La conferenza stampa dei carabinieri a conclusione dell’indagine. Da sinistra: il luogotenente Massimiliano Lucarelli, il capitano Giulia Maggi e il tenente Federico Pellegrini
Rapina e lesioni ad un ventenne, al via il processo: due ragazzi sotto accusa. Tutto nasce da una indagine dei carabinieri su di una presunta spedizione punitiva legata ad un debito, che si era conclusa con un giovane picchiato e rapinato. Le indagini erano state svolte dai carabinieri della Compagnia di Tolentino e i fatti si erano svolti a San Severino il 28 agosto del 2021.
Da quell’episodio nasce il processo che si è aperto oggi al tribunale di Macerata e in cui sono imputati due dei cinque ragazzi che erano stati indagati (per tre, di cui due minori, si procede separatamente). Ai due imputati, Alessandro Bonifazi, 20 anni, settempedano, e Genci Sulko, 22 anni, albanese, residente a Treia, vengono contestati la rapina e le lesioni personali. Secondo l’accusa i due giovani, insieme agli altri tre ragazzi, usando violenza verso un 20enne pakistano anche usando un manganello telescopico, gli avrebbero portato via un monopattino, un cappello, un portafoglio con quanto vi era contenuto (carta d’identità, tessera fiscale, una carta Postamat, un badge), uno zaino nero che conteneva due felpe.
Il 20enne rapinato aveva riportato una prognosi di 20 giorni. Ai due ragazzi viene contestato anche il porto di un manganello telescopico. Per il solo Bonifazi c’è anche la contestazione di spaccio di droga: in casa gli avevano trovato dei piccoli quantitativi di marijuana: 0,5 grammi, 4,75 grammi, 2 grammi. Oggi nel corso della prima udienza si è costituito parte civile il ventenne pakistano, assistito dall’avvocato Ilenia Catalini. I due imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Rossi e Francesca Meschini.
«Non c’è stata nessuna spedizione punitiva – dice l’avvocato Rossi -, la realtà che speriamo di fare emergere nel corso del dibattimento è che uno dei cinque imputati, minorenne, per cui si procede separatamente, doveva incontrare il 20enne pakistano. Ha chiesto un passaggio a Bonifazi e lui lo ha accompagnato insieme ad altre tre persone. Poi tra il minorenne e il pakistano c’è stata una lite e la cosa è degenerata. Sulko e Bonifazi, secondo una testimone, non hanno preso parte all’aggressione. Nemmeno conoscevano il pakistano. Sulla droga: non c’è prova che il mio assistito ce l’avesse per spacciarla, era per uso personale».
(Gian. Gin.)
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