«Pedemontana, basta prese in giro
Astaldi riconosca le giuste indennità»
Dichiarato lo stato di agitazione

OPERE - Giovedì doppia assemblea convocata da Cgil, Cisl e Uil per decidere come procedere. Il problema è «la mancata applicazione del contratto integrativo della provincia di Macerata. La ditta, che non ha problemi di liquidità, ieri ha pagato diversamente i lavoratori tentando di rompere il fronte unitario delle maestranze». Segnalati problemi anche nei subappalti, nella sicurezza e nelle turnazioni in galleria

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I lavori nel tratto maceratese della Pedemontana

 

di Federica Nardi

Gli operai al lavoro sul tratto maceratese della Pedemontana dichiarano lo stato di agitazione. Ad annunciarlo Cgil, Cisl e Uil, che oggi hanno messo nero su bianco problemi e richieste che ormai da 16 mesi «vengono ignorate dalla ditta Astaldi, capofila che conduce l’appalto». A spiegare la situazione Massimo De Luca della Fillea Cgil, che assiste gli operai insieme a Giuseppe Quinzi di Filca Cisl e Andrea Casini di Feneal Uil. «Astaldi non sta applicando il contratto integrativo della provincia di Macerata alle maestranze – spiega De Luca -. Dopo quattro mesi di trattative, l’ultima presa in giro è stata ieri, giorno di paga. L’azienda ha riconosciuto le giuste indennità ad alcuni mentre le ha ignorate ad altri operai. Peggiorando quindi ancora di più la situazione e tentando di rompere il fronte unitario delle maestranze. Questo ci ha fatto prendere la decisione unitaria con Fillea, Filc e Feneal di proclamare lo stato di agitazione e convocare due assemblee straordinarie giovedì da cui partiranno le varie iniziative che l’assemblea riterrà opportuno prendere».

De Luca sottolinea che si tratta di «un appalto di oltre 100milioni di euro e dove non c’è crisi, non ci sono problemi di liquidità (qualche settimana fa sono arrivate nelle casse della Astaldi 9 milioni di euro dalla Regione), e dopo anche l’ultima presa di posizione allucinante dell’azienda, ci sembra il minimo dover proclamare lo stato di agitazione».

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Massimo De Luca (Fillea Cgil)

Giovedì l’assemblea deciderà come procedere. Potrebbe esserci il blocco del quarto turno, in attesa di capire se l’azienda deciderà di fare un passo indietro o meno. «Speriamo di non doverci arrivare ma siamo pronti anche a scioperare», aggiunge De Luca, che spiega che la situazione «non riguarda solo l’azienda capofila. La vera “giungla” esiste come sempre nei subappalti. Dove ormai da quattro mesi chiediamo che la stessa Astaldi si faccia promotrice per tentare di sanare tutto ciò che a livello contrattuale e regole di lavoro va corretto immediatamente. L’altra situazione che facciamo notare da tempo all’azienda stessa è la giusta accortezza da usare rispetto a salute e sicurezza in quei cantieri. Sotto l’aspetto prevenzione Covid abbiamo avuto risultati importanti con l’azienda che si è impegnata a rispettare il protocollo e ad essere attenta al tema. Per quanto riguarda invece la sicurezza in cantiere riscontriamo grossi problemi che quanto prima bisogna correggere. Fino a oggi è andato tutto bene ma sappiamo quante disgrazie succedono in questo settore. Infine abbiamo chiesto all’azienda, capofila di quella che al momento è l’unica grande opera nelle Marche, che almeno loro possano prendere in considerazione di utilizzare il badge elettronico così come abbiamo ottenuto nei cantieri della ricostruzione. Perché è giusto anche in questo caso tracciare la manodopera che lavora in questi cantieri». Le lavorazioni nel tratto maceratese riguardano anche l’apertura di una galleria. «Ci lavorano operai 7 giorni su 7, con turni che a livello maceratese non sono stati contrattati. Nel ciclo continuo si creano orari veramente allucinanti e che andrebbero regolati subito», conclude De Luca.



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