San Giovanni verso la riapertura,
presto un progetto per il Duomo
«Chi va in Regione si ricordi di Macerata»

MACERATA - Le novità sono state annunciate da monsignor Marconi durante il restauro della tela "Transito della Vergine", ospitato a Palazzo Ricci in attesa del trasferimento nella Collegiata. Ha lanciato anche una provocazione al primo cittadino, candidato col Pd. Poi ha aggiunto: «Di botto ci siamo accollati impegni importanti, abbiamo lanciato il cuore oltre l'ostacolo, pregate perché non mi venga un infarto». Il sindaco Carancini: «La città ha bisogno di un deposito di opere d'arte, si può fare nel sotterraneo dell'ex Upim». La presidente Del Balzo: «Abbiamo dato tutto il nostro sostegno»

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Il Transito della Vergine si trova a Palazzo Ricci

 

di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)

«Pregate che non venga un infarto al vescovo». A dirlo è lo stesso Nazzareno Marconi a capo della diocesi di Macerata Tolentino Recanati Cingoli Treia, annunciando imminenti novità riguardo la chiesa di San Giovanni ma soprattutto il Duomo di Macerata.

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L’opera è stata presentata questa mattina dalla presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo, dal vescovo Nazzareno Marconi e dal sindaco di Macerata Romano Carancini

«Grazie al nuovo commissario Legnini- ha spiegato – si è riaperta la possibilità per le diocesi di prendere in carico i lavori alle chiese importanti finora assegnate alla Sovrintendenza. Di botto prenderemo in carico quindi una gestione complessa. San Giovanni è stata per noi un’esperienza preziosa che ha fatto crescere nuovi tecnici e creato preziose sinergie. Se qualcuno va in Regione, si ricordi di Macerata», ha poi concluso rivolgendosi al sindaco di Macerata Romano Carancini, candidato consigliere del Pd per Marche 2020. Da parte sua il primo cittadino ha rilanciato: «Il vescovo non lo dice, ma il progetto di San Giovanni è incredibile, trasversale e con una permeabilità incredibile». Il tutto è stato svelato questa mattina a Palazzo Ricci, durante la presentazione del restauro del dipinto “Transito della Vergine” che, prima del sisma, si trovava nella chiesa di San Giovanni. A fare gli onori di casa la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo. «Quando la diocesi ci ha chiesto di ospitare questo quadro – ha ricordato – abbiamo pensato subito di riservargli un luogo da coccole. La teniamo molto volentieri ma non vediamo l’ora di riaprire la porta di San Giovanni , una chiesa tanto importante da rinominare una piazza nel linguaggio comune».

 

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La tela restaurata

LA TELA – L’opera del XVII secolo di Giovanni Lanfranco proviene dalla Cappella Razzanti della chiesa di San Giovanni, dove avrebbe dovuto essere ricollocata di rientro dalla mostra “Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento” che si è svolta a Fabriano lo scorso anno. San Giovanni però è interessata dall’importante intervento di recupero e riqualificazione, così Palazzo Ricci la ospiterà temporaneamente. L’intervento di restauro è stato finanziato dal Comune di Fabriano. «La Fondazione ha finanziato la cospicua campagna diagnostica propedeutica alla progettazione dei lavori in corso a San Giovanni – ha spiegato la presidente Del Balzo – Accogliere il Transito della Vergine  è stata la naturale continuazione di questo sostegno». La principale problematica conservativa dell’opera era l’ingiallimento della pellicola protettiva che aveva appiattito i valori cromatici. Ora è tornata a splendere. E per dirlo alla maniera della presidente Del Balzo: «Magari tutte noi donne, uscissimo così vivaci dal restyling che tentiamo tutte le mattine». Il vescovo Marconi ha sottolineato l’importanza dell’investimento: «Molti contestano che con i soldi usati per il restauro di opere d’arte si potrebbe dare da mangiare a chi ha bisogno, ma investire in arte vuol dire dare lavoro immediato e creare turismo, quindi nuovo lavoro. E’ un moltiplicatore». Il sindaco Romano Carancini ha espresso la sua gratitudine agli enti coinvolti, compreso il Comune di Fabriano per poi suggerire ai suoi successori un possibile utilizzo del sotterraneo dell’ex Upim: «Questa città ha bisogno di un deposito d’arte e sarebbe bellissimo tenerlo aperto al pubblico che potrebbe così assistere alle opere di restauro. Quel luogo si presta».

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La chiesa di San Giovanni

COLLEGIATA DI SAN GIOVANNI – I lavori procedono speditamente e presto maceratesi e turisti potranno tornare ad ammirarla e a viverla perché sarà anche fulcro di vita culturale oltre che religiosa.  Sui tempi il vescovo non si sbilancia. «Non dovrei essere scaramantico ma non si sa mai, comunque non parliamo di decenni. Tra qualche mese partiremo con dei lavori, entro  un anno per nuovi progetti. L’iter per San Giovanni è una bella storia di collaborazione tra istituzioni, l’Europa, la Regione, il Comune e la Diocesi». La presidente Del Balzo ha ricordato l’affetto dei maceratesi per la chiesa: «Quando ero bambina, si veniva alla messa delle 10,30 con don Enea. Ogni sua omelia era un pezzo di teatro, poi si procedeva per l’aperitivo e i pasticcini da portare a casa. E come dimenticare la processione degli universitari a pregare prima degli esami?». Ha concluso Carancini: «Dopo il recupero della Mozzi Borgetti, la chiesa di San Giovanni sarà un ulteriore tassello in quel quadrato di vita comune oltre che religiosa».

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Il vescovo Marconi

IL DUOMO – «Stiamo lanciando il cuore oltre l’ostacolo» ha detto monsignor Marconi annunciando che a breve ci saranno delle novità a cui la Diocesi sta già lavorando. In particolare pesa il passaggio della competenza dalla Sovrintendenza alla Diocesi: «Per noi sarà un impegno complesso ma abbiamo una squadra preparata e contiamo sulla collaborazione di tutti gli enti interessati».

 

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Foto di gruppo per la squadra che ha preso parte al restauro della tela

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Il segretario della Fondazione Carima Fermanelli

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La presidente Rosaria Del Balzo

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