Rifugio Tribbio e Centro faunistico,
via libera ai progetti

SISMA - Stanziati 1,5 milioni per la struttura a Fiastra e 391mila euro per quella di Castelsantangelo, entrambe lesionate dal terremoto del 2016

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Il rifugio del Tribbio di Fiastra

Via libera a due progetti importanti per la ricostruzione all’interno dell’area del Parco dei Sibillini. Si tratta del miglioramento sismico del rifugio Tribbio 2 a Fiastra e della riparazione del Centro faunistico di Vallinfante, a Castelsantangelo.

Per il primo è arrivato l’ok dalla fattibilità tecnico-economica dalla Conferenza regionale, che prevede un quadro economico di 1,5 milioni. Una struttura importante per l’escursionismo regionale e non solo, ubicata lungo il percorso del “Grande anello dei Sibillini”, di cui è tappa. «Questa importante approvazione fa il paio con quelle recenti dei progetti relativi al rifugio Colle Le Cese di Arquata del Tronto e a quello di Cupi, a Visso, a testimonianza dell’attenzione massima che stiamo riservando alla montagna così martoriata dal sisma», ribadisce il commissario sisma Guido Castelli. «Il ripristino di questi rifugi escursionistici – afferma il presidente del Parco Andrea Spaterna – consentirà di ripristinare la piena funzionalità del Grande anello dei Sibillini, di cui costituiscono punti tappa fondamentali». «Accogliamo con grande piacere la notizia, che aspettavamo da tempo – dichiara il sindaco Giancarlo Ricottini – il Rifugio di Tribbio è un pilastro fondamentale del grande anello dei Sibillini e non solo. È l’unico rifugio che per la sua posizione strategica, fa da incrocio anche per altri due cammini. Tutti sappiamo che l’escursionismo, in tutte le sue sfaccettature, sta crescendo anche oltre le aspettative e il commissario sta cercando con queste operazioni di “cogliere l’attimo”. La cosa fondamentale per salvare i nostri territori, è bloccare quel virus che si chiama spopolamento, e per bloccare un virus è necessario trovare i giusti anticorpi. Noi amministratori dovremo essere capaci di farlo, altrimenti tutto sarà vano».

I tre piani dell’edificio, storica struttura di riferimento per chi vive la montagna marchigiana, sono rimasti gravemente danneggiati dalle scosse del 2016; solo grazie alla tempestiva messa in sicurezza ne è stato impedito il crollo. Dopo una serie di valutazioni effettuate sull’immobile, la scelta progettuale si è direzionata verso la demolizione e la successiva ricostruzione dell’intera struttura, che sarà effettuata nel rispetto della sagoma, dei materiali, della tessitura muraria e dei caratteri architettonici esistenti. Alla base vi sarà anche la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, con annesso abbattimento delle barriere architettoniche. L’accoglienza sarà situata nell’edificio antistante, quindi il rifugio avrà mera funzione di dormitorio, con un totale di nove camere. All’esterno saranno predisposte delle aree di sosta per le autovetture e non solo, data la realizzazione di colonnine di ricarica per biciclette elettriche.

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La recinzione del Centro faunistico

Riprendere il normale utilizzo e ripristinare la funzionalità del Centro faunistico di Castelsantangelo sono invece gli obiettivi del progetto di riparazione appena approvato dall’Ufficio speciale ricostruzione, per un importo di 390.654 euro. La struttura, di proprietà del Comune e situata nella zona di Vallinfante, nei pressi della sorgente del fiume Nera, è infatti rimasta danneggiata dopo gli eventi sismici del 2016, che hanno causato, in particolare, numerosi fenomeni franosi. «Un altro tassello importante che andiamo a rimettere in sesto – conferma il sindaco di Castelsantangelo, Alfredo Riccioni – la montagna ha bisogno di rinascere, e per farlo pienamente deve evitare lo spopolamento che era già in atto prima del terremoto».

I maggiori problemi si sono registrati sulla recinzione perimetrale, recisa, e sui pali di sostegno che sono stati troncati. La contemporanea presenza di massi di diverse dimensioni in equilibrio precario, poi, ha creato fenomeni di instabilità. Inoltre, le scosse hanno provocato anche la rottura di alcune voliere causata dalla caduta di alberi. Oltre ad assolvere a funzioni scientifiche e naturalistiche, prima del terremoto il centro era destinato anche a turisti ed appassionati di natura che lì potevano osservare e conoscere le abitudini ed i comportamenti degli animali. Un’altra funzione svolta era quella di centro di recupero degli animali selvatici. Dunque, il progetto sulla vasta area di circa 30 ettari prevede la demolizione e la ricostruzione di un tratto di recinzione di circa 1.800 metri e la sostituzione delle voliere danneggiate.



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