I pascoli tornano al “dominio collettivo”,
lo guiderà una 23enne
«Un evento storico di vera resilienza»

VISSO - Ricostituita ieri dopo anni la storica comunanza agraria di Aschio, Borgo San Giovanni (Vallopa), Villa Sant'Antonio. Eletta la prima presidente donna: è la giovane allevatrice di cavalli Laura Sabbatini

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Il voto per la ricostituzione del dominio collettivo dei pascoli

di Monia Orazi

È stata ufficialmente ricostituita ieri dopo anni la storica comunanza agraria di Aschio, Borgo San Giovanni (Vallopa), Villa Sant’Antonio e Visso, in termini giuridici dominio collettivo, per riaffermare la gestione collettiva dei pascoli in quota, come avvenuto per secoli.

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Laura Sabbatini

Ieri pomeriggio è stata eletta la prima presidente donna: è la giovane 23enne allevatrice di cavalli Laura Sabbatini, la più votata dai 57 che hanno espresso le loro preferenze, sui 76 utenti iscritti al nuovo ente comunitario. Ecco il nuovo consiglio con le preferenze espresse: Laura Sabbatini (55), designati consiglieri Damiano Sebastiani (46), Daniele Ricci (38), Mauro Montebovi (32), Stefano Lucerna (28). Tecnicamente il nuovo organismo si chiama Dominio Collettivo di Aschio, Borgo San Giovanni (Vallopa), Villa Sant’Antonio e Visso, disciplinato dalla legge 168 del 2017.

«Un evento storico di vera resilienza e rinascita di una terra che tanto ha sofferto ma le cui potenzialità ambientali, economiche e socioculturali nessuno mai abbatterà», hanno commentato i promotori. L’origine delle comunanze agrarie si perde nei secoli del Medioevo, quando furono istituiti quei domini collettivi su beni di uso civico, principalmente per sfuggire al dominio feudale, con pascoli e terreni il cui utilizzo era riservato agli utenti, sottraendolo alla potestà del signore. I valori su cui sono fondate sono la tutela dell’ambiente, il valore dell’utilizzo dei beni, il rispetto tra famiglie del posto, la cura dei luoghi, la conservazione dell’identità locale.

dominio-collettivo-pascoli-visso-4-325x244Su questi presupposti nelle zone di montagna nascono gli usi civici, che si strutturano come utilizzo di terreni, legna, pascoli e fonti in determinati luoghi, basati su consuetudini ripetute per secoli, senza nessuna legge a sancire la loro legittimità, tranne la forza dell’abitudine, con il loro riconoscimento che avviene non tramite la legge, ma in virtù di uno stato di fatto. Nemmeno l’età moderna è riuscita a spazzarli via del tutto, eccetto nei casi di abbandono del territorio da parte dell’uomo. Furono studiati approfonditamente alla fine dell’Ottocento da due professori dell’università di Camerino, Giacomo Venezian e Oreste Ranelletti. L’età contemporanea a volte ha portato all’estinzione delle comunanze agrarie per l’abbandono delle attività agro-silvo-pastorali ed il mutamento demografico con l’estinzione delle famiglie. A Visso però si va contro tendenza, con la comunanza agraria ormai rinata dalle proprie ceneri.

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