Chirurgia tiroidea, il dem Perticarari:
«Per preservare l’equilibrio Lega-Fdi
si è deciso di non decidere»

MACERATA - L'esponente del Partito democratico critica Sandro Parcaroli: «Gli è stato chiesto l'impossibile, di fare il sindaco». E contesta anche l'assessore Francesca D'Alessandro: «Condizionamento della politica nella gestione della sanità? No, è un legittimo e doveroso atto formale»

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Andrea Perticarari

di Luca Patrassi

L’esponente cittadino dem e consigliere comunale Andrea Perticarari torna ad affrontare la questione del trasferimento a Civitanova della chirurgia della tiroide. «C’è la volontà – come confermato dalla stessa consigliera Anna Menghi – di trasferire la chirurgia della tiroide a Civitanova, dividendola di fatto dall’unità di Medicina nucleare di Macerata. Ebbene, le due unità sono altamente interconnesse tra di loro e garantiscono già da ora un adeguato livello prestazionale per quanto riguarda le patologie tiroidee. Nessuno sta facendo una battaglia campanilistica dato che anche l’altra sera è stato affermato che per assurdo il trasferire anche la medicina nucleare a Civitanova sarebbe stata una ipotesi migliore di quella ad oggi sul tavolo. La battaglia che l’opposizione sta portando avanti è solo ed esclusivamente per garantire il miglior servizio sanitario possibile in relazione alle patologie tiroidee». L’attacco al sindaco Parcaroli: «Ora, l’ordine del giorno presentato – che ricalcava d’altronde quanto anche affermato da larga parte della maggioranza pochi giorni fa – chiedeva forse l’impossibile e cioè che per una volta Sandro Parcaroli facesse il sindaco e quindi esprimesse un formale parere contrario all’ipotesi di spostamento della chirurgia tiroidea nelle sede istituzionale demandata a ciò: la Conferenza dei sindaci territoriale che ha tra le proprie prerogative, appunto, quella di esprimere pareri».

Nel mirino anche la vicesindaca Francesca D’Alessandro: «Appaiono dunque del tutto prive di ogni logica – continua Perticarari – le affermazioni dell’assessora D’Alessandro quando afferma che non debbano esserci ingerenze della politica nella gestione della sanità pubblica. In primo luogo perché non si tratta di ingerenze, ma di uno specifico, legittimo, non vincolante e doveroso atto formale – previsto dalla Legge Sanitaria emanata dall’Amministrazione Acquaroli – volto ad indirizzare eventualmente la politica sanitaria locale. In secondo luogo perché è prerogativa del sindaco – quale autorità sanitaria locale – la tutela della salute pubblica. Anzi, è proprio il voto contrario all’ordine del giorno presentato l’esempio dell’ingerenza della politica nelle gestione della sanità pubblica. Sull’altare del preservare l’instabile equilibrio tra Lega e Fratelli D’Italia in consiglio comunale – che vediamo ad esempio in relazione all’Apm e alla gestione dell’acqua pubblica – si è deciso come sempre di non decidere e di andare addirittura contro a quanto affermato pubblicamente sui giornali due soli giorni prima. In tutto questo, Sandro Parcaroli nemmeno era presente».

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