Il sindaco uscente Mariano Calamita
Campagna elettorale sempre più infuocata ad Appignano, con il tema della casa di riposo che continua ad animare il botta e risposta tra il sindaco uscente e candidato per centrosinistra e Forza Italia Mariano Calamita e il candidato del centrodestra Luca Buldorini. Quest’ultimo aveva chiesto le dimissioni del presidente della Fondazione Falconi Francesco Gagliardini dopo la scelta di candidarsi nella lista che sosterrà Calamita.
«Gli rinnovo la mia fiducia e sento di esprimere, a nome della comunità, un sentito ringraziamento, perché in quasi 10 anni di mandato, ha onorato le volontà testamentarie dei fratelli Falconi fornendo aiuto e assistenza agli ospiti della struttura di proprietà della Fondazione, attraverso una gestione attenta, efficiente e ponderata – precisa Calamita – inoltre, per quanto concerne la sua partecipazione alla lista elettorale Costruiamo Insieme, non può che essere un valore aggiunto, data la grande esperienza maturata in questi anni presso la Fondazione Falconi e rientra perfettamente nelle linee guida previste dal Testo unico degli enti locali sulla condizioni di candidabilità. Infatti, con la trasformazione da Ipab a Fondazione, il Falconi non è più un ente dipendente dal Comune, né è sottoposto a suo controllo. Pertanto, il presidente in carica non si trova in situazioni di ineleggibilità o incandidabilità. Alla luce di ciò, auspichiamo ancora una volta che l’Inrca e la Regione Marche rompano il silenzio assordante e si aprano ad un dialogo costruttivo con le istituzioni locali di riferimento, coinvolte direttamente nella questione, ossia Comune e Fondazione Falconi, senza che ci sia chi strumentalizzi la questione per meri fini politici e propagandistici dando luogo a sterili polemiche sulla stampa che non fanno che alimentare malintesi».
Calamita ribadisce la sua contrarietà al trasferimento dei pazienti della struttura Inrca di Treia nella struttura per anziani di Villa Falconi, con conseguente trasferimento anche di questi ultimi. Un trasferimento che i familiari della casa di riposo avevano definito una sciagura. «Abbiamo portato in un recente consiglio comunale un ordine del giorno per esprimere un parere sulla proposta Inrca di riportare il servizio di riabilitazione da Treia ad Appignano e l’intero consiglio comunale ha votato a favore, dimostrando di vedere positivamente questo trasferimento – continua Calamita – ma tutte le parti avevano la consapevolezza della necessità di addivenire ad un accordo che avesse contemplato la definizione di tutti i rapporti e le questioni giuridiche in essere, con l’Inrca, a partire dall’atto di compravendita del 2005. Per cui risulta difficile da comprendere come possa ora il consigliere Buldorini legittimare un’operazione unilaterale dell’Inrca, senza che si sia minimamente avviato quel dialogo chiesto e che ci si aspettava, senza che siano state concordate e condivise le azioni da intraprendere, senza nessuna tutela per la casa di riposo di Appignano, senza indicazione di come si vuol gestire la struttura in futuro e senza nessuna indicazione sui tempi di permanenza».
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