«I 55 alberi per il sottopasso di via Roma,
i pini dell’Helvia Recina e altri da abbattere:
la giunta non ha un’idea del verde in città»

MACERATA - Legambiente critica le scelte dell'amministrazione e spiega che altre piante da tagliare sono previste per i progetti di largo Beligatti e piazza Li Madou. Sull'intervento per il sottopassaggio ferroviario: «Ci lascia interdetti non tanto per l’opera in sé, quanto per l’assenza di un progetto di compensazione che non ci risulta. Fare compensazione è il minimo indispensabile per bilanciare l’impatto di questi interventi, ed è difficile pensare che in fase di progettazione l’abbattimento non fosse stato preventivato»

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Il progetto del sottopasso

«Qual è l’idea dell’Amministrazione Comunale nella gestione dell’infrastruttura verde della città?». Legambiente pone un quesito all’amministrazione comunale di Macerata in merito alla gestione del verde urbano a seguito della notizia, anticipata da Cronache Maceratesi, dell’abbattimento di 55 alberi per realizzare il sottopasso ferroviario di Via Roma. Il quesito viene posto a seguito di numerosi esempi che nella gestione del verde urbano in città hanno lasciato perplessa l’associazione. A seguito del picchettamento e delle misurazioni effettuate in zona sono stati individuati dettagliatamente gli alberi da abbattere: 19 roverelle, due tigli, 31 alberi di Giuda, un acero campestre, un ornello e un olmo. La giunta comunale nella delibera con cui è stato dato il via libera all’intervento ha spiegato che «non ci sono soluzioni tecniche alternative all’abbattimento».

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Marco Ciarulli

«Partendo dalla premessa che in città, la gestione del verde urbano deve essere fatta tenendo conto anche di aspetti come la viabilità e la sicurezza – dichiara Marco Ciarulli di Legambiente Macerata – come associazione ci chiediamo che idea abbia l’amministrazione nella gestione dell’infrastruttura verde della città. L’ultimo esempio di via Roma ci lascia interdetti non tanto per l’opera in sé, quanto per l’assenza di un progetto di compensazione che non ci risulta dalle cronache locali. Fare compensazione è il minimo indispensabile per bilanciare l’impatto di questi interventi, ed è difficile pensare che in fase di progettazione l’abbattimento di 55 alberi non fosse stato preventivato».

Legambiente rimarca «l’importanza di una gestione del verde urbano in città che vada oltre l’aspetto ornamentale ma che includa tutti i benefici che la presenza di alberi porta. Infatti – aggiunge l’associazione ambientalista – in ambito urbano e perturbano, gli alberi erogano per la popolazione cittadina importanti servizi ecosistemici: abbassano le temperature, assorbono anidride carbonica e inquinanti atmosferici, ombreggiano e rinfrescano l’aria circostante, aumentano l’assorbimento delle piogge (contenendo il dissesto idrogeologico) filtrano le acque permettendo una prima depurazione, aumentano e conservano la biodiversità vegetale e animale e indirettamente migliorano le condizioni di salute fisica e mentale delle persone».

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Piergiorgio Ciarlantini

Eppure di recente, secondo Legambiente, ci sono stati esempi di gestione del verde quantomeno discutibili. «A partire dal progetto di piazza Li Madou, dove era intenzione dell’amministrazione eliminare la maggioranza degli alberi presenti eccetto due, senza alcuna motivazione botanica e tecnica ma per motivi architettonici, fermata e cambiata grazie a manifestazioni e partecipazioni cittadine – dichiara Piergiorgio Ciarlantini, dottore forestale di Legambiente Macerata – al progetto di riqualificazione di largo Beligatti, dove si prevede di abbattere due esemplari di Pino d’Aleppo del filare del sottostante viale Puccinotti solo per aprire il panorama. Ma anche lo stadio Helvia Recina, dove per la costruzione di un nuovo plesso degli spogliatoi saranno abbattuti 5 pini e non è mai stato motivato perché nell’opera sia proprio necessario, fino al restauro del sottopasso di Porta Montana, dove le alberature presenti non sono state affatto valutate e considerate nei lavori, tanto che uno dei Cedri vicini al sottopasso è in disseccamento. Si nota l’assenza di una gestione programmata, non esiste un Piano di gestione del verde urbano come non esiste un regolamento urbano cittadino, sono presenti prescrizioni nel regolamento edilizio ma ormai risultano insufficienti».

L’associazione evidenzia che nella progettazione e nella realizzazione di opere, «l’aspetto del verde urbano e delle alberature non è considerato nella sua interezza (tutto il valore botanico, naturalistico e paesaggistico)  ma rimane spesso,  l’aspetto meramente ornamentale, al pari di un arredo che si può rimuovere in base alle esigenze».

«Bisogna abbandonare la desueta idea della città giardino –conclude Ciarlantini –  e attuare un piano e interventi gestionali per arrivare al concetto di infrastruttura verde, ossia il verde urbano come asse portante della città al pari della rete elettrica, rete idrica e della viabilità».

 

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