La ministra Lucia Azzolina
Sono 85 i docenti precari della scuola marchigiana che con una lettera di fuoco chiedono al Pd regionale di intercedere con il governo. I problemi sono tanti per la loro categoria, a partire dal concorso straordinario che, dopo otto anni di attesa, è stato fissato per il 22 ottobre. A lamentarsi anche Luca Notti, precario del Maceratese, che – lettera a parte – parla di «atto di pura follia. Le prove del concorso straordinario partiranno il 22 ottobre in piena pandemia, mobilitando migliaia di docenti in un periodo difficile. Molte persone dovranno spostarsi addirittura fuori regione per effettuare le prove selettive mettendo a repentaglio la propria salute e quella delle loro famiglie e degli alunni per via degli accorpamenti territoriali. I candidati delle Marche per oltre 20 classi di concorso dovranno recarsi nel Lazio per svolgere le prove – dice Notti -. I precari non sono contro il concorso ma meriterebbero maggiore rispetto dal momento che ogni anno contribuiscono in modo sostanzioso a mandare avanti il sistema scolastico, rendendosi disponibili per le supplenze a volte anche a km di distanza da casa. Ci chiediamo come mai si possono stabilizzare medici , navigator o rinviare altri concorsi e non quello docenti?». Tra l’altro, ricorda Notti, il concorso non sarà ripetibile per chi, ad esempio, è malato o in quarantena: «Non sono previste prove suppletive. Se ti ammali o sei in quarantena non puoi partecipare, mandando in fumo l’occasione che aspetti da una vita». E tutto per un immissione in ruolo che riguarda non questo ma il prossimo anno scolastico. «Poi il rischio per la salute è alto – dice Notti -. In un momento in cui i contagi crescono incessantemente, in cui si chiede di prorogare lo stato di emergenza e le regioni adottano misure restrittive a tutela della salute dei cittadini, far spostare da una regione all’altra così tanti docenti significa aumentare il rischio di contagio di persone che non vivono in un eremo, ma che hanno famiglie, genitori e che stanno a contatto con gli alunni. La Politica tutta si è mai chiesta cosa succederebbe se i precari della scuola in tutta Italia Incrociassero le braccia a tempo indeterminato?», conclude Notti.
Gli 85 docenti marchigiani che firmano la lettera al Pd regionale invece se la prendono con il partito e con la ministra Azzolina su tutta la linea. «La misura è ormai colma e ci rivolgiamo a voi in quanto primo partito di governo in Italia. Credo che anche la débacle alle recenti elezioni regionali e alle comunali di Senigallia, dovrebbe fare riflettere seriamente i vertici locali e nazionali del vostro partito». Di Azzolina dicono: «Un ministro dovrebbe rappresentare tutti i lavoratori del suo comparto, non assumere atteggiamenti faziosi e denigratori nei riguardi di alcuni. Se ritiene che alcuni docenti non siano abbastanza preparati, così come ha affermato nei confronti di noi precari, proponga percorsi adeguati, selettivi, volti a formare meglio il personale; preveda prove psico-attitudinali, volte a verificare che chi esercita una professione delicata dal punto di vista emotivo e psicologico, sia idoneo; ma non tratti i precari come cittadini e docenti di serie B, come se fossero precari per non aver voluto seguire percorsi abilitanti o per non aver vinto un concorso, visto che è lo Stato ad aver eliminato le opportunità di stabilizzazione negli ultimi anni e ad aver favorito la crescita esponenziale del precariato scolastico. Detto ciò – proseguono -, da anni noi lavoriamo lo stesso numero di ore e abbiamo le medesime responsabilità dei colleghi di ruolo: facciamo i tutor, i coordinatori di classe, contribuiamo alla progettazione dipartimentale, ci relazioniamo con le famiglie, esaminiamo gli studenti al termine del loro percorso scolastico e seguiamo corsi di preparazione e aggiornamento esattamente come gli altri (anche se noi lo facciamo a nostre spese visto che il bonus docenti è riservato solo agli insegnanti di ruolo). Gli oneri sono gli stessi, le mansioni anche. Sono diverse le tutele, i diritti e il trattamento economico. La ministra Azzolina si è comportata in modo deplorevole con la categoria dei docenti precari, discriminandoli, osteggiandoli, denigrandoli anche agli occhi dei loro stessi studenti e delle loro famiglie».
E poi il concorso: «E’ diventato una questione quasi surreale. L’Europa multa lo Stato italiano per la reiterazione dei contratti a termine e lo Stato preferisce subire le sanzioni piuttosto che stabilizzare (come si fa e si è fatto in passato per questa e per altre categorie e come chiedeva con veemenza ai precedenti governi la stessa Azzolina, quando era sindacalista e non ancora ministro) onesti lavoratori, preparati e competenti, formati sul campo in anni di esperienza. Ma al di là di tutta questa premessa, ciò che preme evidenziare è che voi del Pd non siete meno responsabili dei vostri alleati. Voi tacete. State a guardare. Tollerate l’intollerabile. Voi che avete una percentuale maggiore di consenso non bloccate questo scempio, non reagite, non tutelate i lavoratori neanche dagli attacchi verbali gratuiti, dal danno d’immagine che certe affermazioni stanno procurando, dalle storture del sistema di reclutamento farraginoso e inadeguato, dalla scelta sconsiderata di bandire i concorsi in pandemia, né di non prevedere date suppletive per chi sarà impossibilitato a partecipare alle prove per motivi di causa maggiore, come la quarantena preventiva. Sì, è proprio così: se un docente dovesse essere, alla data del concorso, in isolamento perché un suo studente è risultato positivo al Covid, o se dovesse anche solo mostrare sintomi quali un semplice raffreddore, ebbene non potrà partecipare ad un concorso atteso da 8 anni e non potrà usufruire di una data ulteriore per svolgerlo. Beh, che dire: o siete ignavi o siete complici. Tertium non datur».
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