Ecco il museo dei musei:
inaugurato il Mubi, nuova vita
per l’ex casa del custode (Foto)

MACERATA - Inaugurato l'edificio a due passi dai Giardini Diaz: al suo interno spazi educativi ed espositivi dedicati alla natura e alla biodiversità. Il sindaco Sandro Parcaroli: «Un hub che permetterà di mettere in rete anche realtà culturali della città»

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Il taglio del nastro. In foto l’assessore Andrea Marchiori con la fascia tricolore (Foto: Comune di Macerata)

Macerata amplia il suo patrimonio culturale. È infatti stato inaugurato oggi il Mubi, il nuovo spazio educativo rivolto alla conoscenza della natura e alla valorizzazione della biodiversità. Un luogo privilegiato per la divulgazione di tematiche scientifico-ambientali, sede per attività espositive e didattiche rivolte all’utenza scolastica dei vari livelli e a quanti desiderano scoprire la bellezza dell’ambiente che ci circonda.

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Il progetto del nuovo sito è stato intrapreso dall’amministrazione comunale attraverso il restauro e la riqualificazione dell’edificio storico risalente al 1888, una costruzione eseguita all’epoca dall’ingegnere Giuseppe Tambroni, collocato nei pressi dei Giardini Diaz e conosciuto come la Casa del custode.

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L’ex casa del custode

Anche se non presente al taglio del nastro il sindaco Sandro Parcaroli interviene in merito all’evento affermando che «la città potrà godere di uno spazio dedicato alla scoperta della natura e della biodiversità che rappresenta un’opportunità per la cittadinanza, per le scuole, per i turisti, di avvicinarsi, sensibilizzare ed educare sui temi della biodiversità e della sostenibilità; un hub che permetterà di mettere in rete anche altri spazi espositivi presenti in città come, a esempio, il Museo di storia naturale. Attraverso un proficuo lavoro di squadra tra assessorati e comitato tecnico-scientifico abbiamo completamente recuperato, anche dal punto di vista strutturale, un bene comunale che diventerà punto di riferimento culturale, turistico e didattico».

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Infatti attraverso percorsi interattivi e allestimenti coinvolgenti, il Mubi sarà il luogo privilegiato per la divulgazione di tematiche scientifico-ambientali. Una nuova sede per attività didattiche rivolte all’utenza scolastica dei vari livelli, in collaborazione e con il coinvolgimento delle professionalità della scuola. Sarà uno spazio per conservare, studiare e consultare parte delle collezioni presenti nel Museo civico di storia naturale “Rita Ramazzotti e Romano Dezi” che continuerà ad essere visitabile e fruibile nella storica sede di via Santa Maria della porta. Ai giovani, agli studenti e all’educazione ambientalistica e naturalistica si è rifatta anche la vicesindaca Francesca D’Alessandro, sottolineando  come il Mubi sia «il frutto di un progetto condiviso che ha riqualificato un immobile storico, impresso nella memoria dei maceratesi e che da oggi torna a dialogare con la città. Il Museo della biodiversità rappresenta un nuovo capitolo nel mondo dell’educazione naturalistica e ambientale, che strizza l’occhio ai giovani studenti ma diventerà anche una destinazione appetibile per i turisti. Non dimentichiamo che è una porta d’ingresso attraverso la quale immergersi poi nel grande patrimonio rappresentato dal Museo di storia naturale».

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«La realizzazione di nuovi spazi collettivi e partecipati dedicati alla scoperta della natura dove visioni, idee e azioni si incontrano per creare connessioni e promuovere tematiche scientifico-ambientali – ha detto l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta – è la proposta che Macerata e il Museo civico di storia naturale “Rita Ramazzotti e Romano Dezi” fa ai suoi visitatori attraverso il Mubi. Grazie al comitato tecnico-scientifico e all’associazione Amici del museo di storia naturale, la nostra città si arricchisce di uno spazio aperto al confronto e alla condivisione dove grandi e piccini potranno imparare divertendosi».

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«I lavori edili eseguiti – ha detto Luca Schiavoni, architetto che ha seguito sia le opere di riqualificazione sia l’allestimento del Mubi – hanno avuto come scopo la trasformazione dell’edificio in una struttura per le attività espositive e di comunicazione scientifica legate al Museo di storia naturale di Macerata. La struttura è stata completamente restaurata e consolidata sismicamente. Per il collegamento tra i due livelli inferiori è stato costruito un nuovo volume tra l’edificio e la vecchia torretta Enel per ospitare scale, servizi e l’ascensore. L’edificio è stato dotato di tutti gli impianti necessari e reso accessibile a tutti i piani. Al piano terra che si affaccia sui Giardini Diaz ci sono l’ingresso e le sale espositive, al piano primo alcuni ambienti per uffici e al piano seminterrato gli spazi per la didattica. Con la mostra che si apre, oltre agli arredi degli uffici e delle sale didattiche, sono stati realizzati gli elementi espositivi, grafici, video e di supporto alle attività di comunicazione diretta con il pubblico che questa prima mostra si propone, senza tralasciare i dispositivi e le modalità di presentazione dei temi per una completa accessibilità dei contenuti da parte di tutti».

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L’assessore Andrea Marchiori

«L’intervento– ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Andrea Marchiori – si colloca all’interno di un vasto piano di rigenerazione urbana dell’area di Fontescodella e giardini Diaz, avviata dall’amministrazione Parcaroli, con una visione d’insieme di città. Le parole chiave di quest’opera sono bellezza, decoro, accessibilità e, soprattutto, rispetto e valorizzazione dello stile architettonico».

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Dal 27 ottobre sarà possibile scoprire il museo attraverso la mostra “Inattesi ospiti. Biodiversità in cambiamento nelle Marche”. Con questa esposizione il Museo di scienze naturali svela una piccola parte dei suoi reperti per affrontare un tema attualissimo, quello degli animali non originali della Penisola ma “ospiti” che si sono perfettamente adattati ai nostri habitat. Si tratta di animali i cui arrivi si succedono fin dall’antichità, talvolta per volontà dell’uomo e più spesso, come avviene oggi, a sua insaputa ma sempre a causa delle sue attività. Per comprendere e gestire questa situazione, che può avere gravi conseguenze sulla salvaguardia dei nostri ecosistemi, è necessario approfondire la conoscenza di questi ospiti. Così il museo ha messo a disposizione le proprie collezioni che rappresentano la memoria, lontana ma anche attualissima, della natura marchigiana, italiana e mondiale».

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Presenti al taglio del nastro di oggi pomeriggio anche Emanuele Dezi, presidente degli Amici del museo di storia naturale e figlio di Romano Dezi, fondatore dello stesso, Alessandro Blasetti, responsabile dello staff del Polo museale d’ateneo dell’Università di Camerino nonché componente del comitato tecnico-scientifico, e Alessandro Battoni, referente del Cea, che si occuperà di prenotazioni e visite guidate.

(Foto di Fabio Falcioni)

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