L’amministrazione comunale e i curatori della mostra
di Francesca Marsili
Manufatti in selce, resti ossei e diverse strutture come focolari e aree carboniose. I rinvenimenti di un insediamento preistorico del Mesolitico tra i più importati a livello europeo scoperto in contrada Pace a Tolentino ora sono esposti nelle teche e danno vita a “Attorno al fuoco 10000 anni fa”, la mostra che verrà inaugurata domani 29 maggio nel museo civico archeologico A.G. Silverj del Castello della Rancia di Tolentino.
L’esposizione è stata sviluppata sulla base di ipotesi elaborate durante le indagini archeologiche svolte nel cantiere di costruzione del nuovo plesso scolastico “Filelfo-Frau” che tra il 2019 e il 2020 hanno portato ad individuare un importantissimo sito, esteso su 500 metri quadrati, databile al Mesolitico antico, circa 11550-8400 anni fa. «Questo è esattamente quello che immaginiamo potesse essere il sito dei nostri antenati che abbiamo studiato – commenta Davide Visentin, archeologo preistoricista dell’Università degli studi di Ferrara che ha collaborato all’indagine archeologica – la cosa stupefacente di questo sito è che già durante le operazioni di scavo ben si riconosceva dove venivano effettuate le diverse attività dell’accampamento. Fare una mostra in questa fase è stato un azzardo ragionato, un esperimento – aggiunge Visentin – abbiamo ancora 18 tonnellate di terra da lavare e decine di migliaia di reperti da analizzare e da sfruttare negli anni futuri in questa mostra che sarà un continuo work in progress. La preistoria è molto difficile da veicolare, perciò abbiamo optato per delle ricostruzioni grafiche e video di supporto per far meglio comprendere cos’era il mesolitico e come vivevano». L’eccezionale stato di conservazione delle strutture e dei reperti rinvenuti hanno permesso di ricostruire le modalità di vita dei gruppi di cacciatori-raccoglitori preistorici che lo hanno frequentato. Si tratta di una scoperta importante, considerando che ad oggi si tratta dell’unico sito delle Marche ad aver restituito abbondanti concentrazioni di manufatti in selce, resti ossei e diversi focolari riferibili a questo periodo della preistoria. L’attività di scavo, che si è protratta sino a giugno 2020 è stata diretta da Stefano Finocchi e Paola Mazzieri dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche in collaborazione con l’Università di Ferrara, mentre il lavoro sul campo è stato eseguito dalla cooperativa archeologica Archeolab di Macerata.
Alcuni dei reperti in mostra
«E’ stata una fortuna pazzesca, questo tipo di evidenze archeologiche sono sempre di difficile lettura, non succede mai che al termine di uno scavo si pensi subito alla mostra – spiega soddisfatta Alessandra D’Ulizia della società Archeolab – abbiamo bruciato i tempi stendendo un progetto in pochi mesi grazie alla sensibilità dell’amministrazione locale che ne ha compreso l’importanza. Quello che vedete oggi è solo un assaggio dell’enorme quantità di sedimenti che abbiamo raccolto, che abbiamo a disposizione e che verrà studiato dall’Università di Ferrara. Fondamentale – aggiunge D’Ulizia – è la parte didattica della mostra riservata agli studenti e pensata con strumenti adatti a loro. A fine mese – conclude l’archeologa – potremo già lanciare i primi laboratori didattici». I reperti recuperati nello scavo e esposti nella mostra provengono da un sito perfettamente conservato dai fanghi alluvionali deposti dal fiume Chienti, nel quale si è potuta riconoscere un’organizzazione articolata dello spazio insediativo, unica nella penisola per l’ampiezza su cui è stata messa in luce e la varietà delle strutture evidenziate. Nelle vetrine del Museo è possibile percorrere per intero la lenta evoluzione della tecnica di scheggiatura della pietra, che queste popolazioni impiegarono per la realizzazione di una strumentazione sempre più complessa, indispensabile per le attività quotidiane e la sopravvivenza. Un affascinante ritrovamento che ci restituisce una suggestiva immagine della ritualità di queste genti. Attraverso l’esposizione dei reperti più significativi, di ricostruzioni grafiche di grande effetto e di riproduzioni sperimentali di oggetti mesolitici, il visitatore sarà accompagnato indietro nel tempo per conoscere lo stile di vita degli ultimi cacciatori-raccoglitori europei.
La mostra si sviluppa attorno a quattro grandi tematiche: essere nomadi, cacciatori pescatori e allevatori. Elemento centrale della mostra la riproduzione di un focolare appunto, e attorno ad esso è stato ricreato quello che doveva essere il riparo, come se si entrasse in un accampamento tra gli alberi. Così come tutti i territori dell’Italia centrale che si affacciano sull’Adriatico, anche la regione Marche è quasi priva di evidenze archeologiche riferibili al mesolitico. Per questo motivo la scoperta dell’insediamento mesolitico di contrada Pace assume un enorme li devo scientifico e culturale. Senza dubbio gli studi in corso e le analisi di laboratorio più approfondite porteranno alla luce maggiori dettagli. Per questo la mostra verrà implementata con aggiornamenti disponibili attraverso un Qr code posizionato sui pannelli. L’esposizione è stata fortemente voluta dall’Amministrazione comunale di Tolentino, che ha affidato l’allestimento alla Società cooperativa ArcheoLab di Macerata, sotto la direzione Scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e dell’Università degli Studi di Ferrara, che stanno coordinando il progetto di studio e le analisi di laboratorio delle decine di migliaia di manufatti scheggiati e resti ossei rinvenuti sul sito. Al progetto di studio collaborano vari enti e professionisti fra cui la Sapienza Università di Roma (Dante Lab) e il Muse di Trento.
Il sindaco Giuseppe Pezzanesi
«E’ un momento che aspettavamo da tempo – commenta la vicesindaco Silvia Luconi – grazie all’assessore alla cultura Silvia Tatò e all’ufficio cultura perché il lavoro è stato particolarmente denso. Siamo spesso abituati ad adagiarci su quello che abbiamo invece portare sempre nuovo elementi culturali, questa mostra è un volano per il turismo, uno stimolo, n segnale di ripartenza Tolentino vuole essere pronta ad accogliere i turisti. Abbiamo voluto dare un idea di continuità, riapertura e rivalutazione di tutta le rete museale». Soddisfatta anche l’assessore alla cultura Silvia Tatò: «L’ idea nasce l’anno scorso quando Finocchi mi invitò a vedere lo scavo e mi fecero capire l importanza di questo ritrovamento speciale perché difficilmente si conservano 10mila anni in queste condizioni. A seguito – aggiunge Tatò – ho pensato che questa opera dovesse essere resa e divenisse un luogo di conoscenza e apprendimento reso possibile anche grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata». A concludere il sindaco Giuseppe Pezzanesi: «Lasciamo alle nuove generazioni il patrimonio archeologico dei nostri antenati». La mostra “Attorno al fuoco 10000 anni fa” aprirà al pubblico domenica 30 maggio dalle 10, con prenotazione obbligatoria.
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