Il taglio del nastro con Fabrizio Curcio (al centro con la divisa della Protezione civile)
di Monia Orazi
Torna a suonare la campana della chiesa di Sant’Agostino a Pieve Torina ad otto anni dalle scosse che avevano sventrato il tetto e fatto crollare parte delle pareti dell’edificio che oggi è rinato dalle macerie ed è stato restituito alla comunità. Al piano terra è tornato il museo della civiltà contadina, al piano superiore sono pronte le stanze degli anziani ospiti della casa di riposo, tornati a Pieve Torina dopo essere stati a Matelica grazie ai moduli provvisori messi a disposizione dalla Protezione civile nazionale. Sono stati necessari tre anni di lavoro e quasi cinque milioni di euro per ricostruirla, ma oggi pomeriggio è stato una grande festa per tutta la comunità.
Presente al taglio del nastro ieri pomeriggio il capo nazionale del dipartimento di Protezione civile Fabrizio Curcio: «C’è bisogno di caparbietà e voglia di rientrare nelle attività del territorio, su questo devo dire che il sindaco Alessandro Gentilucci è stato una costante sin dall’inizio con lui abbiamo passato i momenti più difficili, poi momenti di ripresa. Oggi non si inaugura un’infrastruttura, si inaugura un momento di connessione. Le infrastrutture senza il tessuto connettivo, senza la relazione della gente, senza tutto ciò che mette insieme le varie comunità non ci portano da nessuna parte. Ancora più importanti sono proprio i tre pilastri: la fede per chi ce l’ha, gli anziani che sono il nostro passato ma anche il nostro presente ed un tesoro da custodire, la conoscenza e la cultura. Questi sono i tre elementi che rendono forte una comunità».
Emozionato il sindaco Alessandro Gentilucci, attorniato da Curcio e dall’intero consiglio comunale: «Oggi si parla non di ingegneria ma di cuore. Eravamo rimasti privi di una chiesa e della dignità, per questo ho voluto inserire nel primo piano delle opere pubbliche il complesso Sant’Agostino perché ce lo meritiamo. Potevamo piangerci addosso, invece abbiamo intrapreso un percorso che oggi ci porta il sorriso, grazie all’opportunità di uscire dal tunnel con la ricostruzione. Vedrete la mostra di come eravamo ridotti, con il 93 per cento di case inagibili con danni gravi, invece grazie all’ordinanza 20 Pieve Torina è un modello per la ricostruzione, per questo vedete tante gru, per cui il privato è stato lasciato libero di fare velocemente. Dopo otto anni vi faccio un regalo particolare, il suono di una campana».
Prima del taglio del nastro sono intervenuti i tecnici, l’ingegnere Alessandro Capaci progettista, il capo Usr Marche ingegnere Marco Trovarelli, il direttore tecnico ingegnere Guido De Matteis, l’ingegnere Valentina Gennaro dell’ufficio tecnico comunale.
Hanno portato il loro saluto anche l’arcivescovo Francesco Massara, che ha annunciato il prossimo completamento della casa parrocchiale, il consigliere regionale Renzo Marinelli e il presidente del Parco dei Sibillini Andrea Spaterna. Arrivato direttamente da Pescara il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
Chiamato a parlare dal sindaco anche il primario Mauro Pelagalli della ginecologia di Macerata, pieve torinese doc: «Parlo per ciò che siamo come comunità, abbiamo vissuto lo scoraggiamento, la paura, il senso di sconfitta. Per fortuna ci sono state la resilienza, la tenacia di chi è rimasto e ha lavorato sodo. Molti ricordi mi legano a questo edificio, ricordo quando tanti anni fa abbiamo rimesso a posto il primo nucleo di quella che è stata la casa di riposo per gli anziani. Questa inaugurazione è stato un momento significativo, ci permette di riallacciare un percorso e rimettere la vita su un binario giusto. Da qui ripartiamo tutti insieme».
L’inaugurazione si è aperta con il concerto della banda di Pieve Torina diretta dal maestro Vincenzo Correnti, gli interventi delle autorità sono stati presentati da Marco Moscatelli. Prima della messa celebrata dall’arcivescovo Massara si è tenuto il concerto del piccolo pianista prodigio Alberto Cartuccia Cingolani.
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