L’Inrca di Appignano, oltre ad essere al centro del dibattito politico, ha conquistato nei giorni scorsi la ribalta televisiva. La nota trasmissione satirica “Striscia la notizia” ha dedicato nei giorni scorsi all’opera in attesa di realizzazione un servizio dal titolo “L’ospizio scomparso”. Intervistato anche il sindaco Mariano Calamita che precisa: «Dopo aver assistito al servizio giornalistico, richiesto dal gruppo ”Su la Testa”, andato in onda sul programma Striscia la notizia, supponiamo che i giornalisti stessi siano stati male informati. In merito alla ricostruzione dello stabile dell’Inrca, date le numerose inesattezze emerse dal servizio ci sentiamo in dovere di dare la reale ricostruzione dei fatti e delle questioni sollevate dal servizio stesso.
I tempi dichiarati dall’atto di cessione sono stati travisati in quanto si è parlato del 2002 mentre il vero atto di compravendita è del 7 ottobre 2005; non vogliamo assolutamente giustificare l’importante distanza temporale ma dobbiamo avere la consapevolezza dell’enorme mole di documenti e passaggi politico/amministrativi intercorsi e tuttora necessari per la prosecuzione del progetto.
La tanto decantata polizza fideiussoria, garanzia dell’esecuzione dei lavori, non è assolutamente scomparsa dall’atto di vendita né tanto meno si è estinto il dovere dell’Inrca di rilasciarla e di conseguenza, il diritto della Fondazione Falconi di pretenderla. Questo in seguito agli atti interruttivi della prescrizione che regolarmente sono stati fatti a tutela e che pertanto escludono l’esistenza del danno erariale. Va detto comunque, che anche qualora la Fondazione Falconi avesse avuto in mano la fideiussione, non avrebbe potuto incassare la somma garantita di circa 900mila euro, perché l’Inrca, avendo avviato i lavori, non è di fatto inadempiente».
Il sindaco sottolinea ulteriormente la correttezza delle procedure seguite e l’assenza di qualunque danno erariale. «Non è nemmeno il mero trascorrere del tempo a poter essere considerata fonte di danno erariale. Come noto, a seguito delle precarie condizione dell’immobile ceduto, il fondato rischio per la comunità appignanese era che l’Inrca potesse abbandonare il progetto di ricostruzione, chiedendo la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta. Ciò è stato evitato grazie all’impegno manifestato dagli amministratori che nel corso degli anni hanno agito con senso di responsabilità istituzionale e in collaborazione con tutti gli enti coinvolti.
L’eventuale abbandono del progetto, da parte dell’Inrca, avrebbe comportato e comporterebbe tuttora un ingente danno economico-patrimoniale. Qualora infatti dovesse realizzarsi un tale scenario, la comunità si vedrebbe privata di oltre 3,5 milioni di euro assegnati dallo Stato esclusivamente all’istituto anconetano e finalizzati alla ricostruzione del nuovo presidio di Appignano.
La stessa l’Inrca ha poi mantenuto fede al protocollo d’intesa sottoscritto in data 9 dicembre 2008, mantenendo attivi nel nostro comune parte dei servizi ospitati nell’ex presidio. Tutto ciò grazie anche alla preziosa collaborazione del Comune di Appignano e della Fondazione Falconi».
Calamita stigmatizza poi «la faziosità con cui vengono citati i 50mila euro annui per far assistere i nostri anziani non autosufficienti fuori dal nostro comune, come il Gruppo di Minoranza sa bene, le somme che vengono stanziate a bilancio garantiscono la fornitura continuativa di servizi assistenziali di qualità sul nostro territorio. Nonostante questo, è continuo il lavoro di tutti gli enti coinvolti per un ulteriore miglioramento ed ampliamento dei servizi socio-assistenziali, quali ad esempio la volontà di ottenere il riconoscimento di alcuni posti di Residenza Protetta nel nostro comune. Invitiamo il Gruppo di Minoranza a consultarsi con le famiglie degli assistiti per toccare con mano la bontà del servizio erogato così potranno togliersi qualsiasi dubbio sul numero dei posti letto disponibili che non sono di fatto 8 come detto nel servizio bensì 10 ma soprattutto rincuorarsi sul fatto che l’assistenza infermieristica e socio-assistenziale rispettano gli standard previsti dalla normativa vigente. Dunque, anche su questo punto le informazioni riportate nel servizio non sono affatto corrette. Il nostro Gruppo di maggioranza Costruiamo insieme – Calamita Sindaco, è aperto al dialogo ma soprattutto, a differenza di quanto il gruppo di minoranza ci contesta, siamo aperti a qualsiasi e libera forma di espressione democratica purché contenga contenuti veritieri e non altri fini. Lo vogliamo chiarire perché siamo molto preoccupati del fatto che questo enorme clamore mediatico possa avere degli effetti negativi andando a incrinare gli attuali rapporti di collaborazione tra Inrca, Fondazione Falconi e Comune, rapporti che fino ad oggi hanno consentito l’attuale erogazione del servizio. Qualora ciò accadesse sarebbe molto grave così come la responsabilità di chi avesse eventualmente contribuito».
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Avete scritto tanto, cosa sia vero o falso non si sa ma, resta il fatto che ad oggi l'Inrca non c'è e questo è evidente. Non dico che sia tutta colpa dell'amministrazione ma i dubbi ci sono.
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