Corrado Tedeschi con Claudio Moneta
di Marco Ribechi
San Valentino al Vaccaj nel segno della grande letteratura italiana. È andato in scena ieri sera, nella splendida cornice di un Vaccaj mozzafiato, lo spettacolo teatrale di Luigi Pirandello “L’uomo dal fiore in bocca”, regia di Marco Rampoldi interpretato da un Corrado Tedeschi davvero amato dal pubblico di casa.
Una scena del monologo
Un appuntamento che accompagna Tedeschi da tutta una vita, infatti lo stesso attore ha confessato che recita il monologo, che lui stesso ha definito probabilmente il più bello dell’intero teatro italiano, da ben 23 lunghi anni. Un viaggio che lo ha portato, spettacolo dopo spettacolo, a immergersi nel mondo della mente umana e della sua complessità diventando, in un certo senso, egli stesso pirandelliano. Al suo fianco, Claudio Moneta, doppiatore di professione e autore di moltissime voci del grande schermo, tra cui quella di Sponge Bob. Il personaggio dedicato ai più piccoli però non ha avuto nulla a che fare con la recitazione di ieri sera dove, al contrario, Moneta ha conquistato la platea con una dizione e un tono vocale davvero ammalianti e fuori dal comune. La sinergia tra i due artisti è stata quindi perfetta, creando un’atmosfera unica in cui il pubblico ha potuto vivere appieno le emozioni dei personaggi.
Tedeschi e Moneta si aggirano tra il pubblico per reclutare “attori”
La prima parte dello spettacolo è stata caratterizzata da sonore risate in platea dovute alle brillanti improvvisazioni di Tedeschi che ha coinvolto alcune persone del pubblico per creare un’interazione coinvolgente e, a sua volta, molto pirandelliana in quanto basata sul gioco delle parti tra realtà e recitato, tra personaggio e attore, tra scena e palco. E infatti lo stesso Tedeschi ha annunciato: «Questa sera vedrete uno spettacolo un po’ particolare, vorrei giocare con voi alla creazione dell’uomo pirandelliano». La scelta si è dimostrata in realtà un successo in quanto ha permesso al pubblico di entrare gradualmente nell’atmosfera del dramma, rompere la distanza creata dallo spazio scenico senza però sentirsi troppo imbarazzato.
Dopo l’improvvisazione il monologo, realizzato con una semplice scenografia minimalista. Si svolge in un’atmosfera surreale dove il protagonista, un uomo gravemente malato, è costretto a confrontarsi con la propria morte imminente. Il personaggio, impersonato magistralmente da Tedeschi (anche a causa delle sue vicende private), attraverso il racconto della propria vicenda, cerca di comprendere il significato della vita e della morte. L’interpretazione dell’attore è stata straordinaria, capace di coinvolgere il pubblico in ogni momento, rendendolo partecipe delle emozioni e delle riflessioni del personaggio. La prova di Tedeschi ha fatto sì che il pubblico rimanesse incollato alle sue parole, tributando gli nel finale lunghi applausi che hanno dimostrato il grande coinvolgimento ottenuto.
Un momento di improvvisazione con uno spettatore
In un mondo dove le maschere si moltiplicano diventando tutto e il contrario di tutto, dove le relazioni sono filtrate da uno schermo e l’immagine usata per ingannare e nascondere la realtà, il teatro di Pirandello resta drammaticamente attuale e gonfio di contenuti non ancora del tutto recepiti. Inevitabile quindi, così come visto anche a Sanremo, l’appuntamento conclusivo con il momento social ovvero con un grande selfie collettivo dal palco, capace di moltiplicare gli assi cartesiani pirandelliani e aggiungendo così alla dicotomia palco/realtà anche l’ulteriore coordinata di dramma sociale della rete digitale.
Il prossimo appuntamento al Teatro Vaccaj di Tolentino è per il primo di marzo con Quasi Amici con Massimo Ghini e Paolo Ruffini.
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