Veleni nel centrodestra, la diserzione rientra
Fdi, Udc e Fi: «Su Apm fiducia al sindaco».
Micucci Cecchi: «Parcaroli mi ha chiesto il bis»

MACERATA - Dietrofront sulla possibilità di far mancare il numero legale nella seduta di domani del Consiglio. Ieri sera al Pellegrinaggio il primo cittadino si è fiondato dal governatore Acquaroli. La segretaria regionale Elena Leonardi richiama i meloniani maceratesi all'ordine. Lettera aperta del presidente uscente che attacca parte della maggioranza: «Purtroppo la piccola politica preferisce denigrare anziché confrontarsi. Non vorrei essere nei panni di chi oggi, camminando sul filo come un equilibrista, da una parte segue gli ordini del proprio partito e spinge per ottenere il governo di Apm e dall’altra rischia di essere ricordato come colui che ha provocato la disgregazione dell’alleanza di centrodestra»

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Fitto colloquio tra Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli ieri sera durante il Pellegrinaggio Macerata-Loreto (foto Falcioni)

Doveva essere, quello di domani, il Consiglio comunale del “gran rifiuto” per l’invito a disertare l’assise partito dai banchi di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc e sembra si possa tramutare in quello del silenzio più o meno imbarazzato. Doveva saltare il Consiglio comunale per mancanza del numero legale e far vedere al sindaco Sandro Parcaroli che la scelta del prossimo presidente dell’Apm può costare la tenuta della maggioranza. E’ bastato però l’apparire della notizia per mettere tutti quasi in fuga. La giornata era iniziata con Fdi, Forza Italia e Udc che prendevano le distanze dalla (stessa) maggioranza regionale sul fronte sanitario con la vicenda della scelta tecnica di trasferire la chirurgia della tiroide a Civitanova (leggi l’articolo)  ed è proseguita appunto con l’invito a non presentarsi in un Consiglio che ha peraltro uno degli ordini del giorno meno corposi e significativi degli ultimi decenni.

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Parcaroli e Acquaroli prima della partenza del cammino Macerata-Loreto

Ieri sera, poco prima dell’inizio della messa per il Pellegrinaggio, chi teneva d’occhio il sindaco Sandro Parcaroli ha notato il suo fiondarsi verso il governatore della Regione Francesco Acquaroli e parlarci in privato. Cosa possa aver detto, anzi chiesto, il primo cittadino a governatore della Regione Marche è intuibile stante che non è la prima volta che Parcaroli chiede aiuto ad Acquaroli per ammorbidire la maggioranza maceratese. La notte però deve aver portato consiglio. E’ infatti arrivata la reprimenda della segretaria regionale di Fdi Elena Leonardi (assieme al coordinatore provinciale Massimo Belvederesi) che invita consiglieri e amministratori maceratesi ad occuparsi delle scelte politiche e non di quelle tecniche (riferendosi forse alla tiroide) ed oggi arriva un comunicato sul caso Apm a firma dei segretari cittadini di Fdi, Forza Italia e Udc, rispettivamente Pierfrancesco Castiglioni, Barbara Antolini e Marco Foglia.

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Barbara Antolini, coordinatrice comunale di Forza Italia

«Il rinnovo del Cda – scrivono i segretari dei tre partiti di maggioranza – è di stretta competenza del sindaco e noi gli diamo piena fiducia per quanto riguarda la scelta dei componenti, confidando che il primo cittadino sentirà forte la responsabilità di rispettare gli equilibri politici e soprattutto di perseguire gli obiettivi aziendali utili alla cittadinanza maceratese, rafforzando e migliorando i servizi in carico all’azienda. L’obiettivo principale, a nostro avviso, resta quello di mantenere il servizio idrico in mano pubblica per evitare che il territorio perda un indotto lavorativo consistente e che i cittadini si ritrovino con pesanti disservizi.

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Pierfrancesco Castiglioni, capogruppo di Fratelli d’Italia

Vogliamo ribadire che non si tratta di liti, ma di una normale dialettica interna alla maggioranza visto il momento nevralgico per il futuro dei servizi idrici sul nostro territorio. I partiti che noi rappresentiamo sono al fianco del sindaco Parcaroli e mai metteremo in dubbio la tenuta della maggioranza a cuore il bene della città ed è per questo che auspichiamo un confronto sempre leale, finalizzato a raggiungere una sintesi politica che porti Macerata ad essere vero capoluogo di Provincia, come merita di essere e non come ci è stata lasciata dalle precedenti amministrazioni». Dunque fiducia al sindaco nella speranza, non dichiarata, che cambi rotta sulla presidenza.

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Gianluca Micucci Cecchi con Sandro Parcaroli

A fugare i dubbi è arrivata invece una infinita lettera aperta, riferita all’articolo di Carlo Cambi, del presidente uscente ed aspirante rientrante di Apm Gianluca Micucci Cecchi. «Dagli amici – scrive Micucci Cecchi – mi guardi Iddio…… recita il proverbio e cosi’ verrebbe da dire leggendo questa soap opera della presidenza. Ma caro Carlo Cambi davvero pensi  che la mia persona sia così decisiva? Ti ringrazio per l’importanza che mi dai ma le cose sono probabilmente molto meno romantiche. La verità è che dietro questa presunta polemica c’è una ragione molto più importante del sottoscritto per la quale anche i patti e le alleanze, secondo qualcuno, possono serenamente andare a farsi benedire e poco importa della lealtà e della coerenza. In gioco c’è il futuro governo di un’azienda (Apm) che rappresenta da sola 1/3 del settore idrico e che da qui a pochi mesi dovrà confluire in una unica società al posto degli attuali gestori. Una volta costituita la nuova mega realtà potrà ottenere la concessione per la gestione dell’acqua, in genere ventennale, con il relativo giro di fatturato di qualche centinaio di milioni di euro e lo scettro per decidere la distribuzione sul territorio degli investimenti che dovranno essere eseguiti. Dunque da una parte il sindaco che difende lo status quo e il rispetto degli accordi post elettorali e dall’altra alcuni partiti che vogliono rinnovamento generale e governo della società».

La questione del gradimento della gestione della Apm: «Di quale gestione “insoddisfacente” parliamo quindi? Nota bene Carlo che nessuno dei politici – assicura Micucci Cecchi – , a parte la De Padova e timidamente il buon Ricotta, ha mai reso dichiarazioni esplicite in tal senso, si sono solo limitati a non smentire quanto supposto dai giornali. Affermazioni del genere metterebbero davvero in imbarazzo chi le pronuncia, basta, infatti, guardare i bilanci per scoprire che, durante questa amministrazione, Apm si è collocata al primo posto in Italia per la qualità del servizio idrico e che, nel medesimo settore, ogni anno la società ha ricevuto importanti premialità dall’autorità di riferimento per l’ottima gestione. Dal bilancio si evince, inoltre, che nel 2023 Apm ha provveduto a consolidare la propria qualità del servizio con investimenti importanti superiori a 4,5 milioni di euro. A chiudere la polemica, dati alla mano, nel triennio dell’attuale cda l’utile complessivo, ripeto, è stato di circa 3 milioni di euro; i ricavi netti sono passati dai 26.463.257 del 2021 ai 28.268.823 del 2023 con un incremento di quasi 2 milioni di euro l’ebidta 2023 è stato addirittura di 6.077.592 mentre l’ebit di 2.161.084, il tutto nonostante l’aumento repentino dei costi per l’energia e degli oneri conseguenti ai finanziamenti. Dunque Carlo davvero ancora pensi che una società con questi risultati e che produce ricavi per 28 milioni di euro possa essere messa in discussione perché le farmacie comunali non rendono come quelle private?».

Parcaroli_Acquaroli_FF-1-325x217Micucci Cecchi adombra il rischio delle urne anticipate: «Una cosa invece è certa, non vorrei essere nei panni di chi oggi, camminando sul filo come un equilibrista, da una parte segue gli ordini del proprio partito e spinge per ottenere il governo di Apm e dall’altra rischia di essere ricordato come colui che ha provocato per l’ennesima volta la disgregazione dell’alleanza del gruppo di centrodestra. Se è vero che “Fratelli d’Italia” , stesso discorso per altri partiti, sarebbe disposto anche a rompere l’alleanza, pur di ottenere la leadership di Apm, fino a arrivare alle dimissioni del sindaco, allora è altrettanto vero che si assumerebbe la responsabilità di un disastro epocale del centrodestra ancora più grave del precedente. Questa è la piccola banale politica che ci si pone davanti, piccola perché priva di contenuti, banale perché assai evidente. Direi, a questo punto, di ribadire che il mio mandato è già terminato dunque, molto semplicemente, non c’è bisogno di chiedere le dimissioni sarà sufficiente nominare un nuovo amministratore senza tanto clamore. Più dignitosamente sarebbe stato normale discutere della questione intorno a un tavolo già qualche mese fa ma questo succede solo tra persone che hanno voglia e coraggio di confrontarsi, magari preparandosi prima e circostanziando le cose che si dice non vadano mentre io, in tutta onestà, non ho mai ricevuto neppure un messaggio, tantomeno di lamentele. Probabilmente, a voler essere generosi, c’è un po’ di inesperienza e un pizzico di presunzione in tutto questo oppure, più verosimilmente, un “originale” modo di interpretare il concetto di alleanza e gioco di squadra . Se la questione è politica, come di fatto dovrebbe essere allora no problem: il discorso è chiaro i partiti vogliono i loro rappresentanti e il più grosso fa vedere i muscoli, ma se la scusa per rompere l’alleanza è una presunta insoddisfacente gestione di Apm allora si sfiora il paradosso».

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La consigliera Sabrina De Padova, era candidata nella civica Parcaroli così come Gianluca Micucci Cecchi

Le farmacie sono sempre state un disastro finanziario, rassicura il presidente di Apm: «Riguardo le farmacie comunali, giusto per rispondere alla De Padova, riprendendo i dati di sintesi estrapolati dai bilanci già pubblicati e a disposizione di tutti gli interessati sul sito di Apm, si può vedere che il margine operativo netto delle farmacie comunali nel periodo ante Covid cioè di governo del centro sinistra, oggi all’opposizione , è stato in media inferiore a quello ottenuto nel triennio di gestione dell’attuale cda. Numeri alla mano, quindi, ciò che emerge è prima di tutto che quello delle farmacie pubbliche non è mai stato un settore che ha dato risultati generosi, tantomeno sotto il governo della precedente amministrazione che oggi, come la De Padova, lancia qua e là generiche accuse senza capo né coda, secondo che il margine operativo è comunque aumentato in questo triennio. Volendo fare un’analisi generale del settore nulla di più giusto nel ritenere che il modello farmacie pubbliche non è paragonabile per resa agli altri settori ma, ripeto, essendo il risultato in linea, se non migliorato, con quelli degli anni precedenti, quindi di competenza di altri amministratori e di altri sindaci, appare chiaro che il problema non può essere addebitabile alla attuale gestione ma più semplicemente al modello stesso, troppo “anelastico” rispetto a quello privato. Quando si parla di farmacie pubbliche, infatti, si deve ben tenere presente che il modello “privato” qui non è applicabile per via di una serie di regole che la signora De Padova e chi esprime osservazioni generiche farebbero bene a conoscere prima di esporsi. Ciò posto le ovvietà non possono essere soluzioni perciò quando per esempio la De Padova suggerisce di ridurre i costi e aumentare i ricavi non dice nulla di più di quello che è ovvio, quello che invece fa la differenza è suggerire il come. Perché si parli di soluzioni, infatti, è necessario precisare quali strumenti siano applicabili a un sistema complesso come questo in cui molte componenti concorrono , dai costi indiretti che gravano sul settore ai contratti collettivi nazionali per i dipendenti al rapporto con i sindacati ai costi diretti imposti dal modello pubblicistico e così via dicendo, cosa nota perfettamente per esempio allo “smemorato” consigliere Ricotta. La strumentalità della piccola e infondata polemica appare ancora più evidente sol che si ricordi che già diversi mesi fa , in autunno , la stessa De Padova e alcuni esponenti della maggioranza sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia, ebbero a esprimere non meglio precisate lamentele riguardo le farmacie pubbliche presentando a Apm una richiesta di accesso agli atti , verosimilmente con lo scopo di formulare osservazioni e soluzioni, alla quale Apm ha dato riscontro consegnando prontamente tutta la documentazione richiesta gia’ nel dicembre 2023. Trascorso tutto questo tempo non abbiamo ancora ricevuto nulla riguardo le criticità né un solo suggerimento sulla gestione, salvo apprendere solo ora, guarda caso al momento del rinnovo delle cariche, di una latente e generica insoddisfazione dell’operato dell’attuale gestione. In pratica un gran trambusto per dire genericamente che le cose non vanno per poi non spiegare cosa di preciso non funzionerebbe e quali interventi suggerire».

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Gianluca Micucci Cecchi

Il rinnovo o meno dell’incarico di presidente di Apm: «Compresa l’inconsistenza delle generiche critiche aggiungo che personalmente ritengo assolutamente scorretto l’attacco personale, sintomatico di pochezza di argomenti. Riguardo la presidenza, trovo dunque che questa polemica sia sterile perché, ancora una volta lo ribadisco, il sottoscritto non ha mai chiesto al sindaco un nuovo mandato. Più realisticamente, bisognerebbe dire con chiarezza ai cittadini che il presidente non c’entra un bel niente ma è quanto mai chiaro che ogni partito politico preferisca scegliere i propri amministratori piuttosto che accettare quelli di altra provenienza. Purtroppo la piccola politica preferisce denigrare perché non è mai né coraggiosa, né chiara, né propositiva. Chiudo ringraziando per le tante manifestazioni di apprezzamento, comprese quelle del gruppo dei civici e di quella parte della maggioranza più interessata ai risultati che ai giochi politici. Ho letto che qualcuno ha osservato una mancanza di “copertura” nei miei confronti da parte del primo cittadino ; io vorrei precisare, a questo proposito, di non avere bisogno di esternazioni pubbliche per sapere se il lavoro svolto è apprezzabile (comunque gradite certamente), sia per carattere sia anche perché ho accettato il mio ruolo certo non per sentirmi ringraziare, comunque , avendo il sindaco chiesto di rendermi disponibile a un eventuale ulteriore mandato, ritengo questo di per sé un chiaro segno di stima, forte anche del risultato complessivo dell’azienda che, essendo più che positivo, parla da solo. Al primo cittadino ho solo ricordato che i prossimi anni saranno molto “delicati” per l’azienda e quindi ho auspicato che la figura del futuro Presidente fosse quella di un soggetto equidistante rispetto alle forze politiche, in lotta per il nuovo consiglio di amministrazione, possibilmente di convergenza , nel rispetto degli equilibri di inizio mandato, condizione che ad oggi è di tutta evidenza non essersi realizzata , con l’inutile deriva verso una polemica personale che di politico non ha proprio nulla».

(redazione Cm)

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