La sede dell’associazione
«Non lasciateci soli». E’ l’accorato appello che arriva dai dipendenti della Croce azzurra di Porto Recanati, che da cinque mesi non prendono lo stipendio. L’associazione, presieduta da Orietta Zazetta, ne conta quattro di dipendenti, più una quindicina di volontari. Svolgono servizi di emergenza sanitaria 118 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, trasporti in convenzione con il Comune, trasporti con ambulanze, pulmini per disabili e taxi sanitario per Porto Recanati e dintorni. Mole di lavoro che è aumentata ovviamente con il Covid-19, e che dipendenti e volontari hanno sempre portato avanti con il massimo dell’impegno e del sacrificio. Ora però, per chi con questo lavoro ci vive, la situazione è diventata insostenibile: cinque mensilità arretrate, compresa quelle di dicembre, più la tredicesima. E soprattutto il la sensazione di sentirsi abbandonati al proprio destino. Da qui l’accorato appello. «Abbiamo scelto ogni giorno di operare in prima linea mettendo più volte in pericolo la nostra salute e quella delle nostre famiglie per non lasciare soli i cittadini bisognosi – dichiarano i dipendenti – Abbiamo scelto di farlo ogni giorno con passione e dedizione, e continueremo a fare il nostro dovere. Non abbiamo scelto, però, di farlo in queste condizioni: guidiamo mezzi non sempre efficienti poiché spesso non vengono fatte le dovute e necessarie manutenzioni; risiediamo in una struttura che si presenta in condizioni obsolete e carente dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene; lavoriamo da più di 5 mesi senza stipendio e senza aver preso la tredicesima mensilità nonostante il fatturato dell’associazione derivi per l’80% da convenzioni con enti pubblici. Siamo esseri umani e siamo esausti, siamo stanchi del senso di abbandono che si percepisce in sede e della disinvoltura con la quale la direzione ignora ogni nostra richiesta di confronto; amareggiati dalla superficialità con la quale ci viene detto da mesi: “Presto si sistemerà tutto”; delusi ed avviliti per le vane rassicurazioni e per la promessa non mantenuta di uno stipendio a Natale, mai arrivato. Stiamo andando avanti, facciamo tutto quello che serve per coprire i servizi, ma vogliamo informare i cittadini che stiamo svolgendo il nostro lavoro in una situazione di grave disagio. Facciamo appello – concludono – affinché qualcuno ci aiuti a risolvere questa situazione consentendoci di lavorare nelle migliori condizioni».
(redazione CM)
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