L’incidente lungo la Muccese
Nuove indagini per la morte del 63enne Massimo Aquilanti. Lo ha deciso il gip del tribunale di Macerata dopo l’udienza di opposizione (presentata dai familiari) alla richiesta di archiviazione della procura. Per i familiari: «Non è morto per aver tamponato un’altra moto». L’incidente è avvenuto il 21 aprile del 2023 a Camerino, lungo la Muccese. Aquilanti, originario della provincia di Chieti, aveva perso la vita in un incidente con la moto. Secondo la ricostruzione sin qui fatta di quanto accaduto, Aquilanti nel fare un sorpasso si era scontrato con un’altra moto.
Massimo Aquilanti
Il conducente della seconda moto, un 67enne di Ancona, era stato indagato dalla procura che poi ha chiesto l’archiviazione. I familiari di Aquilanti (la compagna, i due figli, i genitori e i due fratelli), assistiti da Studio 3A (società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti) e dall’avvocato Massimo Cesca, hanno fatto opposizione. I legali in udienza hanno anche presentato una perizia che ricostruiva la dinamica dell’incidente.
«In estrema sintesi Aquilanti – ricostruisce lo Studio 3A in una nota -, che viaggiava in sella alla sua Bmw 1200R, e che, in un tratto con linea discontinua, dunque lecitamente, stava superando una Ford Fiesta, è entrato in contatto con la Ktm 1290 di un 67enne di Ancona, che lo precedeva e che a sua volta si era apprestato a superare un furgone Iveco che procedeva, sempre nella stessa direzione, davanti alla Fiesta. Dopo l’urto i due centauri sono rimasti agganciati per un breve tratto per poi essere disarcionati dalle rispettive motociclette. Aquilanti è deceduto a causa dello choc emorragico acuto conseguente ai gravissimi politraumi riportati, specie a livello toracico». I legali hanno affidato ad un proprio perito di fiducia, l’ingegnere forense Mattia Strangi, l’incarico di realizzare «una approfondita perizia per accertare con precisione dinamica, cause e tutte le responsabilità del sinistro, ed è emersa una ben diversa verità – dice Studio 3A –, che poi l’avvocato Cesca ha ben tradotto nella sua tempestiva opposizione alla richiesta di archiviazione presentata al Gip il 30 ottobre 2023, con allegata la consulenza tecnica integrale dell’ingegner Strangi. Oltre che dall’analisi dei mezzi, posti sotto sequestro, e dai verbali dei carabinieri di Camerino, che hanno effettuato i rilievi, anche e soprattutto dalla testimonianza, agli atti, del conducente della Ford Fiesta, che ha assistito in diretta a tutta alla drammatica scena, infatti, è risultato chiaramente che Aquilanti era già in fase di sorpasso di quest’ultima vettura quando il 67enne ha a sua volta deviato a sinistra per superare il furgone. È stata quindi quest’ultima manovra a innescare la sovrapposizione delle traiettorie delle due moto e pertanto nessun tamponamento può essere addebitato alla vittima che, anzi, non ha potuto nulla per evitare l’impatto». Il giudice Giovanni Manzoni, al termine dell’udienza, che si è svolta martedì, ha accolto le richieste dei legali dei familiari che chiedevano sia ulteriori indagini che una perizia cinematica per ricostruire l’incidente. Questo, dice Studio 3A anche in base alle dichiarazioni del conducente della Ford “la moto che mi precedeva (quella dell’indagato, ndr) ha iniziato il sorpasso del Daily Iveco mentre mi stava già sorpassando un’altra moto (quella della vittima, ndr)”. Il gip scrive che la testimonianza «“sembra indicare una fuoriuscita in sorpasso della Ktm del 67enne mentre la Bmw di Aquilanti era già in fase di sorpasso», e ha ritenuto «necessario approfondire la dinamica del sinistro, anche riascoltando i testimoni ed effettuando una perizia cinematica».
(Gian. Gin.)
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