«Così risolleveremo Cingoli
depressa da 15 anni di Saltamartini.
Meno politica, più amministrazione»

INTERVISTA ad Alessandro Maccioni che con il suo campo largo sfida il sindaco uscente Michele Vittori, sostenuto dal vice presidente della Regione. «Questa Giunta ha intorpidito la popolazione, ci sono tante cose da fare e da sistemare, tante opportunità da cogliere. Ecco quali»

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I componenti della lista “Per Cingoli” con Alessandro Maccioni sindaco sono Marco Angelucci, Debora Cirioni, Lucia Ciattaglia, Albano Cocilova, Raffaele Consalvi, Floriana Crescimbeni, Francesco Ippoliti, Giancarlo Rosetti, Claudia Spadoni, Annamaria Tittarelli, Massimiliano Tittarelli e Mirko Tobaldi.

di Leonardo Giorgi

«Al di là delle sparate iniziali di questa amministrazione, io non ho visto fiumi di risorse e opere strategiche. Non hanno acquistato, quando ancora possibile, l’hotel Balcone delle Marche, non hanno realizzato un teatro, una piscina, coperto i campi di calcetto e nemmeno un’opera indispensabile come la casa di riposo Saltamartini non è stato un valore aggiunto a Cingoli, anzi. Penso che un assessore alla Sanità che si candida alle Comunali sia uno svantaggio per la Regione stessa». Così Alessandro Maccioni, candidato sindaco di Cingoli, apre l’intervista a Cronache Maceratesi, dove sottolinea i motivi per cui, secondo l’ex direttore dell’Area vasta 3, la sua lista è la scelta migliore rispetto a quella del sindaco uscente Michele Vittori, nuovamente affiancato dal vice governatore Filippo Saltamartini.

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Alessandro Maccioni

Da cosa deriva quel senso di sfiducia di cui parla?



«Sono gli effetti di 15 anni di amministrazione senza una efficace programmazione, dove si è invece pensato ad incrementare patrimonio e risorse che devono essere destinate per erogare servizi essenziali per la cittadinanza, con tariffe e tasse ridotte.
Il Comune ha avuto numerose opportunità che non sono state colte, nonostante l’attuale amministrazione abbia beneficiato negli ultimi 8 anni della sospensione del pagamento delle rate dei mutui. Io mi ricordo una Cingoli diversa, un gioiello dal punto di vista turistico e culturale all’avanguardia per i servizi alla persona e per i servizi sociali. Questa amministrazione ha intorpidito la popolazione, rendendo Cingoli una città depressa. In questi giorni ho incontrato operatori turistici, imprenditori del territorio che mi dicono come questa amministrazione non abbia mai supportato i loro sforzi. In 15 anni non hanno mai risolto il problema relativo all’unico rifornimento di carburante presente in centro e che cesserà inesorabilmente la sua attività nei prossimi giorni.
Disastroso lo stato delle nostre strade, anche le strade provinciali sembrano sentieri. E poi vogliamo presentarci così come comune turistico? Penso che dobbiamo cambiare verso e passo».

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Alessandro Maccioni durante un incontro pubblico dell’altro ieri

Da dove inizierebbe a lavorare se fosse eletto sindaco?



«La prima questione da affrontare è la casa di riposo. È impensabile che si possa costruire una struttura del genere distante dal centro storico, consumando il suolo che la stessa attuale amministrazione adibisce a iniziative come il parco dei dinosauri. Una struttura che, secondo i piani attuali del Comune, andrebbe situata nei pressi del poligono di tiro, uno dei campi di allenamento più importanti del centro Italia nella sua categoria. Individueremo un nuovo sito e si valuterà anche il trasferimento della gestione dell’attuale casa di riposo in capo alla amministrazione comunale. Così come i servizi sociali. Non possiamo affidarci sempre a cooperative esterne. Anche per questo motivo dico che è mancata tanta ordinaria amministrazione negli ultimi 15 anni».

maccioni-incontro3-300x400Ad esempio?

«I cimiteri versano in una condizione di degrado assoluto: per non parlare dei bagni, quando presenti. Per i cimiteri noi faremo un’opera di ampliamento e manutenzione per evitare ad esempio l’allocazione delle salme in loculi provvisori, a mio avviso non rispettosi dei nostri defunti. Non siamo una città metropolitana, queste sono cose che dovrebbero essere basilari e prioritarie.
Penso poi al progetto del nuovo polo scolastico, che stiamo aspettando da anni».

Però in quel caso la responsabilità è della Provincia.

«Sì, è della Provincia, però in caso di inerzia bisogna insistere tutti i giorni e se necessario “battere i pugni sul tavolo” finché non si ottenga un progetto esecutivo. Vittori nella relazione di fine mandato ha messo ancora una volta un rendering della struttura, però senza indicare il costo che nel 2019 era di circa 24 milioni di euro. Siamo rimasti a quello, al sogno! È prioritario richiedere alla Provincia un atto in cui si riconosca la sede dell’alberghiero a Cingoli per i prossimi 10 anni, a prescindere dall’andamento del numero degli studenti. Questo si chiama programmare il futuro. Se non lo facciamo possiamo fare due errori: fare una scuola che poi rimane vuota oppure farci espropriare il polo scolastico e l’alberghiero. Secondo me stiamo rischiando quest’ultimo scenario».

Secondo lei c’è qualcuno interessato a portare via l’istituto alberghiero da Cingoli?



«Assolutamente si. Il costo dei lavori è lievitato, voci di corridoio, a 40 milioni di euro; una spesa folle per una scuola. Con 40 milioni di euro si realizza un ospedale di tutto rispetto. Quello che si inizierà a costruire a Tolentino costerà molto meno.
Quindi è facile comprendere che un organo superiore come la gestione commissariale del terremoto potrebbe pensarci due volte prima di finanziare 40 milioni per una scuola in un comune affetto da un calo demografico come Cingoli. Se dal 2017 non si è fatto nulla, non si è portato a casa nemmeno un progetto esecutivo e un impegno forte per far rimanere l’alberghiero a Cingoli, è chiaro che c’è una connivenza politica per farselo sfilare da territori più forti. Oggi tutto questo noi non lo permetteremo. Soprattutto adesso che un imprenditore illuminato ha acquistato l’hotel Balcone delle Marche. Insieme alle eccellenze presenti all’interno dell’istituto alberghiero di Cingoli, deve ritornare ad essere un punto di riferimento nazionale e non solo, facendo sinergia anche con il mondo agricolo».

A proposito di giovani, nel suo programma c’è molto spazio sullo sport.

«Sì, negli incontri che abbiamo fatto con la cittadinanza c’è stato molto entusiasmo per le opere di miglioramento che faremo, come la copertura dei campi di calcetto. Il tema della piscina coperta ha diviso la cittadinanza per certi versi, ma sulla questione, una volta eletti, ci confronteremo con le persone e le associazioni. Sarebbe, però, un servizio in più per Cingoli, che deve puntare ad essere quella meta di benessere che era una volta. Siamo ancora il brand del Balcone delle Marche nonostante tutto, nonostante una discarica che questa amministrazione non è riuscita a stoppare. Anzi, la stessa amministrazione sembrerebbe avere concesso un ulteriore ampliamento, sul quale non hanno mai diffuso dati chiari e di cui non hanno proferito parola nella relazione di fine mandato».

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Un altro incontro pubblico

Quali altre criticità vede nella Cingoli di oggi?

«Oltre a quanto detto, io ne vedo due in particolare. Innanzitutto sono state fatte scelte senza alcun senso logico e mi riferisco alla decisione di demolire e ricostruire il mercato coperto antistante i giardini pubblici per realizzare su di un ulteriore piano il Centro operativo comunale (Coc). A parte il fatto che così facendo costringi un’attività lì presente come la macelleria a investimenti importanti solo per spostarsi nella sede provvisoria per poi rientrare in quella nuova, ma come si fa a mettere il Coc nel centro storico? Il Coc si attiva in situazioni di emergenza e ha bisogno di ampi spazi, parcheggi, vie di accesso comode e veloci e addirittura di una elisuperficie. Tutto questo sta nel quartiere San Giuseppe dove, invece, l’amministrazione ci vede la casa di riposo. Non ha alcun senso. In secondo luogo, non c’è un briciolo di visione innovativa in ambito turistico, di infrastrutture, di servizi. Cingoli ha bisogno di attrarre persone e famiglie, non di farle scappare. Siamo già sotto i 9500 residenti».

La sua lista ha fatto scalpore per il fatto di aver messo insieme personalità dalle più disparate aree politiche, dal Pd fino a Fratelli d’Italia.

«Questo è una situazione creata da 15 anni di Saltamartini, non da me. Nonostante le diverse sensibilità presenti nella mia squadra, siamo tutti uniti nel condividere che non c’è futuro per Cingoli con altri cinque anni di amministrazione Vittori. Tra l’altro, va detta chiaramente una cosa: noi dobbiamo fare una efficace amministrazione, non politica. Dobbiamo fare pensare al benessere del cittadino, alle cose pratiche, a quei servizi che permettono alle persone e soprattutto ai giovani di stare bene a Cingoli e crescere in un ambiente stimolante che faccia scaturire la voglia di confronto, senza paure, senza ragionare da tifosi. La mia storia è già scritta e non devo dimostrare più niente. Ho lavorato da tecnico per le istituzioni pubbliche governate da diverse forze politiche e ho sempre pensato a svolgere nel migliore dei modi il mio mestiere per rispettare gli impegni presi con le istituzioni. Basti pensare che lo stesso Saltamartini nel periodo 2009-2017 mi ha sempre voluto come presidente di Acquambiente».

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