«La Lega plaude agli sviluppi del percorso di riqualificazione del microcosmo Hotel House raggiunti grazie alla sinergia tra Prefettura di Macerata e Comune di Porto Recanati con il supporto delle Forze dell’Ordine e la crescente responsabilizzazione delle comunità residenti». Così il senatore Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche, commenta l’avvio del progetto Fami con cui all’Hotel House le portinerie, che tornano attive a pieno ritmo, fungeranno anche da mediatore culturale. «L’Hotel House è l’esempio di come l’integrazione sia frutto in primo ruolo di regole condivise e non del buonismo di maniera. Un coacervo di 26 etnie diverse riconosciuto come centro dello spaccio sta crescendo come comunità, tanto da essere in grado di rispondere con l’autodisciplina all’emergenza covid e di prendersi cura autonomamente degli spazi comuni, anche con la regolare gestione dei rifiuti, per garantirne igiene e vivibilità – aggiunge il senatore Arrigoni -. Un percorso virtuoso intrapreso grazie alla sensibilità del prefetto di Macerata Rolli in cui giocano un ruolo determinante le forze dell’ordine, guidate dal questore, Antonio Pignataro, dal comandante provinciale dell’Arma carabinieri, colonnello Michele Roberti, e dal comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Amedeo Gravina: a loro il compito di essere baluardo contro spaccio ed illegalità, ma anche stimolo quotidiano al rispetto di quelle regole senza le quali la convivenza non può dirsi civile».
Nel frattempo, il consigliere regionale della Lega Mirco Carloni annuncia di aver concluso un lungo studio chiamato “Il sostegno economico alle famiglie e alle imprese da parte delle regioni dalle parole ai fatti” che mette in comparazione le azioni messe in campo dalle Regioni in seguito all’emergenza sanitaria ed economica causata dall’epidemia SARS-CoV-2. «E’ auspicabile e quanto mai urgente che anche le Marche, come hanno fatto le altre regioni, si adoperino per sostenere i redditi persi o il lucro cessante, altrimenti la curva dietro il tornante sarà un burrone per la microimpresa diffusa del nostro sistema che, ad oggi, è lasciata sola ad affrontare un futuro incerto e una crisi senza precedenti, poiché sono 68.414 le imprese la cui attività primaria o prevalente è sospesa in questo momento. Con questa analisi comparativa si sono messi a confronto gli interventi in campo ad oggi delle varie regioni».
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