Un momento dell’incontro
di Monia Orazi
Nel Maceratese una donna è andata in farmacia e ha fatto il gesto anti violenza, la farmacista l’ha portata dietro e ha chiamato le forze dell’ordine. Era stata sequestrata per una notte e vittima di abusi sessuali. È uno degli episodi raccontati questo pomeriggio al convegno Unicam “Manipolazione tossica quando l’amore diventa una trappola”, organizzato dall’università di Camerino nell’ambito delle iniziative legate al 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.
A raccontare l’episodio Chiara Focone, vicepresidente dell’ordine dei farmacisti della provincia di Macerata, che ha presentato il progetto Mimosa, attivo dal 2021 in tutte le Marche. Nel dettaglio in farmacia si trovano brochure stampate con tutti i riferimenti utili per chiedere aiuto in caso di violenza di genere. L’incontro si è tenuto questo pomeriggio nella sede del rettorato Unicam, aperto dai saluti del rettore Graziano Leoni e della pro rettrice Sara Spuntarelli, si è entrati nel vivo del tema, con Stefania Silvi del comitato unico di garanzia Unicam. Francesca Biancifiore ha presentato l’attività dello sportello “Associazione giustizia donna”, rivolta al contrasto della violenza sulle donne. Ha detto Biancifiore: «Per educare alla non violenza si deve iniziare sin dall’infanzia, in famiglia non deve esserci discriminazione di genere, molto importante anche la scuola. Diventa necessario distinguere tra le varie forme di violenza, un nuovo fattore è il revenge porn, che può portare al suicidio. Si parla troppo poco di violenza economica, quando la donna viene privata del controllo delle risorse economiche, le viene impedito di svolgere attività lavorativa. Senza soldi una donna non può liberarsi dal proprio aguzzino. Si deve chiedere aiuto, anche solo chiamando il 1522, il costo della tutela legale è a carico del patrocinio statale, a prescindere dal limite di reddito».
Il rettore Graziano Leoni
Ha aggiunto la psicoterapeuta Catiuscia Settembri, che ha trattato il tema della manipolazione psicologica nella relazione tossica, che ha spiegato: «La manipolazione tossica è un modo per controllare e ottenere ciò che si vuole dal partner. Si controlla con gelosia esasperata, controllando telefono e social, limitando la libertà dell’altro, diventa oggetto del desiderio e non la persona con cui si ha una relazione, il rischio è quello di allontanarsi dalla propria identità. Chiedere aiuto è un atto di grande coraggio, la consapevolezza si aumenta con il parlare. La dipendenza affettiva si basa sul concetto “Io non esisto senza di te”, non ci si rende conto che si è in un meccanismo tossico. Gli amici possono fare tantissimo, ciascuno di noi ha la responsabilità civile di aiutare chi ha bisogno, significa salvare una vita. Il rischio per le vittime di violenza è la dispercezione di sè, allontanarsi dalla propria identità con perdita di autostima e conseguenze sul comportamento. Se credo di non essere abbastanza non farò un passo in avanti». Il docente Nazzareno Cannella ha parlato degli aspetti neurobiologici della violenza di genere, con il mancato controllo delle emozioni che può essere alla base del comportamento violento, per l’incapacità di controllo degli impulsi: «Sono importanti l’educazione e la formazione per eradicare la violenza dalla società, anche in età adulta attraverso la rieducazione, si può apprendere il controllo degli impulsi». A concludere l’incontro le referenti del servizio di benessere psicologico Unicam e Valeria Pasqualini dell’ambito territoriale sociale 15, referente per le tematiche di contrasto alla violenza di genere.
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