di Monia Orazi
Restano “all’asciutto” le lenze dei pescatori dell’entroterra maceratese: non si hanno ancora notizie ufficiali sulla data di apertura della pesca nelle acque interne. Nei giorni scorsi circolava la notizia dell’ultima domenica di marzo come data utile, ma dalla Regione Marche tutto tace. Non è stato stabilito nemmeno il calendario delle tradizionali immissioni di trote, rese pressoché impossibili dalla normativa europea entrata in vigore, che impedisce di seminare nei fiumi le trote fario, come avveniva fino a due anni fa.
L’anno prima della pandemia, nel 2019 la pesca si era aperta il 17 marzo. «La nostra zona era un paradiso della pesca – spiegano i pescatori dell’Adps Alto Potenza e Scarzito di Pioraco – il giorno dell’apertura veniva gente da tutte le Marche. La pesca per l’entroterra è una risorsa economica e turistica al tempo stesso. L’anno scorso nonostante la pandemia la Regione aveva predisposto un progetto di immissione di trote iridee sterili, prima in Italia, che aveva consentito di effettuare diverse semine di trote. Speriamo che anche quest’anno qualcosa si riesca a fare in tal senso. Se non si agisce rischiamo che il mondo della pesca sportiva si fermi».
I pescatori vorrebbero un compromesso, simile al progetto portato avanti un anno fa, che permetta di tornare a praticare la pesca di torrente, per cui le acque delle zone dell’alta Valnerina, da Muccia, passando per Pieve Torina, fino a Visso ed Ussita e del Potenza da Pioraco fino a Sefro e Fiuminata, sono sempre state rinomate. In passato si praticavano semine di trote, prima dell’apertura della stagione di pesca. «Non siamo contrari alle misure di conservazione della trota autoctona – spiegano i pescatori maceratesi – ma chiediamo anche che sia trovato un compromesso che ci permetta di continuare a pescare, stabilendo un calendario per la stagione piscatoria ed eventuali semine. Vorremmo valorizzare il territorio, con la scuola di pesca per bambini, curare la gestione del fiume, in modo che sia conservato l’habitat naturale favorevole allo sviluppo dei pesci».
Nel frattempo rimane il momento di incertezza sia per i pescatori che per i produttori di trote, di fatto la normativa europea ha reso praticamente invendibili le trote fario, utilizzate da diversi decenni per il rilascio, ai fini di ripopolamento dei fiumi. Con la nuova normativa è permesso rilasciare solo le trote autoctone mediterranee, la cui conservazione è portata avanti con il progetto Life Plus, prodotte nel centro ittiologico di Cantiano (Pesaro Urbino).
Soriani e Carloni in un incontro recente
L’ultima novità è l’incontro a Roma, avvenuto questa mattina, al ministero della transizione ecologica (ex ambiente) a cui hanno preso parte il vicepresidente regionale ed assessore alla Pesca Mirco Carloni, il presidente regionale della Fipsas (federazione dei pescatori) Luigi Soriani.
«Oggi con il ministro Roberto Cingolani ed il sottosegretario Vannia Gava si è parlato a lungo in Commissione Politiche Agricole del rilascio di trote – riferisce Soriani -. Vorrei fare sapere a tutti i pescatori che abbiamo fatto presente al ministero che sulla trota non sono state adottate misure adeguate. Io come Regione Marche ho chiesto di poter fare rilascio di trote senza vincoli assurdi, come siamo stati costretti a fare lo scorso anno. Basta accanimento ideologico. Vogliamo supporto, una procedura chiara e poter rispettare l’ambiente ma con dei rilasci credibili per favorire la pesca. Tutti i colleghi si sono trovati d’accordo e vogliono poter autorizzare senza rischiare e senza andare in ordine sparso».
lessere umano si dimostra sempre il più feroce tra gli abitanti del pianeta!
Fabio concordo
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