoro come agente artistico. Insieme a Mafalda abbiamo fondato una casa discografica indipendente. Tutto questo inizialmente a San Paolo, dopo di che abbiamo cominciato ad aprire il nostro mercato negli Stati Uniti. Poi abbiamo allargato il nostro lavoro in Europa e dopo ancora nel resto del Sudamerica. Quando sono all’estero mi sento orgogliosamente ancora più maceratese, perfino accentuo il mio dialetto.
Che ricorda della sua vita a Macerata?
«Durante la mia vita da giovane a Macerata, a 16 anni ho giocato a pallavolo nel Cus. Cominciammo i campionati portando Macerata in Serie B con un piccolo sponsor, che era l’Ottica Pietroni. Successivamente entrò la Lube e diventò un’altra realtà».
Marco Bisconti
Quando lasciò Macerata?
«Ho studiato scienze agrarie a Perugia e dopo ho cominciato a lavorare a Roma anche alla Sapienza per una casa farmaceutica. Con Mafalda ci conoscemmo a Civitanova durante un campionato di beach volley che avevo organizzato io: a quel tempo lavoravo anche in una radio di Sant’Elpidio a Mare, ho fatto sempre molte cose».
Quali decisioni avete preso insieme?
«Dopo esserci messi insieme ci siamo stabiliti a Roma e ci siamo sposati nel 1989. Mafalda cantava all’Osteria dell’Orso, al Jackie’O poi a “Unomattina Tv” programmi che le hanno dato molta visibilità e popolarità».
Gli italo-brasiliani sulla nave
Quando vi siete trasferiti in Brasile?
«Un giorno venne un agente brasiliano che la convinse ad andare a cantare a Rio de Janeiro. Mafalda era molto appassionata di musica brasiliana. Abbiamo vissuto molti anni in Brasile, facendo concerti con artisti di grande rilievo artistico. Abbiamo partecipato a show televisivi di grande audience. Mafalda era invitata regolarmente. Poi ci sono state le telenovelas. Una delle più famose “Terra nostra “è stata trasmessa anche in Italia ed era incentrata sulla vita degli italiani in Brasile. La Globo, TV brasiliana, ci ha chiesto di far cantare in italiano anche gli artisti brasiliani e la popolarità è aumentata in maniera esponenziale».
Quale è stata la telenovela che vi ha dato maggiore soddisfazione e visibilità?
«Sicuramente è stata “Speranza”, che era il seguito di “Terra Nostra” e addirittura hanno chiesto a Mafalda di interpretare la colonna sonora nei 75 paesi in cui la telenovela stata trasmessa».
Durante tutto questo tempo è continuato il legame con Macerata?
«In tutti questi anni il legame con Macerata non si è mai interrotto primo perché abbiamo entrambi i genitori a Macerata e quindi veniamo appena possibile. Poi perché con l’Università di Macerata abbiamo partecipato a bei spettacoli alla Filarmonica e al teatro Lauro Rossi. Il Comune ci ha contattato lo scorso anno per Macerata Jazz, un importante concerto a Palazzo Buonaccorsi nel maggio 2023».
Come siete capitati in questa iniziativa a bordo di Costa Diadema?
«Sono decenni che Mafalda realizza questo legame artistico fra Italia e Brasile e quindi era naturale che fosse interpellata. Poi Fabio Niosi, italiano residente a Santos, ha messo in piedi un programma di tutto rispetto. Infatti una cosa è gemellare due piccole città altra è mettere insieme due città grandi e importanti come Genova e Santos. Hanno realizzato bellissimi murales, i due sindaci si sono incontrati. Il programma preparato dal presidente della Società italiana di Santos è stato veramente molto coinvolgente, anche molto partecipato perché alla fine ogni italo-brasiliano voleva raccontare la sua storia».
Chi ha avuto un ruolo fondamentale nel dare il via al programma?
«Dopo il gemellaggio e l’incontro dei due sindaci realizzare l’idea visionaria di Fabio Niosi cominciava a prendere forma, ma fondamentale è stato l’assenso del senatore Fabio Porta molto sensibile ai programmi Italia Brasile che ha subito appoggiato l’idea e ha dato il via libera a questa iniziativa. Mafalda si è esibita varie volte anche nel teatro della nave. Gli incontri nella sala conferenze sono stati frequentati con grande interesse. Infine ora incontrare una giornalista di Cronache Maceratesi qui a bordo su una delle navi più grandi di Costa è stata proprio una sorpresa assolutamente inaspettata e impensabile. Questo dimostra che i maceratesi sono presenti nel mondo più di quanto si pensi».
I miei nonni paterni, nati a San Severino, nel 1886 il nonno e 1890 la nonna, emigrarono con le famiglie nella zona di San Paolo. Si sposarono lì. Tornarono in Italia poco prima della grande guerra e si stabilirono ad Esanatoglia.
Complimenti.
Si sono trasferiti
Nostri ex condomini a Civitanova
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