Marcello Veneziani agli Aperitivi:
«Turandot non può avere il lieto fine»

MACERATA OPERA FESTIVAL - Il filosofo pugliese ospite di Cinzia Maroni agli Antichi Forni. «L'amore stesso è un enigma che non può essere svelato, contiene verità più grandi di noi»

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Marcello Veneziani

di Marco Ribechi

Marcello Veneziani ospite oggi agli Antichi Forni per una trattazione sull’amore. Il nono Aperitivo Culturale che anticipa come di consueto le serate allo Sferisterio ha visto protagonista il filosofo e giornalista pugliese che, partendo dalle opere pucciniane in programma, più in particolare da Turandot, ha affrontato il tema dell’amore cosmico e universale. A lanciare l’incipit del dialogo è stata la lettura da parte della fine dicitrice Gabriela Lampa, di alcuni estratti dell’ultimo lavoro di Veneziani, intitolato “L’amore necessario”.

Prima dell’intervento anche la gradita sorpresa dei Pueri Cantores che, guidati alla tastiera dal Maestro Gianluca Paolucci, hanno intonato due brani: il primo tradizionale in cinese da cui poi Puccini ha tratto ispirazione per il coro dei bambini “Là sui monti dell’est” che accompagna l’ingresso di Turandot. «La Turandot presenta degli enigmi associati all’amore – spiega Veneziani – che la protagonista in un certo senso utilizza per difendersi, per preservarsi dai pericoli dell’amore. Per questo ritengo che la vicenda non possa risolversi con un semplice happy end e mi fa molto piacere che a Macerata sia realizzata nella versione che omaggia Puccini e Toscanini che per primo l’ha diretta».

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La lettura di Gabriela Lampa

A simboleggiare l’amore travolgente ma anche fatale è l’enigma: «L’enigma non è un indovinello – prosegue Veneziani – non si risolve per divertimento, ne va della vita. Per questo a una lettura più superficiale risolvere gli enigmi può significare che l’amore va conquistato e meritato. Andando più in profondità però possiamo dire che la conquista dell’amore è un cammino della conoscenza. L’innamoramento è un cammino cognitivo, amare è conoscere». Ecco quindi che anche il concetto di svelare un enigma può essere ricollegato a questa crescita intellettuale e spirituale: «Platone parte dalla convinzione che Eros sia figlio di ricchezza e povertà, di sovrabbondanza e penuria – continua Veneziani – questo vale anche per la filosofia che è un passaggio dall’ignoranza alla sapienza, quindi dal poco al molto. Svelare significa togliere il velo. Sia dalla verità ma anche in termini amorosi secondo il legame tra amore e conoscenza. Quindi l’amore diventa quasi un destino, una verità più grande di cui noi possiamo vedere delle facce ma che non possiamo mai cogliere nella sua interezza».

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Cinzia Maroni

L’amore quindi è destinato a convivere con il mistero, con l’ignoto. «Per amore non si intende solo quello interno alla coppia – conclude il filosofo – ci si riferisce più che altro all’amore cosmico, la forza di attrazione che governa l’universo, come cantava anche Battiato. L’amore è destino». L’aperitivo, come al solito molto frequentato, è stato offerto dall’Antica Gastronomia di Mogliano, da sempre al fianco degli Aperitivi Culturali e ammiratori dell’oratore invitato.

Domani sarà la volta di Davide Susanetti che affronterà il tema: “Medea. Una donna che si vendica”.

 

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I titolari dell’Antica Gastronomia con Veneziani

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L’esibizione dei Pueri Cantores (foto di Carlo Torresi)

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(Foto di Carlo Torresi)

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