Due scenari sul Balcone:
Maccioni resta alla finestra.
Il peso di Saltamartini divide

ELEZIONI A CINGOLI - L'ex direttore dell'Area Vasta 3, fresco di incarico alle Terme Santa Lucia di Tolentino, attende di capire se il centrodestra sarà unito: il sindaco uscente Michele Vittori si ricandiderà ma l'appoggio di Pacetti non è scontato, in particolare con la presenza in prima linea dell'assessore regionale alla Sanità

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Filippo Saltamartini e Michele Vittori

di Leonardo Giorgi

Le due facce del centro destra di Cingoli potrebbero ancora incontrarsi sulla stessa medaglia, ma attenzione al terzo incomodo. Il futuro amministrativo del Balcone delle Marche si trova davanti a un bivio e sono in effetti due gli scenari più probabili per le elezioni comunali dell’8 e 9 giugno. Sono ore febbrili per il sindaco uscente Michele Vittori (squadra Saltamartini), l’ex candidato Francesco Pacetti (supportato da Lega e Fratelli d’Italia) e per l’opposizione, che sembra aver trovato in Alessandro Maccioni,  l’uomo della provvidenza. L’ex direttore dell’Area vasta 3, appena nominato consulente alle Terme di Santa Lucia a Tolentino (incarico fino al 31 dicembre 2024), però non ha ancora sciolto le riserve sulla sua discesa in campo.

Il tutto a un giorno dall’appuntamento di domani (sabato 13) alle 17 in cui il sindaco Vittori si confronterà con il suo elettorato nell’auditorium Santo Spirito, in un incontro dal nome “Quale futuro per Cingoli, Balcone delle Marche?”. In attesa di una risposta, ecco le due opzioni più probabili in questo momento.

Scenario 1 – Colpo di destra. In questa situazione, quella che sembrerebbe la più gradita dai comitati provinciali e regionali di Lega e FdI (ma più difficile da concretizzare), il centro destra si presenta unito alle urne con una lista che vede Vittori supportato da Pacetti. Considerando che le liste dei due ex rivali hanno raccolto insieme circa l’82% dei voti alle elezioni del 2019, il centro destra unito spaventa l’opposizione. Difficilmente però la squadra Pacetti accetterebbe di supportare Vittori (e Saltamartini, che potrebbe far parte concretamente della lista ancora una volta) senza garanzie importanti. E in un comune come Cingoli, ormai sotto i 10mila abitanti, l’unica garanzia amministrativa importante potrebbe essere il ruolo da vice sindaco. Ruolo che cinque anni fa fu ricoperto da Saltamartini, per poi rimanere vacante in seguito al passaggio dell’ex senatore di Forza Italia alla Giunta regionale, nei panni di assessore alla Sanità in quota Lega. In seguito alle elezioni regionali, Cingoli non ha avuto un vice sindaco vero e proprio, con il ruolo che ogni tre mesi è passato a un assessore diverso. Con un centro destra unito, sotto le pressioni di Lega e FdI, sarebbe difficile immaginare che la modalità “intercambiabile” del vice sindaco resti ancora gradita. Anche per questo, nelle ultime ore, salgono le quotazioni del secondo scenario.

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Alessandro Maccioni

Scenario 2 – Numeri civici. In questo lato della storia, come cinque anni fa, le squadre Vittori e Pacetti non si presentano unite alle elezioni. A questo punto la partita si riapre e avrebbe molto più senso per Alessandro Maccioni, principale nome di opposizione che è circolato negli ultimi mesi, presentarsi alle urne con una lista forte, con nomi capaci di raccogliere numeri, ma soprattutto di impronta civica. Quest’ultimo punto è fondamentale per l’ex dirigente Asur, che, nel caso annunci la sua candidatura nei prossimi giorni, intende presentarsi con una lista in contrapposizione a Vittori che non sia legata ufficialmente a schieramenti politici. L’unica vera certezza è che Maccioni, tra tutti i vari nomi che si sono rincorsi nell’ultimo periodo, è stato sicuramente cercato da più parti politiche del comune. Maccioni gradirebbe la possibilità di lavorare per Cingoli, ma non vuole allungare troppo i tempi, così da riuscire a programmare con un certo anticipo l’eventuale campagna elettorale: i prossimi giorni saranno per questo decisivi.

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Pacifico Berrè

Per quanto riguarda la composizione delle liste, il cingolano Pacifico Berrè, da poco in pensione dopo 40 anni in Confartigianato Macerata, fa sapere a Cronache Maceratesi che «mi hanno chiesto di candidarmi come sindaco, come consigliere, mi hanno anche proposto di essere vicesindaco o assessore, ho avuto telefonate da liste di una parte politica e dell’altra e a tutti ho dato la stessa identica risposta. La politica è una delle mie grandi passioni, ma voglio viverla da spettatore». «In passato – ha spiegato Berrè – ho ricoperto diversi ruoli e in effetti prendevo anche molti voti. Capisco che la mia esperienza possa essere in questo momento appetibile, ma candidarmi non è quello che voglio fare».

 

 

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