Un drone
Tullio Patassini, deputato della Lega, è primo firmatario della proposta di legge per la sperimentazione dell’impiego di droni in agricoltura. Patassini ha illustrato il testo insieme al cofirmatario e capogruppo Lega in commissione Agricoltura Lorenzo Viviani, nel corso di un webinar organizzato da Copagri in cui è intervenuto anche l’assessore all’agricoltura e vicepresidente della Regione Mirco Carloni.
«È indispensabile che anche l’agricoltura si apra all’innovazione tecnologica per una sempre maggiore sostenibilità e l’agricoltura di precisione permette di ottimizzare la produzione agricola riducendo al minimo l’impatto ambientale e massimizzando quello del reddito – spiega Patassini – Consentendo l’uso di droni per irrorare fitofarmaci direttamente sulle colture, non solo diamo un segnale chiaro di attenzione all’ambiente e alla salute degli agricoltori e dei consumatori, ma colmiamo un vuoto normativo dettato dal mancato allineamento tra il legislatore europeo e la tecnologia».
L’Europa, infatti, che ha previsto di ridurre l’uso dei pesticidi chimici del 50% e quello dei fertilizzanti del 20% entro il 2030, «non ha ancora una legislazione adeguata – dice la Lega in una nota -, ed ha chiesto agli stati membri di attivarsi con sperimentazioni. Indispensabile per la stesura della pdl la forte collaborazione con Andrea Passacantando della Copagri Macerata e la professoressa Pamela Lattanzi dell’Università di Macerata».
Tullio Patassini
«Con i droni gli agricoltori risparmiano tempo e lavoro oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, del prodotto finale e della loro stessa vita perché l’irrorazione del fitosanitario avviene direttamente sulla coltura evitando dispersione di prodotti nocivi – aggiunge Patassini – Non ha senso continuare ad impedirne l’uso in nome di una norma emanata quando c’erano a disposizione solo aerei ed elicotteri che, per l’impossibilità di agire a breve distanza, disperdono sostanze. La Lega, preso atto che il cropspraying con i droni è veloce e di grande precisione perché si limita ad irrorare esclusivamente la coltura, si è subito attivata perché innovazione e sostenibilità non siano solo uno slogan, ma un binomio per identificare l’agricoltura del terzo millennio».
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