Il saluto all’Helvia Recina della Curva Just
di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)
«Lu vekkiu vive con noi, lu vekkiu canta con noi», uno dei tanti cori che hanno accompagnato l’uscita dalla chiesa dell’Immacolata del feretro di Stefano Tognetti, il tifoso della Maceratese morto lunedì a 59 anni, colpito da un malore davanti allo stadio Helvia Recina, mentre era in auto.
Il saluto della Curva Just
Bandiere al vento, sciarpe, fumogeni biancorossi e arancioni dei tifosi della Mestre gemellati presenti che, assieme a quelli di altre tifoserie amiche come quelle di Massese, Settempeda, Bastia, Castelfidardo hanno voluto rendere omaggio ad un personaggio che ha segnato la storia del tifo biancorosso in tanti decenni, sin dagli anni Ottanta quando nacque il gruppo dei Boys Rata.
Il feretro viene portato nella chiesa dell’Immacolata per il funerale
Un pomeriggio segnato dall’orgoglio biancorosso quello che ha accompagnato i funerali di Stefano Tognetti. Iniziato alle 14 in una Curva Just dell’Helvia Recina gremita di supporter come fosse una domenica di partite che hanno iniziato a rendere omaggio ad uno dei fondatori del tifo organizzato della Maceratese.
Il saluto degli ultras lungo corso Cavour
La compagna Fabiola Monachesi, il figlio Ettore e la sorella Roberta si sono sentiti stretti in un abbraccio virtuale ma caloroso da centinaia e centinaia di supporter della Rata, oltre che dall’intera squadra di mister Possanzini e dai vertici del club rappresentati dal presidente Alberto Crocioni e dal vice Giovanni Idone.
Anche l’assessore allo Sport, Riccardo Sacchi, ha voluto presenziare a questa prima parte della celebrazione per la scomparsa di Tognetti.
Dallo stadio il corteo funebre ha mosso in via dei Velini, con la tifoseria che con canti e bandiere sventolate al vento ha accompagnato l’amico di sempre nel suo ultimo viaggio in direzione della chiesa dell’Immacolata in corso Cavour, in un percorso che Stefano Tognetti ben conosceva per averlo percorso chissà quante centinaia di volte nella sua vita per scendere dalla città allo stadio Helvia Recina.
Stefano Tognetti
A far da scorta al feretro anche gli uomini della Polizia locale che hanno bloccato il traffico dal Monumento ai caduti sino alla chiesa per consentire il passaggio del corteo a piedi.
Sul sagrato della chiesa tanti i maceratesi che già si erano radunati per partecipare al funerale di Tognetti. A partire da tanti vecchi Boys dell’epoca, tra cui Massimiliano Sport Bianchini, Ulderico Orazi, Alessandro Savi mescolati in mezzo a tanti altri sportivi. Presenti anche l’arbitro di serie A, Juan Luca Sacchi, Fabio Pistarelli capo gabinetto del presidente della Regione Acquaroli e Maurizio ‘Momo’ Mosca già presidente della Maceratese in diverse epoche, imprenditore notissimo in città che ha voluto con la sua presenza rendere omaggio a Tognetti ed all’intera tifoseria biancorossa che ancora lo ama moltissimo.
Il feretro è stato accolto in una chiesa già piena e sopra sono stati adagiati i vessilli dei tanti club che hanno attraversato la vita di Tognetti, da quello della Maceratese a quelli del Macerata 1921 e Atletico Macerata fino a quelli di tante tifoserie gemellate con quelle della Rata.
«Stefano era un uomo di calcio, gli piaceva stare coi ragazzi – ha detto don Piero che ha celebrato la funzione religiosa – gli piaceva stare insieme nell’amicizia forte che ne ha contraddistinto la sua vita. Era il suo stile umano che tutti conoscevano. Quando capita una morte così improvvisa ci si domanda che senso abbia la vita. Nel calcio che Stefano amava tanto ci sono due tempi: voglio pensare che anche la nostra vita abbia due tempi. Se nel primo tempo siamo stati accolti dall’abbraccio di mamma e papà perché non pensare che nel secondo tempo ci siano le braccia di Dio di Gesù e dello Spirito che ci accolgano».
Alla fine della messa c’è stato il momento del ricordo affidato a famigliari, amici e compagni della Curva Just. «Il tuo cuore Stefano si è spezzato ma rimarrà sempre con me, ciao Ste saluta il babbo» ha detto commossa la sorella Roberta che ha poi recitato una poesia scritta proprio dal fratello. Matteo Seccaccini presidente dell’Atletico Macerata ha ricordato come «sin dai primi passi della fondazione dell’Atletico Stefano si è preso le sue responsabilità.
Mise la sua firma su quel progetto nato su un tavolino di piazza Mazzini. Per lui non è mai stato importante quanto fosse forte la squadra ma era importante che ci fosse amicizia che tutti fossimo uniti dalla stessa passione, che stessimo bene assieme e non ci fossero problemi, incomprensioni o litigi. Era sempre lui che mediava e ricuciva le situazioni più delicate. Continueremo Ste su questa linea, te lo promettiamo. Proprio tu avevi voluto fortemente che nello stemma dell’Atletico ci fossero due stelle, di persone volate in cielo come Tommaso e Just (Fabrizio Giustozzi, ndr) per tramandare quei valori che ci hanno distinto. Non avremmo mai voluto accadesse ma da oggi sarai per sempre lassù insieme a loro».
Tra i tanti altri ricordi arrivati da componenti del tifo della curva c’è poi stato quello di un tifoso mestrino gemellato con la tifoseria biancorossa che ha detto come «sia stata una soddisfazione ed un onore conoscerti Stefano, una persona come te che ogni volta che venivo a Macerata mi accoglieva e mi faceva sentire di stare a casa mia a Mestre. E questo valeva anche quando tu venivi a trovarci in Veneto. Io ti ringrazio per quello che hai fatto e adesso posso finalmente salutarti come tu facevi sempre con me: ciao carogna».
Un lunghissimo applauso ha concluso la cerimonia in chiesa prima dell’ultimo interminabile saluto fuori in corso Cavour in mezzo a tutta la sua gente dei Boys Rata e della Curva Just. Lu vekkiu che la terra ti sia lieve.
Il presidente della Maceratese Alberto Crocioni (a sinistra) con l’assessore Riccardo Sacchi
Il saluto dei calciatori della Maceratese
Ultras da tutta Italia per Stefano Tognetti, il saluto sotto la curva
Stefano Tognetti, storico tifoso della Rata, trovato morto davanti allo stadio
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io lo ricordo nei primi anni 80 , quando veniva allo stadio con suo padre con una batteria ed un clackson di auto, auto costruito, e veniva della curca della rata allora proiettata in serie C…
grande ricordo di Stefano..! R.I.P