Il senatore Guido Castelli e il presidente Sandro Parcaroli
Con oggi sono trascorsi sette anni dall’ultima delle tre scosse principali che fecero tremare il Centro Italia nel 2016, quella di magnitudo 6.5 con epicentro tra Norcia, Preci e Castelsantangelo. Il presidente della Provincia Sandro Parcaroli ricorda quei momenti ma guarda anche verso il futuro, verso una ricostruzione che ancora non riesce a mettere il turbo.
Il taglio del nastro del teatro comunale di Caldarola, riaperto la settimana scorsa
«Una scossa che fortunatamente non causò nuove vittime, ma che ha provocato nuovi e gravi crolli proseguendo una scia di distruzione iniziata il 24 agosto precedente tra Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, quando i morti furono invece oltre 300 e 65mila gli sfollati – dice Parcaroli – in questo settimo anniversario il nostro impegno deve essere sempre quello di non dimenticare, mantenendo alta l’attenzione e la determinazione nella ricostruzione in sicurezza dei nostri splendidi borghi. Gli interventi di ricostruzione nei territori si sono trovati ad affrontare da subito diverse difficoltà, dalla rimozione dell’enorme mole di macerie, all’insufficienza e precarietà del personale da utilizzare nella gestione amministrativa delle richieste di ristoro dei danni. Successivamente, a partire dal 2020, l’emergenza covid-19 ha fortemente condizionato tutte le attività a causa delle restrizioni e delle difficoltà senza precedenti nella vita dei cittadini, dei professionisti, delle imprese, del personale dei Comuni e di tutte le autorità preposte ai vari livelli di governance».
Eppure, secondo Parcaroli, finalmente si vedono i segni tangibili di un cambio di passo. «Stiamo recuperando tanti gioielli del nostro territorio – afferma il presidente della Provincia – penso, solo per citare gli ultimi stabili riaperti, al teatro comunale di Caldarola, un’opera di circa 1,2 milioni, di cui 1,1 milioni di finanziamenti pubblici, e alla chiesa di Santa Maria di Piazza a Mogliano. Ma molte opere sono ancora in corso. Lavori, infatti, sono partiti per la ricostruzione sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Treia ed è stato approvato dall’Usr anche il progetto di recupero del municipio di Gualdo, per oltre 3 milioni di euro. Nella nostra provincia sono più di 10mila i fascicoli presentati e oltre 1.595.000.000 euro i contributi già liquidati, a cui si aggiungono altri 49 milioni solo per la ricostruzione delle scuole e altri 200 milioni per le chiese e i beni culturali. Dati importanti che testimoniano come, finalmente, ci siamo avviati ad una fase positiva della ricostruzione, ma dobbiamo fare sempre di più e sempre meglio. Come rappresentanti delle istituzioni, oltre a dare un messaggio di speranza, dobbiamo far sentire la nostra concreta presenza. Lo stiamo facendo sfruttando al meglio le potenzialità degli strumenti che ci vengono messi a disposizione per innescare meccanismi virtuosi in grado di dare nuovo impulso alla ricostruzione e sostenere una rivitalizzazione forte dal punto di vista sociale ed economico in stretta collaborazione con il Ministero, la Regione e tutti i Comuni. Ai concittadini maceratesi dobbiamo far sentire la vicinanza, lavorando insieme per il territorio».
Il commissario per la ricostruzione Castelli a Norcia
Anche il commissario per la ricostruzione Guido Castelli vuole guardare avanti dopo i tanti, troppi ritardi. «In questi sette anni abbiamo dovuto registrare troppe false partenze nel percorso della ricostruzione – commenta Castelli – ora mi sembra giusto segnare, in questo anniversario, l’avvio di un sensibile cambio di passo. Ci sono alcuni episodi di questi ultimi mesi cui dobbiamo guardare con fiducia. I simboli aiutano a vivere e a riprendere la vita. La rigenerazione del territorio, oltre alla ricostruzione materiale, ha bisogno di simboli. Non solo a Norcia, dove oggi saranno inaugurati alcuni opifici che ospitano sette attività produttive. Penso anche al complesso di Santa Maria di Piazza a Mogliano, restituito ai fedeli e ai turisti».
Il cambio di passo avvenuto non può far dimenticare le tante cose ancora da fare. Ci sono ancora lavori per almeno 9 miliardi per la ricostruzione pubblica e almeno 11 miliardi per quella privata. «Ci sono ancora troppe persone, circa 30mila, che vivono fuori dalle loro case, e questo non ci può rendere tranquilli – precisa Castelli – ma anche sul fronte dalla ricostruzione privata devo segnalare che nel solo mese di ottobre sono stati liquidati 135 milioni di euro per i lavori eseguiti».
Il percorso di ricostruzione nell’area del cratere ha dovuto e deve fare i conti con alcune contingenze avverse. Il 110% ha distolto molte imprese dall’attività nei 138 Comuni colpiti dal sisma del 2016, e chi ha lavorato oggi si trova a dover registrare una difficoltà nella liquidazione delle competenze. Ci sono 700 milioni di euro da sbloccare per ridare ossigeno alla ricostruzione. «L’assenza di un plafond finanziario rischia di compromettere molte attività di recupero edilizio in corso – spiega Castelli – e per questo ci stiamo adoperando per poter aggiungere al contributo sisma anche il contributo del 110% che sarà attivo nelle zone del cratere per tutto il 2025. E sono fiducioso che molti crediti possano essere sbloccati, secondo le modalità che hanno potuto farci raggiungere un accordo con Mps per rimettere in circolo, questa estate, 200 milioni di euro per le imprese attive».
Durante l’udienza concessa da papa Francesco al commissario Guido Castelli, lo scorso 26 ottobre, nell’anniversario della nuova sequenza sismica culminata con le scosse del 30 ottobre 2016, è stata annunciata un’udienza speciale e straordinaria per tutti i sindaci dell’area colpita dal sisma. L’appuntamento è per il prossimo 24 novembre, a Roma. «Non si tratta solo di un grande conforto per tutti coloro che condividono le ferite della tragedia di sette anni fa – conclude Castelli – ma un’occasione forte di “ripartenza”, con l’aiuto di Dio, per chi crede, con una rinnovata voglia di solidarietà umana per tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Il sostegno del Papa sarà utile a tutti, per proseguire con coraggio nella ricostruzione e nella rigenerazione del territorio, delle comunità che lo abitano e delle imprese che vi lavorano».
Il commissario Castelli dal Papa: «Ricostruzione con metodo sinodale»
Mogliano riabbraccia la sua chiesa, Sgarbi fa da padrino «Messaggio di speranza dopo il sisma»
Rinasce il teatro di Caldarola: «Segno di una ricostruzione che inizia a produrre effetti»
(Clicca per ascoltare la notizia in podcast)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Più che dal Papa credo che dovrebbero andare a Lourdes.