«L’amministrazione e il Consiglio comunale tutto prendano le distanze da quanto pronunciato dalla consigliera Lorella Benedetti. Chiediamo loro di non procedere all’intitolazione della via a Silvio Berlusconi». La richiesta formale arriva dal presidio di Libera Macerata “Ciro Colonna” ed è accompagnata dalla condanna delle parole della consigliera di Fratelli d’Italia che nella seduta del Consifglio del 26 luglie è intervenuta in difesa di Silvio Berlusconi, parlando dei rapporti con la mafia.
Alcuni rappresentanti dle presidio Libera Macerata
«Come associazione che si batte da quasi 30 anni su tutto il territorio nazionale per la legalità – scrive Libera – e la giustizia sociale nella costruzione di una società libera dalle mafie, le parole della consigliera comunale,ci lasciano sgomenti.Non è nostra intenzione soffermarci nel merito della figura politica che Silvio Berlusconi ha rappresentato nel panorama italiano.
Ci preme invece condannare il tenore omertoso delle asserzioni della consigliera, che giustificano l’operato di chi per quieto vivere, in uno Stato di diritto, giunge a compromessi con le organizzazioni di stampo mafioso.
La consigliera ritiene difatti tollerabile ed anzi, normale, che un imprenditore come Silvio Berlusconi si rivolga alla mafia – in particolare a Vittorio Mangano, definito da Paolo Borsellino “una delle teste di ponte di cosa nostra in Nord Italia” – per ricevere protezione».
Libera richiama la sentenza con cui Marcello Dell’Utri – co-fondatore di Forza Italia nonché stretto collaboratore di Berlusconi – è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che recita “è indubbio che l’accordo di protezione mafiosa propiziato da Dell’Utri, con il sinallagma dei pagamenti sistematici in favore di Cosa nostra, vada a inserirsi in un rapporto di causalità, nella realizzazione dell’evento del finale rafforzamento di Cosa nostra”.
«È necessario sottolineare – prosegue Libera – che questo tipo di cultura, che normalizza il compromesso con i sodalizi mafiosi, permette alle consorterie di ramificarsi in maniera capillare anche in luoghi tradizionalmente non interessati dal fenomeno, come il nostro, e proliferare indisturbati. Rappresenta il terreno fertile prediletto dalle organizzazioni criminali, che così attecchiscono deturpando territori e mettendo a repentaglio la vita delle persone. Riteniamo profondamente lesivo e irrispettoso nei confronti delle vittime innocenti di mafia, uomini e donne di Stato, esponenti della società civile, comuni cittadinɜ, che si sono battutɜ per difendere ed affermare legalità e giustizia, sentire oggi pronunciare in sedi istituzionali frasi come “Berlusconi forse avrà utilizzato dell’Utri il quale, da buon siciliano, sapeva a chi rivolgersi”. Il compito delle istituzioni deve essere quello di essere baluardo di legalità ed integrità, non giustificare atteggiamenti mafiosi e contatti con cosche criminali».
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