La protesta per il Divini (Foto)
«Sono 7 anni che aspettiamo,
è ora di riavere il nostro istituto»

SAN SEVERINO - Corteo per le vie del centro, in testa la sindaca Rosa Piermattei: «Doveva essere ricostruito dopo un anno. Siamo qui per dire basta». Il dirigente scolastico Sandro Luciani: «Il commissario Guido Castelli dice che si stanno impegnando. Il prefetto mi ha chiamato stamattina e dice che monitora questa situazione per vedere che i lavori vadano avanti. Mi ha riferito anche di una telefonata della segreteria del presidente della Repubblica»

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Gli alunni seduti fuori dalla scuola

di Monia Orazi

«Rivogliamo la nuova scuola. Vogliamo essere Divini e non divisi». Sono queste le parole scandite questa mattina a San Severino dal corteo degli studenti dell’istituto tecnico Divini di San Severino, che a sette anni dal sisma ancora frequentano la scuola nella sede provvisoria del plesso Luzio, mentre gli studenti di Chimica e Meccanica fanno lezione nei laboratori nuovi, accanto al cantiere fermo ormai da un anno per problemi burocratici, tra cui il mancato deposito della variante al progetto ed il mancato pagamento del primo stadio di avanzamento lavori all’impresa.

IMG_20231030_132740_543-650x488Il Luzio è stato costruito negli anni Venti del secolo scorso, era la sede della primaria, mancano gli spazi adeguati alla didattica.

Il corteo è stato scortato da carabinieri e agenti della municipale, con in testa il dirigente scolastico Sandro Luciani, il sindaco Rosa Piermattei in fascia tricolore, il cardinale Edoardo Menichelli, il vescovo Francesco Massara, padre Luciano Genga guardiano del convento di San Pacifico, è stato accompagnato dalla terza C della scuola media Tacchi Venturi, da alcune classi dell’istituto professionale Pocognoni di San Severino, qualche decina i cittadini settempedani presenti, tra cui diverse associazioni, presenti anche i rappresentanti di Confindustria, ufficio scolastico regionale, assente l’assessore provinciale che in precedenza aveva assicurato al preside Luciani la propria presenza.

Dopo aver attraversato viale Bigioli e viale Eustachio gli studenti con gli striscioni in testa ed una corona funebre listata a lutto si sono raccolti davanti ai laboratori, dove hanno trovato ad attenderli gli studenti itis di chimica e meccanica con i banchi fuori al sole e una lavagna con scritto: «Sette anni dal sisma, fino a quando dobbiamo aspettare?», titolo di un tema che sembra non avere conclusione. Stamattina il cantiere era deserto, con l’erba incolta ed il caschetto di un muratore abbandonato tra le colonne.
IMG_20231030_132710_438-650x488Ad aprire gli interventi Sandro Luciani: «Sono preside da quattro anni, speravo di rientrare prima nella nuova scuola, spero di riuscire a rientrare prima di andare in pensione. Ha mandato una lettera il commissario Guido Castelli in cui dice che si stanno impegnando, ma soprattutto stamattina ho ricevuto anche la telefonata del prefetto che dice che monitora strettamente questa situazione per vedere che i lavori vadano avanti. Mi ha riferito anche di una telefonata della segreteria del presidente della Repubblica che dice che ha ricevuto la nostra lettera inviata tre mesi fa. Se non va avanti l’itis le scuole elementari non possono rientrare nella vecchia sede del Luzio, devono rimanere alla scuola media con sovraffollamento, quindi la problematica non è solo di voi studenti, ma di tutta San Severino».

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Paolo Ceci e Sandro Luciani

Successivamente ha parlato il sindaco Rosa Piermattei: «Sono sette anni dal terremoto, sette anni in cui non siete più in questa scuola. È educazione civica farsi sentire senza protestare, siamo qui anche per dire basta, perché è ora di riavere questo istituto. Doveva essere ricostruito dopo un anno, la burocrazia e il modo in cui sono state assegnate con l’ordinanza a queste scuole, che erano 21, solo due piccole scuole sono riuscite ad essere portate a termine. Abbiamo sempre avuto pazienza perché abbiamo visto nei commissari che si sono succeduti buona volontà. Ora, proprio questa mattina, anche a me e il Commissario Castelli ha chiamato, ha detto che comunque, come abbiamo potuto vedere, almeno la palestra per essere usata sarà messa a punto velocemente. Per il resto, ora non dico più l’anno prossimo, ripartiranno i lavori.

IMG_20231030_132729_159-650x488Voi dovete essere vigili come siete sempre stati, mi dispiace per chi fa quest’anno fa il quinto anno perché vuol dire che non è potuto, non ha potuto godere della nuova scuola. Mi dispiace, questa mattina non voglio essere polemica, ma dov’è la città di San Severino che scrive tanto? Questa mattina non c’è, dov’è la popolazione? Noi da soli andiamo avanti, io sono con voi, con tutte le persone che sono presenti, grazie».

Ha detto Giada Fiorini del comitato studentesco che ha organizzato la manifestazione: «Ci siamo stufati di stare in questa sede provvisoria e di non avere gli spazi che ci meritiamo. Abbiamo diritto a studiare, ma abbiamo anche diritto ad avere una sede che sia la nostra sede, quindi speriamo che ci ascoltino e che i ragazzi che sono entrati a poco a scuola riusciranno almeno a finire gli ultimi anni nella nuova scuola».

Roberta Ricci rappresentante dei genitori nel consiglio d’Istituto ha aggiunto: «Questa è la seconda manifestazione a cui partecipo, purtroppo l’effetto è stato sempre quello, per ora non abbiamo visto i risultati, ma non molliamo. Siamo ancora qua e se non basta questo probabilmente faremo altre manifestazioni, magari in altre sedi». Hanno portato il proprio saluto l’arcivescovo Massara, Paolo Ceci presidente Piccola Industria Marche ed ex studente itis, Catia Scattolini preside Tacchi Venturi, Loredana Leone dell’ufficio scolastico regionale: «Bellissima iniziativa, è un momento di ricordo ed anche, tra virgolette, di protesta, perché tutti siamo vicini a voi, ricordando quei momenti terribili che hanno segnato la vita di tutti. Ritengo che la l’iniziativa di oggi sia opportuna e anche lodevole, perché da parte degli studenti è bene che ci sia la rivendicazione dei loro diritti e il diritto all’istruzione passa anche attraverso l’uso di ambienti di apprendimento adeguati». Sono poi intervenuti alcuni insegnanti ed altri studenti del Divini, in particolare quelli di chimica e meccanica che per necessità di avere maggiori spazi fanno lezione all’interno dei nuovi laboratori, che hanno definito caldi in estate e freddi in inverno. Una foto tutti insieme ha suggellato la fine della mattinata di protesta, nata per chiedere di sbloccare i lavori di ricostruzione del Divini.


(Clicca per ascoltare la notizia in podcast)

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Alcuni striscioni di protesta

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Foto finale della manifestazione di protesta per l’itis Divini

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Il cantiere del Divini deserto questa mattina

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Studenti del Divini davanti ai laboratori

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Intervento di uno studente di informatica del Divini

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Un momento della manifestazione

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Alcuni striscioni di protesta

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Il cantiere del Divini questa mattina

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Alunni del Divini con gli striscioni

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L’arrivo del corteo

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Il presidente del consiglio comunale Granata e il vescovo Francesco  Massara

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La lavagna per protestare

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Alcuni studenti con uno striscione

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Roberta Ricci e Giada Fiorini

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L’intervento di Paolo Ceci

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Intervento della professoressa Servili

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Intervento di frate Luciano Genga

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