Caressa al centro de “La Cava”,
il calcio narrato da chi lo racconta
«Ricostruzione, Mancini è l’uomo giusto»

RIPE SAN GINESIO - Il noto giornalista protagonista del primo evento estivo nell'Arena, due ore a tutto tondo intorno ai temi più d'attualità: gli allenatori che hanno fatto la storia, la Nazionale, lo scudetto del Milan e la Conference League della Roma, la delusione Juve e il pronostico sul Mondiale, oltre alla ricetta per il rilancio del movimento italiano

- caricamento letture

 

Fabio-Caressa-1-650x573

Fabio Caressa e Alver Torresi sul palco

di Michele Carbonari

Fabio Caressa show all’arena La Cava di Ripe San Ginesio. Il noto conduttore Sky ha raccontato aneddoti e retroscena dei migliori allenatori. L’importanza della leadership, fattore che accomuna quelli vincenti. I nomi dei tre “rivoluzionari” della storia del pallone e i giovani emergenti italiani. Il Mancio e le cause psicologiche del fallimento “mondiale”, i pronostici di Qatar 2022. Il peso delle infrastrutture, del brand e del merchandising nel calcio di oggi. Il tutto legato alle statistiche e agli algoritmi, alla base di tutto nelle analisi delle partite e dei risultati finali dei campionati. E non è mancata la spiegazione dell’ “effetto Magnus” sulla punizione “maledetta” di Andrea Pirlo. Per quasi due ore Fabio Caressa illumina e attira l’attenzione del pubblico, anch’esso partecipe nel finale prima dei classici selfie e autografi.

Fabio-Caressa-2-325x287Le storie sportive, di volta in volta introdotte da Alver Torresi dopo la presentazione di Marta Tentella e i saluti del sindaco Paolo Teodori, si aprono con uno degli allenatori più vincenti della storia: Carlo Ancelotti. «Il suo ruolo al Real Madrid è quello di gestire una multinazionale. Lui è stato bravo perché ha creato il giusto clima, come una famiglia. Non ha caso con lui lavora il figlio e il marito della figlia. Dalla squadra viene riconosciuto come un papà. Una sua virtù è la calma. Vi racconto cosa accadde anni fa insieme a Carletto. Premessa: io sono ansioso. Partita Milan – Barcellona. Lui partiva da Parma e mi passava a prendere a Milano per andare allo stadio. Era in ritardo, e io di conseguenza preoccupato. Mi passa a prendere ma c’era un traffico incredibile. Non riesco a gestire la tensione e a 600 metri da San Siro. Nonostante fossimo quasi giunti a destinazione, scendo dalla macchina e di corsa raggiungo l’impianto. Arrivo a bordo campo per il pre partita convinto di aver fatto bene ad andare a piedi. Ma dopo poco vedo Ancelotti che entra sul terreno di gioco e mi svela, con il suo sopracciglio in su, che aveva fatto anche in tempo a prendere un caffè».

Caressa non ama stilare una personale graduatoria dei migliori allenatori della storia, ma fa i nomi di quelli che secondo lui hanno cambiato il calcio. «Il primo fu Rinus Michels, allenatore olandese, l’Einstein del calcio. Poi ci sono anche Arrigo Sacchi e Pep Guardiola. Questi sopra tutti. Un grande tecnico sicuramente è stato Fabio Capello, uno molto attento ai particolari. Quando era alla Roma, addirittura, è stato capace di riprendere il giardiniere di Trigoria e fargli sistemare e tagliare meglio una siepe perché leggermente storta. Questo per far capire ai giocatori l’importanza di tutti i dettagli. In più, perché lo stesso giardiniere fa parte della squadra, del loro gruppo di lavoro. Nell’olimpo metterei anche Antonio Conte, grazie alla sua forza. È un leader che guida il gruppo. A differenza degli altri, magari, lui fornisce più informazioni pratiche. Da ad ogni calciatore delle pennette, in cui ci sono tutte le caratteristiche dell’avversario di turno. Di giovani allenatori, invece, vedo bene Italiano, De Zerbi, Gattuso, Ciotti e Juric».

Fabio-Caressa-3-325x287Anche la Nazionale azzurra ha avuto il suo ampio spazio nelle storie sportive all’arena La Cava. «Secondo me la situazione del calcio italiano non è così drammatica – spiega Caressa -. L’esclusione dai Mondiali per me ha radici psicologiche. Dopo la vittoria degli Europei, che non è stato un caso, ci sono stati i festeggiamenti e una fase di appagamento. È stato un punto di arrivo. Invece a settembre bisognava ricominciare da capo, con altre motivazioni, totalmente nuove e diverse dall’estate. Io sinceramente mi sono fermato anche per quello: ricominciando non avrei vissuto e trovato le emozioni di luglio. Forse anche Mancini era in quella situazione. Io avevo già detto che avremmo rischiato di non qualificarci ai Mondiali, ma pensavo contro il Portogallo. E i giocatori, già nello spareggio contro la Macedonia, pensavano: perché siamo qui? Non siamo pronti a vivere queste partite. Pensavo che sia Gravina che il tecnico di Jesi facessero un passo indietro, in tal caso avrei affidato la Nazionale ad uno tra Ancelotti, Gasperini o Conte, ma resto convinto del fatto che sia l’uomo giusto per la ricostruzione».

Non poteva certo mancare una battuta sulla Roma e su uno degli artefici della vittoria della Conference League: Josè Mourinho. «Secondo me non va analizzato tanto sul campo. Lui è un leader che ha visione e orizzonte. Ogni volta fissa un obiettivo, la chiave è che deve essere raggiungibile. La Conference era quello più alla portata della Roma. Poi, vincere aiuta a vincere. Il suo è un lavoro psicologico, la definizione della squadra e l’individuazione dell’avversario. Difende e protegge il suo gruppo, attraverso una doppia comunicazione: verso l’esterno (contro un nemico) e interno (biunivoca, che può portare anche all’esclusione dei suoi stessi calciatori se non remano verso l’obiettivo)».

Fabio-CaressaPioli is on fire” è il tormentone dei tifosi milanisti, che dopo undici anni sono tornati a festeggiare lo scudetto. «Il successo del Milan parte da lontano e lo assocerei a due nomi: Paolo Maldini e Zvonimir Boban, che per proteggere il gruppo se n’è andato. Ha rinunciato a se stesso per il bene della squadra. Il Milan è nato lì, hanno detto: “Pioli non si tocca”. Poi certo, anche lui ci ha messo del suo. È un “surfista” delle emozioni, per quante esperienze ha vissuto nella sua vita. La vittoria del Milan mi ha ricordato l’Italia nel 2006. Lo scudetto rossonero non è stato un caso, anche se vincere due volte di seguito non sarà facile, perché andato oltre i suoi limite. Ma il pronostico per l’anno prossimo lo farò dopo la chiusura del mercato. La scorsa stagione lo avevo fatto poco prima della cessione di Cristiano Ronaldo…».

A proposito di Juventus, «la stagione bianconera è stata una somma di errori. Non va dimenticato il dna della Juve. Con l’acquisto di CR7 si è perso di vista. Lo stesso forse anche con l’arrivo di Sarri. Ora la società è tornata indietro. Il gioco, anche, non è stato spettacolare. Il calcio è di chi lo vede. Allegri lo sa e secondo me qualcosa modificherà a livello tecnico tattico. Non dimentichiamo anche che è stato fermo due anni, quelli della pandemia. Ci sono stati dei cambiamenti, su tutti le cinque sostituzioni. In più, non ha trovato lo stesso gruppo che aveva in passato».

Fabio-Caressa-4-325x287La nazionale vince l’Europeo ma è fuori dal Mondiale. I club italiani faticano ad avanzare in Champions e il gap con le altre società continentali aumentano. «Ma ragazzi, di cosa stiamo parlando? Ricordiamoci che si tratta sempre di un pallone. Secondo me per ridurre questo divario è necessario investire nelle infrastrutture e puntare molto di più nello sport nelle scuole, sui giovani. Altre voci importanti nel bilancio delle società sono i diritti tv, il brand e il merchandising, oltre all’indotto del match day allo stadio».

La prossima stagione sarà del tutto inedita. Con la Serie A ferma per consentire la disputa del mondiale in Qatar. «Per me assisteremo a due campionati, stile Sudamerica, con “apertura” e “clausura”. Anche in Bundesliga c’è una lunga pausa e chi è primo a metà torneo, di solito non vince. Prima di marzo non si capirà chi potrà tagliare il traguardo per primo. In più, ci saranno delle sorprese al mondiale. A mio avviso la favorita è l’Inghilterra. Il Qatar potrà essere sorprendente, mentre ritroveremo una squadra africana protagonista».

Quest’estate, invece, sarà dedicata al calcio femminile. Dal 6 al 31 luglio ci saranno gli europei in Inghilterra, su Sky. «L’Italia può fare bene, anche se altre nazioni sono fuori portata. Sono contento che dallo sport ci siano passi in avanti verso la dignità e parità dei diritti. La crescita culturale di un paese passa anche da qui».



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X