Il colonnello Massimiliano Mengasini (in primo piano), il capitano Angelo Faraca e il tenente Paolo Rinaldi
di Monia Orazi
«Ho sentito delle forti urla e mi sono chiesta cosa fosse successo è una famiglia tranquilla, non mi aspettavo tutto questo, non riesco a crederci» è il racconto di un’anziana che vive a Gagliole, ed è una vicina della coppia accoltellata oggi pomeriggio dal figlio Ivan Zamparini, 23 anni.
Il giovane, che è ricoverato all’ospedale di Torrette, ad Ancona, dopo essersi ferito al collo con il coltello nel tentativo di uccidersi, è stato arrestato.
Chi lo conosce parla di un ragazzo dal carattere tranquillo, gentile e cordiale, e non si spiega come possa aver accoltellato i genitori. Il giovane aveva lavorato fino a fine luglio in un distributore di benzina della zona, preciso ed impeccabile sul lavoro, sino ad oggi mai nessun apparente problema con i familiari.
Di recente era stato anche in viaggio con la mamma in Spagna, dove la donna, 61enne, ha dei parenti. Sono state le urla del giovane a mettere in allarme i vicini di casa che hanno chiamato i soccorsi. La vicina di casa (che chiede di mantenere l’anonimato) a parte aver sentito le urla, ha appreso di quello che era accaduto da una amica «è venuta da me e mi ha avvisato di quanto era successo, non volevo crederci. È arrivato il cugino, sono stati avvisati i carabinieri, sono arrivati i vigili del fuoco, le ambulanze e l’elicottero, un gruppo di gente. Non ci posso credere che sia successo, sono persone brave e tranquille, non me lo aspettavo assolutamente».
«Io rientro adesso da una passeggiata con il cane – spiega una 60enne di Gagliole, che preferisce mantenere l’anonimato – ho visto l’auto dei carabinieri e ho pensato che fosse per la festa di Acquosi poi mi hanno detto quello che è successo non riesco a crederci. Sono una famiglia tranquilla, mai notato niente di strano. In questi giorni la televisione bombarda di notizie del delitto di Paderno, chissà se questo ragazzo è rimasto suggestionato da quanto successo».
Alla pompa di benzina così un cliente descrive il giovane: «Un ragazzo cordiale, sorridente, davvero molto gentile. Non ha mostrato in apparenza nessun segno di disagio, niente che facesse pensare a quello che è successo».
I genitori questo pomeriggio hanno trovato il giovane nel salone di casa. Lo hanno visto che si feriva con un coltello. Hanno cercato di fermarlo ma lui ha reagito aggredendoli. Ha ferito la madre in modo lieve, il padre invece lo ha colpito con diversi fendenti. Poi il 23enne ha rivolto il coltello verso se stesso. Sia lui che il padre sono stati portati all’ospedale di Torrette, ad Ancona. Il padre è stato operato, la prognosi è riservata.
Nel tardo pomeriggio quando verso le 19,30 le auto dei carabinieri hanno lasciato il borgo dopo tutti i rilievi di legge, in paese è calata un’atmosfera surreale, l’abituale silenzio tra le case abitate da una manciata di persone. Di quanto accaduto resta il nastro bianco e rosso degli investigatori fuori dall’abitazione dove si è consumato il tentato omicidio.
Accoltella i genitori e tenta di uccidersi: gravi un 23enne e il padre
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Non ho parole per una vicenda del genere, l’ennesima che si consuma anche in realtà presumibilmente tranquille. Anche se non è la dimensione del luogo a fare la differenza ma quella della solitudine che vivono molti ragazzi, racchiusi in uno schermo e incapaci di gestire emozioni e reazioni. Un tema da affrontare con urgenza per non sciupare definitivamente il futuro. IL mio abbraccio più sincero alla famiglia, ai genitori e allo stesso giovane prodotto di una realtà che sottovaluta il disagio di coloro che dovrebbero rappresentare il nostro avvenire.