di Luca Patrassi
Sulla vicenda della veterinaria licenziata senza preavviso dalla Ast Macerata interviene un sindacato – il Dirpubblica – che contesta l’azione, annuncia ricorsi anche legali ed infine chiede conto della mancata rotazione dei dirigenti Ast e la mancata messa a disposizione di documenti.
«La questione – si legge nella nota inviata dalla segreteria nazionale del sindacato – riguarda un licenziamento in tronco, formalmente inflitto per una congetturata inosservanza della procedura di richiesta ferie spacciata per inosservanza grave delle disposizioni di servizio. In realtà la veterinaria aveva deciso di porsi in quiescenza anticipatamente».
Il sindacato mette in relazione la decisione al trattamento che la veterinaria dice di aver ricevuto sul luogo di lavoro ed aggiunge: «Poiché aveva diritto ad un periodo di ferie maturate e recuperi di lavoro extraorario (che diversamente avrebbe perduto) decise di cumularli con l’addio alla professione, dandone comunicazione al diretto superiore che già l’aveva invitata ad adottare una simile scelta. La situazione mobbizzante è stata segnalata al Cug (comitato unico di garanzia) aziendale, all’Ispettorato della Funzione Pubblica, all’Ispettorato territoriale del Lavoro di Macerata e alla Consigliera di Parità insediata presso l’amministrazione provinciale di Macerata, ma solo quest’ultima ha avuto la sensibilità di intervenire. Premesso che qualsiasi licenziamento – osserva il sindacato – è un amaro insuccesso del datore di lavoro, anche nei casi più gravi perché denota una incapacità di gestione del personale; in questo caso esso rappresenta l’epilogo di una serie di vessazioni – sostiene il sindacato –, attualmente oggetto di indagine, perduranti da numerosi anni, ma acuitesi con il rientro in servizio (anticipato per le note disposizioni governative) della veterinaria dopo una lunga sospensione con privazione dello stipendio a causa del rifiuto di sottoporsi a vaccinazione anti-Covid. L’intera vicenda è stata portata all’attenzione della procura di Macerata».
La riflessione finale di Dirpubblica: «Seguiamo il caso fin dall’inizio. L’Asur Marche prima e l’Ast poi non hanno effettuato la cosiddetta “rotazione” dei dirigenti e per ciò che concerne gli atti di assunzione di tali dirigenti, non c’è chiarezza e trasparenza essendo stato opposto il diritto alla riservatezza (privacy). Ora la parola passa ad avvocati e magistrati».
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Una domanda ma se l’ast perde la causa chi paga? A si scusate non mi ricordavo paga Pantalone ovviamente.